Fino a quella variante perversa della liturgia scenica che è la mafia, la quale fra le sue mille maschere, possiede anche questa: di alleanza simbolica e fraternità rituale, nutrita di tenebra e nello stesso tempo inetta a sopravvivere senza le luci del palcoscenico. [...] Non è tutto, vi sono altre Sicilie, non finirò di contarle.
Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce. La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre.
Un chiacchierare inutile con noi stessi può ingombrare la nostra persona e allontanarla dalla fiducia del cuore. Allora c'è l'audacia di dire a Cristo: "Luce interiore, non permettere che le mie tenebre mi parlino!"
Sui rami
indecisi
andava una fanciulla
ed era la vita.
Sui rami
indecisi.
Con uno specchietto
rifletteva il giorno
che era lo splendore
della sua fronte pura.
Sui rami
indecisi.
Sulle tenebre
andava sperduta,
piangendo rugiada,
prigioniera del tempo.
Sui rami
indecisi.
I recessi dei morti, e della tenebra
| le porte abbandonate, ove lontano
| dagli altri Numi Ade soggiorna, io giungo
| qui: Polidòro io son, d'Ecuba figlio,
| che nacque da Cissèo: mio padre fu
| Prìamo, che, quando su la frigia rocca
| la minaccia incombé che sotto l'aste
| cadesse degli Achei, dal suol di Troia
| lontano mi mandò, di Polinèstore
| alla magion, dell'ospite di Troia,
| che il pian ferace piú d'ogni altro semina
| del Chersoneso, e quelle genti amiche
| di corsïeri, con la forza regge.
La bilancia della giustizia | improvvisa oscura alcuni nella luce del giorno; | altri attende nell'ora che il sole | incontra la tenebra, e li copre l'affanno; | altri avvolge una notte senza fine.
Grave e triste sul tuo cavallo ti vedo | Calpestare la neve profonda. In questa notte d'inverno | Soffia un vento gelido e sinistro. | Ah! che pena, e com'è gonfio il mio cuore! | Un'alba pallida a oriente | Si fa strada tra tenebre confuse | Col cuore oppresso da un gravoso fardello | Ritorni gemendo amaramente.
Nato con la sua vita, creatura di ardente sete e di squisiti appetiti, lì, accanto al suo cuore pulsava nelle tenebre - finché quel giorno una voce chiamò per lui, e i lacci del nascere si sciolsero.
Come un faro su un mare notturno, la parola di Musil illumina per un attimo una fascia della vita, che subito dopo riaffonda nella tenebra mentre il raggio di luce passa altrove. Tesa e inappagata, l'intelligenza di Musil punta alla disperata ricerca della totalità. Se è impossibile scorgere il cerchio, il vero scrittore deve respingere ogni surrogato epigonale e della parzialità. Pochi autori di questo secolo insegnano come Musil che l'unica dimensione dello scrittore è quella della verità.
[Sulla scelta per il ruolo in Batman Begins] Quello che ho visto in Christian Bale è l'espressione massima di Bruce Wayne. Egli infatti possiede l'esatto equilibrio delle tenebre e della luce che stavamo cercando.
I sorprendenti trovati della scienza che, applicati all'industria, al commercio, al vivere in generale, trasformano in mille guise i prodotti, sono fatti innegabili: noi vediamo, ove erano gruppi di capanne, sorgere superbe città; campi aspri e selvaggi squarciati dall'aratro, e resi fecondi; selve, monti, mari, superati; rozzi velli trasformati in finissime stoffe; le intemperie vinte con l'arte; le tenebre cacciate da fulgidissima luce; il navigar contro i venti; il percorrere con portentosa celerità sterminate distanze; finanche il fulmine reso rapido messaggiero dell'uomo; l'immensità dei cieli, le viscere della terra esplorate; gli astri, gli animali, i vegetabili, i minerali, tutti studiati, classificati, misurati Se questo è il progresso, niuno può negarlo o non comprenderlo.
Il bene o la virtù è, senza dubbio, nello Shakespeare, più forte del male e del vizio, ma non perché superi e risolva in sé l'altro termine, sibbene semplicemente è luce verso la tenebra, è bene, è virtù; insomma, in ragione della sua qualità stessa, che il poeta discerne e coglie nella purezza e verità originale, senza sofisticarla e infiacchirla.
Il mio paese sembrava esistere aggrappato ai lembi di terra risparmiati da un fiume. D'estate era un luogo abbastanza fresco, d'inverno invece faceva freddo e, sulle montagne vicine, nevicava molto. Il grande corso d'acqua che lo spezzava a metà aveva un'infinità di diramazioni che lo attraversavano in lungo e in largo come una ragnatela. Piccoli torrenti che, di notte, brillavano al buio come dei fili bagnati.
Nelle tenebre, ovunque si camminasse, il fragore del fiume sembrava seguirti. I numerosi ponti e ponticelli dettavano una specie di ritmo e ponevano delle pause all'interno di quel panorama fluviale. Le persone erano infatti costrette a fermarsi e a confrontarsi con l'acqua.
Io e Yuichi a volte siamo salito sino in cima ad una scala sottile, nelle tenebre più nere, e da lì abbiamo spiato il calderone dell'inferno. Guardavamo quel mare di fuoco incandescente ribollire, con il fumo che ci colpiva il viso quasi fino a farci perdere i sensi. Per ognuno dei due l'altro era sicuramente la persona più vicina al mondo, l'amico insostituibile. Tuttavia, non ci tenevamo per mano. La nostra natura ci spinge a reggerci in piedi da soli, per quanto disperati possiamo essere. Però quando vedo il suo profilo inquieto illuminato dal fuoco abbagliante, penso: Ma sì, forse proprio questa è l'unica cosa vera.
Frasi sulle tenebre
DiBanana Yoshimoto
Quanto uno ha pensato di vero o ha portato alla luce dalle tenebre, dovrà pure un giorno o l'altro venir colto da un qualsiasi spirito pensante e colpirlo, rallegrarlo e confortarlo; ed è proprio per costui che si parla, come per noi hanno parlato quelli che ci somigliano e che son diventati il nostro conforto nel deserto della vita.
Uno dopo l'altro gli sportelli dei vagoni sono chiusi con impeto; forse, pensa un viaggiatore fantastico, dal ferreo destino che, ormai senza rimedio, porterà via lui e i suoi compagni nelle tenebre. La locomotiva fischia, colpi violenti scoppiano di vagone in vagone sino all'ultimo: il convoglio va lentamente sotto l'ampia tettoia, esce dalla luce dei fanali nell'ombra della notte, dai confusi rumori della grande città nel silenzio delle campagne addormentate: si svolge sbuffando, mostruoso serpente, tra il laberinto delle rotaie, sinché, trovata la via, precipita per quella ed urla, tutto battiti dal capo alla coda, tutto un tumulto di polsi viventi.
L'immaginazione ha il volo dell'angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità.