Finalmente inghiottì la sua lumaca. Poi si mise a studiare quelle che aveva nel piatto.
«Hanno tutte il loro minuscolo buco di culo! È orribile! Orribile!».
«Che cos'ha di orribile il buco del culo, tesoro?».
Si mise il tovagliolo davanti alla bocca. Si alzò e corse in bagno. Cominciò a vomitare. Le gridai dalla cucina: «Che cosa c'è che non va nel buco del culo, piccola? Tu ce l'hai il buco del culo e anch'io ce l'ho il buco del culo! Quando vai a comprare una bistecca di manzo, quel manzo aveva il buco del culo! Il mondo è pieno di buchi di culo! In un certo senso anche gli alberi hanno il buco del culo solo che non si vede, è coperto dalle foglie. Il tuo buco del culo, il mio buco del culo, al mondo ci sono miliardi di buchi di culo. Il presidente ha il buco del culo, il ragazzo del lavaggio macchine ha il buco del culo, il giudice e l'assassino hanno il buco del culo... Perfino Spilla Viola ha il buco del culo!»
Io e mia sorella Brunella, maggiore di tre anni, vivevamo con mia nonna materna a Piccolo Paradiso; è stata lei a insegnarmi a cucinare. Era molto rigorosa: a tavola ogni giorno ci interrogava sul cibo che avevamo nel piatto, chiedeva il periodo dei pomodori, dei piselli, dei fiori. E quando eravamo disubbidienti, non ci picchiava con le mani, ma prendeva dietro casa delle foglie giganti di ortiche e ci inseguiva colpendoci sulle gambe. A sei anni ci trasferimmo a Bologna, dove cucinavo per Brunella: iniziai con le colazioni, ma a dieci anni preparavo già tutti i pasti completi.
Carissimi amici italiani.
Sapere che un mio libro viene pubblicato in Italia mi fa provare ogni volta una gioia immensa.
L'Italia è un paese dove riesco con grande naturalezza a essere me stessa e contemporaneamente a diventare una persona dalle mille sfaccettature. Posso essere una giovane fanciulla, una bambina innocente, una donna matura, oppure una scrittrice consapevole di sé, un cucciolo fedele, una dea innamorata dell'arte, una viaggiatrice con lo zaino sulle spalle, una turista insaziabile, una fanatica della cucina, e poi ancora e ancora mille altre cose...
Paese che accogli tutto, che aiuti la bellezza degli esseri umani a fiorire, fantastica Italia, ti adoro.
E infine a tutti voi che avete preso in mano il mio libro, cittadini di questo paese speciale, nelle cui vene scorre l'amore per la bellezza e il piacere, grazie.
Nella speranza che le notti raccontate in queste pagine possano raggiungere il cuore delle bellissime notti italiane!
In Giappone, guardando un viale dove le foglie di giunko stanno mutando in un giallo dorato.
[In una giornata di giugno del primo anno Heisei, nel sole di mezzogiorno. Postscriptum per l'edizione italiana]
L'opera della divina provvidenza nel corso dei secoli, nei quali milita sulla terra la Chiesa, consiste nel sottoporre successivamente tutte le cose, anche appartenenti alla società esterna degli uomini, a Gesù Cristo; nel farle entrare nella società cristiana, nel far sì che prendano in quella il loro posto, secondo il bell'ordine che va a compiere l'intera e perfetta organizzazione della Chiesa, germe e radice di quella pianta che si deve estendere e dilatare in tutti i suoi tronchi, e fino agli ultimi suoi ramoscelli e più piccole foglie.
Verdi giardinetti,
chiare piazzole,
fonte verdognola
dove l'acqua sogna,
dove l'acqua muta
finisce sulla pietra.
Le foglie d'un verde
vizzo, quasi nere
dell'acacia, il vento
di settembre le bacia,
e alcune si porta via
gialle, secche,
giocando, tra la bianca
polvere della terra.
Al vecchio olmo, spaccato dalla folgore
e nel mezzo marcito,
con le piogge d'aprile e il sole a maggio,
sono spuntate alcune verdi foglie.
Oh, l'olmo secolare sopra il colle
ch'è lambito dal Duero! La corteccia
bianchiccia da un gialligno musco è tinta
nel tronco putrefatto e polveroso.
Come i pioppi canori, che sorvegliano
il cammino e la riva, non sarà
di rossicci usignuoli popolato.
S'arrampica su esso di formiche
un esercito in fila, e nelle viscere
tramanos i ragni le lor grigie tele.
Olmo del Duero, prima che t'abbatta
con l'ascia il legnaiuolo, e il falegname
trasformi in un mozzo di campana ,
stanga di carro o giogo di carrettai
prima che rosso nel camino arda
domani in qualche misera casetta.
sull'orlo d'una strada;
prima che ti annienti un turbine e ti schianti
il soffio delle candide montagne;
prima che il fiume ti sospinga al mare
per valli e per burroni,
olmo, voglio annotare nei miei appunti
la grazia del tuo ramo rinverdito.
Anche il mio cuore aspetta,
alla luce guardando ed alla vita,
altro prodigio della primavera.
La primavera sorrideva
...Un giorno mi sorprese la primavera
che In tutti i campi intorno sorrideva.
Verdi foglie in germoglio
gialle rigonfie gemme delle fronde,
fiori gialli, bianchi e rossi davano
varietà di toni al paesaggio.
E il sole
sulle fronde tenere
era una pioggia
di raggi d'oro;
nel sonoro scorrere
del fiume ampio
si specchiavano
argentei e sottili i pioppi.
Ah quanto è uom meschin, che cangia voglia | per donna, o mai per lei s'allegra o dole, | e qual per lei di libertà si spoglia | o crede a sui sembianti, a sue parole! | Ché sempre è più leggier ch'al vento foglia, | e mille volte el dì vuole o disvuole: | segue chi fugge, a chi la vuol s'asconde, | e vanne e vien, come alla riva l'onde.
Giacendo là come un cadavere sulle foglie morte, con i capelli arruffati, la faccia grottescamente sudicia e coperta di lividi, i vestiti laceri e infangati, Will Farnaby di destò con un sussulto. Molly lo aveva chiamato. Era l'ora di alzarsi. Era l'ora di vestirsi. Non doveva far tardi in ufficio.
Possiamo affermare in maniera del tutto appropriata che la Macchina Analitica del signor Babbage tesse motivi algebrici, proprio come il telaio Jacquard tesse fiori e foglie.