Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi [il primo avviso di garanzia] ... Di Pietro non si è lasciato intimidire dalle critiche, dalle minacce di mezzo mondo politico (diciamo pure del regime putrido di cui l'appesantito Bettino è campione suonato) e ha colpito in basso e in alto, perfino lassù dove non osano nemmeno le aquile. Ha colpito senza fretta, nessuna impazienza di finire sui giornali per raccogliere altra gloria. Craxi ha commesso l'errore... di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti... È una menzogna, onorevole: che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche... I giudici lavorano tranquilli, in assoluta serenità: sanno che i cittadini, ritrovata dignità e capacità critica, sono dalla loro parte. Come noi dell'Indipendente, sempre.
Se il grande spirito mi avesse voluto bianco, mi avrebbe creato così. Ha messo nei vostri cuori alcuni desideri ed altri nel mio, e sono ben diversi. Non è necessario per un'aquila essere un corvo.
[Su Cleomene I] Sentendo un filosofo che teneva un lungo discorso sul coraggio, scoppiò a ridere. L'altro gli chiese: 'Perché, Cleomene, ridi quando si parla di coraggio, proprio tu che sei re?'. Egli rispose: 'Vedi, straniero: se è una rondine a parlare su questo tema, mi viene da ridere; ma se fosse un'aquila, ascolterei con la massima attenzione'.
C'è l'Italia finta dei sogni di Berlusconi e dei suoi ministri, fatta di plastica e di set televisivi. C'è anche un'altra Italia, quella vera e reale l'abbiamo vista oggi per le vie di Roma con le proteste dei disabili e delle loro famiglie, e con le proteste dei terremotati de L'Aquila abbindolata dal sogno berlusconiano, presa in giro dal governo un attimo dopo aver spento i riflettori dei teatrini di posa tv.
Se tu saprai sfidare, | la gravità che fa cadere i corpi, | e avere nervi freddi e risoluti, | e se le gambe tue saranno molle, | forti e vibranti di vibrante acciaio | e avrai occhi di aquila o di falco | e incederai con la grazia di un cigno, | pure con questi pregi e queste doti | sarà vano il tuo volo e senza ali | se non saprai vibrar d'amore | col pulsare del cuore. | Questo per me, è lo Spirito ardente | e la Forza vincente | che ti fa "primo" alle Olimpiadi antiche.
Lasciatemi sola con la mia morte.
Deve dirmi parole in re minore
che non conoscono i vostri dizionari.
Parole d'amore ignote anche a Petrarca,
dove l'amore è un oro sopraffino
inadatto a bracciali per polsi umani.
Io e la mia morte parliamo da vecchie amiche
perché dalla nascita l'ho avuta vicina.
Siamo state compagne di giochi e di letture
e abbiamo abbracciato gli stessi uomini.
Come un'aquila ebbra dall'alto dei cieli,
solo lei mi svelava le misure umane.
Ora mi insegnerà altre misure
che stretta nella gabbia dei sei sensi
invano interrogavo sbattendo la testa alle sbarre.
È triste lasciare mia figlia e il ibro da finire,
ma lei mi consola e ridendo mi giura
che quanto è salvare si salverà.
Preferirei di no, dirò con Melville
al primo messaggero della morte.
Vedo foreste in fiore, rose in boccio,
vedo ogni compimento.
Quando sarà? Paziente il messaggero
vorrà date precise. Gli dirò
lasciami camminare fino a quando
giungerò all'orizzonte.
[Testamento, da La luna è già alta - Mondadori 2006]
Ciò ch'egli ignorava, era il fatto d'essere dotato d'una potenza cerebrale straordinaria, e che le persone di vero valore non si incontrano nei salotti del genere di quelli dei Morse; e non immaginava neppure che le persone d'eccezionale valore sono simili alle grandi aquile solitarie che volano molto in alto nell'azzurro, al disopra della terra e della sua supina banalità.
Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiava le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell'anno. Poi voleva davvero fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte. E per giunta era un mago.
Era quasi mezzanotte, e Harry era steso sul letto a pancia in giù, le coperte tirate sulla testa come una tenda, una torcia in mano e un grosso libro rilegato in pelle (Storia della magia, di Bathilda Bath) aperto e appoggiato sul cuscino. Fece scorrere la punta della penna d'aquila sulla pagina, aggrottando le sopracciglia, alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo a scrivere il tema: Perché i roghi di streghe nel Quattordicesimo Secolo furono completamente inutili.
L'aquila non può levarsi a volo dal piano terra; bisogna che saltelli faticosamente su una roccia o su un tronco d'albero: ma da lì si lancia alle stelle.
In certe anime c'è un'aquila di Catskill che può egualmente precipitarsi nei burroni più oscuri e tornare a librarsi in alto e scomparire negli spazi solari. E anche ove essa voli per sempre nel burrone, questo burrone è dei monti, e così, nella sua più bassa discesa, l'aquila montana è sempre più in alto degli uccelli della pianura, anche quando questi salgono.
Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.
Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare.
Frasi sulle aquile
DiFranco Battiato
Diciannove secoli vedono la legge del Vangelo come una bandiera in mezzo alla battaglia inoltrarsi gloriosa e trionfale per le vinte contrade, avanzarsi per lo universo e bandirvi lo amore. Questo divino vessillo candido di fede, verde di speranza, vermiglio del sangue dei martiri ha superato il volo delle aquile romane. Alla spada della superbia vennero meno il taglio e la punta; le catene di ferro caddero logorate dalle ire dei popoli, ma la legge della carità nelle procelle acquista vigore, ingagliardisce per contrasto, la persecuzione disperde e lo errore. Quelli che l'acquistarono se la stringono al seno con lo affetto della madre che abbraccia il suo primogenito, e quelli che ancora non la posseggono vi volgono desiosi lo sguardo tardando loro che appaia questo segno di pace su lo emisfero della libertà.
«Cathia ha il più bel culo d'Europa.» Il rosso graffito splende in tutta la sua sfacciataggine su una colonna del ponte di corso Francia.
Vicino, un'aquila reale, scolpita tanto tempo fa, ha sicuramente visto il colpevole, ma non parlerà mai. Poco più sotto, come un piccolo aquilotto protetto dai rapaci artigli di marmo, c'è seduto lui.
Capelli corti, quasi a spazzola, sfumatura dietro il collo alta come quella di un marine, un giubbotto Levi's scuro.
Il colletto tirato su, una Marlboro in bocca, i Ray-Ban agli occhi. Ha un'aria da duro, anche se non ne ha bisogno. Un sorriso bellissimo, ma sono pochi quelli che hanno avuto la fortuna di apprezzarlo.
Sui rami dell'alloro
camminano due colombe oscure.
L'una era il sole,
l'altra la luna.
"Casigliane mie," chiesi,
"dove sta la mia sepoltura?"
"Nella mia coda", disse il sole.
"Nella mia gola", disse la luna.
Ed io che andavo camminando
con la terra alla cintola
vidi due aquile di neve
e una ragazza nuda.
L'una era l'altra
e la ragazza era nessuna.
"Care aquile," chiesi,
"dove sta la mia sepoltura?"
"Nella mia coda", disse il sole.
"Nella mia gola", disse la luna.
Sui rami dell'alloro
vidi due colombe nude.
L'una era l'altra
ed entrambe nessuna.