Il piccolo schermo è affascinante, immediato, coinvolge, appassiona; il suo vero difetto è la superficialità, non può approfondire, può solo innescare desideri.
È difficile scrivere un paradiso quando tutte le indicazioni superficiali indicano che si dovrebbe scrivere un'apocalisse. Risulta ovvio trovare abitanti per l'inferno o per il purgatorio.
Le debolezze dello spirito umano non ingenerano che debolezza; le grandi cose hanno sempre le loro grandi cause nella natura dell'uomo, benché si producono spesso con un corteo di piccolezze, che per le menti superficiali ne offuscano la grandezza.
Tutto è nato da una crisi dopo tre anni in giro in Toscana con il mio gruppo a suonare in locali pieni di sogni, fumo e parole. Una notte rientrando, sfinita, a casa ho cercato un senso a cantare canzoni dei grandi gruppi rock. E un senso non l'ho trovato. Ho pensato a tutte le canzoni che per un bisogno quasi terapeutico avevo scritto e ho pensato che doveva avere un senso questo mio modo di esprimersi. È stato un periodo di introspezione: avevo smesso di studiare e cercavo di conoscermi meglio. Una canzone è stata risolutoria: Sorriso Nucleare, subito piaciuta agli altri del gruppo, che ha dato il nome al mio primo album. Tutto il resto è stato il sacrificio di far conoscere le mie canzoni a chiunque, senza paura di mettersi a nudo e di essere giudicati con superficialità.
È stato fatto uno studio sulle tre frasi più sentite a New York City. La prima è: "Ehi, taxi!". La seconda è: "Qual è il treno per andare a Bloomingdales?". E la terza è: "Non si preoccupi, è solo una ferita superficiale".
[Sulla sua interpretazione in American Psycho] Normalmente si prova a trovare il vero lato di un personaggio, le emozioni che lo caratterizzano ma non vi è niente di tutto questo, qui; Bateman è del tutto superficiale anche quando è al telefono. Credo che sia come il fascino che spinge le persone a rallentare davanti ad un incidente stradale.
La cortesia è un sentimento superficiale. Lasci cadere un giornale e ti richiamano in mille; se è invece il portafoglio che ti scivola in terra nessuno ti avverte.
Non mi è mai passato per la testa, a me, mai, che la gente possa essere buona, che uno possa mai cambiare in meglio, o che il mondo possa essere migliorato dall'amore, dal piacere che uno prova per uno sguardo o un gesto d'affetto; insomma, che l'amore o la gentilezza possano modificare alcunché. Non c'è mai stato nulla di positivo, nulla di affermativo, per me, frasi come "bontà d'animo", "generosità dello spirito" sono sempre state vuote, per me, vani stereotipi, scherzi di dubbio gusto. Il sesso si riduce a matematica. L'individualità è fuori questione. Che significato ha l'intelligenza? E la ragione, come definirla? Il desiderio: una cosa senza senso. L'intelletto è impotente. La giustizia è morta. Paura, recriminazione, innocenza, comprensione, senso di colpa, spreco, fallimento, dolore, sono tutte cose, emozioni, sentimenti, che nessuno prova più. La riflessione è inutile. Il mondo non ha nessun senso. Solo il male vi ha permanenza. Dio non è vivo. Dell'amore non ci si può fidare. Solo ciò che è superficiale conta qualcosa... Questa è la civiltà moderna, qual io la vedo e l'intendo.
Discorsi o idee intelligenti si possono esporre soltanto a una società intelligente; nella comune invece riescono odiosi poiché per piacere a questa è assolutamente necessario essere superficiali e di cervello limitato.
Hanno fatto bene in tv, ad utilizzare un dialetto più superficiale, meno caratterizzato, meno colorito, ma comprensibile. La tv deve comunicare con ampio pubblico, è giusto che sia così. Del resto anche i libri, con le dovute differenze tecniche, dovrebbero essere scritti per essere letti, non per una ristretta aristocrazia intellettuale.
Conoscente: una persona che conosciamo quanto basta per chiederle soldi in prestito, ma non tanto da prestargliene. Indica un grado di amicizia definito superficiale quando l'oggetto è povero o oscuro, e intimo quando è ricco o famoso .
Ci tengo a dire che non era un fesso, e scriveva per una rivista autorevole che si chiamava The Quarterly Musical Magazine and Review. E questo fu ciò che scrisse, e che io metto qui, come seconda epigrafe:"Eleganza, purezza e misura, che erano i principi della nostra arte, si sono gradualmente arresi al nuovo stile, frivolo e affettato, che questi tempi, dal talento superficiale, hanno adottato. Cervelli che, per educazione e abitudine, non riescono a pensare a qualcosa d'altro che i vestiti, la moda, il gossip, la lettura di romanzi e la dissipazione morale, fanno fatica a provare i piaceri, più elaborati e meno febbrili, della scienza e dell'arte. Beethoven scrive per quei cervelli, e in questo pare che abbia un certo successo, se devo credere agli elogi che, da ogni parte, sento fiorire per questo suo ultimo lavoro." Voilà.
Ogni volta che ha dovuto scegliere tra l'uomo ragionevole e il pazzo, il mondo ha sempre seguito il pazzo senza esitare. Perché il pazzo lusinga quello che è fondamentale nell'uomo, le passioni e gli istinti; la filosofia non si rivolge che a ciò ch'è superficiale e superfluo: la ragione.