Uno scrittore fecondo, vitale e debordante nella scrittura come nell'esistenza; letteralmente anche eccessivo. Storia di neve, con le sue 816 pagine, sembra scritto da tutti e da nessuno; una memoria collettiva, potenzialmente senza inizio e senza fine, perché, anche se l'omonima protagonista la magica, angelica e gelida eroina e vittima vive solo ventinove anni, ogni vita si ricollega, come le radici degli alberi si abbarbicano su quelle morte e marcite, a generazioni precedenti, a immemorabili maledizioni, a forze e passioni di tempi o secoli passati.
La letteratura è un continuo viaggio fra la scrittura diurna, in cui un autore si batte per i propri valori e i propri dèi, e quella notturna, in cui uno scrittore ascolta e ripete ciò che dicono i suoi demoni, i sosia che abitano nel fondo del suo cuore, anche quando dicono cose che smentiscono i suoi valori. [Il cuore freddo degli scrittori, Corriere della sera, 21 ottobre 2007]
Frasi sulla scrittura
DiClaudio Magris
L'unico atto poetico necessario è la scrittura della poesia, e tutto quello che viene dopo è propaganda.
Ci si dimentica sempre che gli agricoltori vivono della propria terra, e che in paesi che sono stati distrutti, la prima cosa è dare il pane ai contadini. Quest'anno voglio far comprare ciò che serve ai contadini armeni e che loro non possono acquistare da soli. Lassociazione che ho fondato laggiù provvederà in tempo perché possano seminare il grano o altro. Ora posso farlo perché ho tempo. Lavoro molto meno di prima, faccio solo alcune cose, il resto del tempo lo dedico alla scrittura - scrivo moltissimo, sempre di più - e mi occupo di questa associazione che sostengo.
Sto ora componendo un trattato sul mio modo di vedere intorno alla Scrittura. A far ciò mi spingono: 1. i pregiudizi dei teologi; so, infatti, che essi costituiscono il massimo ostacolo allo studio della filosofia: mi sforzo dunque di metterli in luce e di liberare la mente dei più prudenti; 2. l'opinione che di me ha il popolo, che non cessa di accusamri di ateismo, e che sono costretto per quanto possibile a respingere; 3. la libertà di filosofare e di dire ciò che pensiamo: libertà che desidero difendere con ogni mezzo e che qui è impedita in qualunque modo dall'eccessiva autorità dei predicatori e dalla loro insolenza.
Ho sempre subìto un grande fascino per tutti i segni, soprattutto quelli arcaici. Anche la scrittura mi ha attratto, dai segni primordiali nelle grotte, alle tavolette degli Ittiti e dei Sumeri, tanto che ho dedicato una mia opera, Ingresso nel labirinto, a Gilgamesh, che è il primo (2000 a.c. circa) grande testo poetico e allegorico sull'esperienza umana. Le impronte che scavo, irregolari o fitte, nella materia artistica, i cunei, le trafitture, i fili, gli strappi, mi vengono inizialmente da certe civiltà arcaiche.
La scienza è fonte di valori che sono in comunione, non in antitesi con l'insegnamento delle Sacre Scritture, con i valori quindi della Verità Rivelata.
La scrittura: posso spiegarla ricorrendo a una nomenclatura criticistica o ingegneristica, e non avrò ancora detto niente sull'essenza tutt'al più, molto sull'inessenza, dicendo come per tanti campi del sapere, che cosa non è.
La derisoria violenza della scrittura di Gadda esplodeva esasperata, contestando insieme il linguaggio e la parodia, tra il ron-ron rondesco-neoclassico-fascistello e il pio-pio crepuscolare-ermetico-pretino, in schegge di incandescente (espressionistica) espressività.