La Scrittura è centralmente interessata solamente all'agire di Dio, alla sua imperiosa presa in consegna; solo talvolta e secondariamente essa racconta della reazione dell'uomo, la cui libertà si rende visibile solo quando egli esita, tergiversa, addirittura si inalbera o si rifiuta nel corso della missione già accettata.
Tutta la Scrittura ha questo carattere secondario: di essere testimonianza di una precedente rivelazione immediata e di assicurare l'accesso ad essa.
Frasi sulla scrittura
DiHans Urs von Balthasar
Il punto di partenza di Lutero, per quanto vicino alla Scrittura nella sua origine, era attualistico e quindi essenzialmente anticontemplativo.
Frasi sulla scrittura
DiHans Urs von Balthasar
I quattro sensi scritturistici celebrano una loro nascosta risurrezione nella teologia odierna: infatti il senso letterale pare come quello da far emergere in quantostorico-critico; quello spirituale in quanto kerigmatico, quello tropologico in quanto esistenziale e quello anagogico come l'escatologico.
Non ho niente contro i computer. Il mio segretario li usa regolarmente e, anzi, sembra che siano di grande utilità per immagazzinare dati e raccogliere speciali informazioni. Ma per il lavoro di scrittura vera e propria sono troppo veloci, almeno per me.
Trarre da una scrittura sacra filosofia è trasformare una colata incandescente in una azzurrina fiamma di gas da cucina - per riscaldare le nostre anime timide a bagnomaria.
Affermiamo, come dimostra chiaramente la Scrittura, che Dio ha inizialmente decretato, con la sua decisione eterna e immutabile, quali voleva scegliere a salvezza e quali voleva votare alla perdizione. Affermiamo che una tal determinazione, quanto agli eletti, è fondata sulla sua misericordia senza alcun riguardo alla dignità umana; che, al contrario, l'entrata nella vita è preclusa a tutti coloro che vuole condannare; ciò avviene secondo il giudizio occulto ed incomprensibile, ma giusto.
Questo non si troverà mai nelle mie parole, né meno nelle mie scritture, perché non ho mai detto né scritto che l'azioni del mondo si governano dal fato e non dalla provvidenzi divina; anzi ritrovarete nei miei libri che io pongo la providenzia ed il libero arbitrio, da che se comprende, come si dà il libero arbitrio, se oppugna il fato.
Nell'universo delle scritture occidentali esiste un genere, una cosa letteraria, che si chiama romanzo. Molti dicono che è morto, molti dicono che è vivo: lo scrivono, lo leggono, lo comprano... Io faccio l'ipotesi che non sia né tutto morto né tutto vivo, ma che certi romanzi siano morti e altri vivi: quelli vivi sono necessari.
Esistono libri politici, o meglio libri di politica. Molti sono libri "giustificativi", cioè libri che testimoniano di mancato atto politico. Altri, non molti, sono libri pienamente politici, scritture che accompagnano un'azione politica concreta e che il pubblico vuole e deve conoscere.
Frasi sulla scrittura
DiGiangiacomo Feltrinelli
L'editore è niente, puro luogo d'incontro e di smistamento, di ricezione e di trasmissione... E tuttavia: occorre incontrare e smistare i messaggi giusti, occorre ricevere e trasmettere scritture che siano all'altezza della realtà.
Frasi sulla scrittura
DiGiangiacomo Feltrinelli
Non avete mai letto nelle scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata | è divenuta testata d'angolo; | dal Signore è stato fatto questo | ed è mirabile agli occhi nostri?
Non so cosa mi aspettassi dalla scrittura quando, quindici anni fa, ho cominciato a scrivere. Ma mi sembra di cominciare a capire, al tempo stesso, l'attrazione che la scrittura esercita e continua a esercitare su di me, e la frattura che tale attrazione svela e racchiude.
La scrittura mi protegge. Vado avanti facendomi scudo delle mie parole, delle mie frasi, dei miei paragrafi abilmente concatenati, dei miei capitoli astutamente programmati. Non manco d'ingegnosità.
Saper leggere il libro del mondo | con parole cangianti e nessuna scrittura | nei sentieri costretti in un palmo di mano | i segreti che fanno paura | finché un uomo ti incontra e non si riconosce | e ogni terra si accende e si arrende la pace.
Uomini che non hanno la fede, come me, si appoggiano a piccoli fantasmi. Perciò frugo con ammirazione nella scrittura sacra la presenza del più colossale dei fantasmi, la divinità.
Sono uno che scrive, perciò sto in disparte. Questa intrusione sulla tua traccia finirà scritta, lontana da qui. Non somiglierà a un disegno, la scrittura ha bisogno di distanza.
Trovare nella vasta parete esattamente il punto attraversato dai pionieri, stare nella stretta scia di una scalata che fu ai tempi primizia, ecco, a me piace ripetere, in montagna, non inaugurare. Mi piace trovare i chiodi degli altri, non aggiungere i miei. Così fa pure la mia scrittura che va a ricalcare pezzi di vita svolta, senza inventarla nuova.
Nelle mie scritture sono debitore di voci, le ascolto in una parte interna dell'orecchio, negli ossicini del labirinto, dove pure ritrovo le persone assenti. In un posto del mio orecchio si incontrano i membri di un'assemblea del passato, i lontani. Non so decidere, neanche voglio, se vengono per surriscaldamento dell'immaginazione oppure sono visite vere. La mia pagina le accoglie senza chiedere documenti.
La mia infanzia è stata segnata profondamente dall'ebraismo soprattutto attraverso il commentario alla Scrittura, quello che giaceva sul tavolo di ogni ebreo.
Hemingway concepiva la sincerità come il supremo comandamento morale. Anche e innanzitutto nella scrittura, che non deve nascondere quello che l'uomo prova veramente.
La scrittura automatica è indegna come letteratura, interessante che possa essere per lo psicologo e il patologo... La mia facilità, come la chiamano, è in realtà un lavoro tremendamente duro. Scrivo alla velocità di due versi l'ora. Ho scritto centinaia di poesie e ognuna mi è costata ore e ore di dolore, sudore e tortura cerebrale.
È necessario essere coerenti e soprattutto avere molta autocritica. E confrontarsi, ascoltare le canzoni degli altri, riprodurle con il proprio strumento. Studiare a fondo i grandi successi e carpirne i trucchi del mestiere. È necessario conoscere la musica degli altri e anche prestare attenzione agli altri strumenti che non suoni. Oltre all'autocritica è necessaria la follia quando ti esibisci e quando scrivi. Se sei totalmente razionale non scrivi tanto. Lasciarsi andare totalmente in fase di scrittura. Questa capacità è anche insita nel carattere, il riuscire a raggiungere uno stato di trance sul palco. Se sei troppo razionale finirai con il costruire musica troppo cerebrale, costruita. La razionalità serve a mantenere i piedi per terra.
[A proposito delle battute sul suo bere] Non mi danno fastidio, ma sono un po' sciocche. Se uno bevesse tanto, secondo lei per quanto tempo continuerebbero a scritturarlo? Intendiamoci, bevo. Ma non mi ubriaco praticamente mai.
Il vero piacere del romanzo è tutto nella scoperta di questa intimità paradossale: l'autore e io... La solitudine della scrittura che invoca la resurrezione del testo attraverso la mia voce muta e solitaria.
Preferisco pensare alla scrittura come ad una testimonianza delicata, un gesto di affetto nei riguardi di una memoria che se ne va e muore anzitempo. Una esperienza che ti fa cambiare l'angolo dello sguardo, un arricchimento di prospettive. Accompagnata forse da un infantile desiderio di seduzione. Ma fuori dei canoni, dentro le allegre invenzioni di una mente inquieta.