Non siamo un popolo giovane con un passato innocente e una piccola eredità. Ci siamo accaparrati [...] una quota assolutamente sproporzionata dei beni e dei traffici mondiali. Abbiamo tutti i territori che vogliamo, e la nostra pretesa di essere lasciati in pace a godere di possedimenti vasti e splendidi, acquisiti principalmente con la violenza, mantenuti in gran parte con la forza, in molti casi sembra agli altri più irragionevole che a noi. (da un discorso al parlamento, prima della prima guerra mondiale)
Ritengo che siano ancora molti i soldi mafiosi sotto terra. Nascosti. È impossibile che gli uomini di Cosa Nostra siano riusciti a mettere alla luce del sole tutte le ricchezze costruite con il traffico di droga negli Usa. Impossibile. Credo ci siano enormi ricchezze convertite in lingotti d'oro. E credo che lo Stato non sappia bene in che direzione cercare.
A una certa età non vivi le notti milanesi... Poi laria inquinata, il traffico. Vivo sul Lago da dieci anni, sto benissimo, coltivo lorto e ho una barchetta per andare a pescare.
Se le sue glorie Amor vende costose | Ha ragione ed il suo traffico è giusto, | Ché non ci sono gioie più preziose | Di quelle valutate dal suo gusto, | Ed è cosa evidente | Che non val ciò che poco costa o niente.
Ci si trascina di notte per le vie e si parla tra sé. Il dialogo alligna di giorno e risuona dei suoi traffici ignobili. Di notte si monologa. Come dei re.
Dignità è la forma condizionale di quello che uno è. Se la dignità non esistesse, non ci sarebbe nemmeno la mancanza di dignità. Essa provoca i guardoni, e dove ci sono i guardoni, il traffico si paralizza.
L'americano tipo dedica ogni anno alla propria auto più di 1600 ore: ci sta seduto, in marcia e in sosta; la parcheggia e va a prenderla [ ]; lavora per pagare la benzina, i pedaggi dell'autostrada, l'assicurazione, il bollo, le multe. [ ] investe queste 1600 ore per fare circa 12.000 chilometri: cioè appena sette chilometri e mezzo per ogni ora. Nei paesi dove non esiste un'industria del trasporto, la gente riesce a ottenere lo stesso risultato andando a piedi dovunque voglia, e il traffico assorbe dal 3 all'8 per cento del tempo sociale, anziché il 28 per cento.
Nell'ultimo decennio l'istituzione medica è divenuta una grave minaccia per la salute. Le depressioni, le infezioni, le menomazioni e le disfunzioni originate dai suoi interventi causano ormai più sofferenze che non tutti gli incidenti del traffico e gli infortuni sul lavoro. Soltanto i danni organici provocati dagli alimenti di produzione industriale possono competere con la patologia indotta dai medici. Oltre a ciò, la professione medica fomenta la malattia puntellando una società malsana che non solo conserva industrialmente i suoi minorati ma alleva clienti per il terapista con metodo cibernetico. Infine, le cosiddette professioni sanitarie hanno un potere patogeno indiretto, un effetto che nega strutturalmente la salute. Trasformano la sofferenza, la malattia e la morte da impegno personale in problema tecnico, espropriando così la gente d'ogni capacità di misurarsi autonomamente con la propria condizione umana.
Presso la pretura di Birglar fu celebrato ai primi di autunno dell'anno passato un processo sul cui svolgimento l'opinione pubblica ebbe notizie molto scarse. I tre giornali più diffusi nel circondario di Birglar, cioè "La rassegna renana", "Il quotidiano del Reno" e "Il Messaggero della Duhr" che nelle loro rispettive rubriche "Dalla sala della pretura", "Nell'aula della pretura" e "Novità dalle preture" pubblicavano ampi resoconti sui furti di bestiame, gravi infrazioni alle norme del traffico, baruffe alle fiere annuali e via dicendo, si limitarono per quell'occasione a un magro comunicato che, cosa assai sorprendente, risultava identico in tutti e tre i giornali: "Giudice bonario per i Gruhl padre e figlio. Una delle personalità più amate e note della capitale del nostro circondario, il Pretore Capo Dr. Stollfuss, a cui in questa sede ci riserviamo di tributare il riconoscimento che merita, ha diretto, quale suo ultimo dibattimento prima di andare in pensione, il processo contro tali Giovanni e Giorgio Gruhl di Huskirchen il cui incomprensibile gesto, commesso nello scorso giugno, aveva suscitato l'indignazione di qualcuno. A conclusione del dibattito, concluso in una giornata, i due Gruhl sono stati condannati al risarcimento completo dei danni e a sei settimane di prigione. Hanno accettato il mite verdetto dopo essersi brevemente consultati col loro difensore, avvocato Hermes di Birglar. Tenuto conto del periodo di reclusione durante l'istruttoria, i due sono stati rimessi subito in libertà."
Inizio a camminare.
Cammino lento perché non ho bisogno di correre. Cammino lento perché non voglio correre. Tutto è previsto, anche il tempo legato al mio passo. Ho calcolato che mi bastano otto minuti. Al polso ho un orologio da pochi dollari e un peso nella tasca della giacca. È una giacca in tela verde e sul davanti, sopra il taschino, sopra il cuore, una volta c'era una striscia cucita con un grado e un nome. Apparteneva a una persona il cui ricordo è sbiadito come se la sua custodia fosse stata affidata alla memoria autunnale di un vecchio. È rimasta solo una leggera traccia più chiara, un piccolo livido sul tessuto, sopravvissuto all'affronto di mille lavaggi quando qualcuno
Chi?
perché?
ha strappato via quella striscia sottile e ha trasferito il nome prima su una tomba e poi nel nulla.
Adesso è una giacca e basta.
La mia giacca.
Ho deciso che la metterò ogni volta che uscirò per fare la mia breve camminata di otto minuti. Passi che si perderanno come fruscii nel fragore di milioni di altri passi camminati ogni giorno in questa città. Minuti che si confonderanno come scherzi del tempo, stelle filanti senza colore, un fiocco di neve sul crinale che è l'unico a sapere di essere diverso da tutti gli altri.
Devo camminare otto minuti a un passo regolare per essere sicuro che il segnale radio abbia voce sufficiente per compiere il suo lavoro.
Ho letto da qualche parte che se il sole si spegnesse di colpo, la sua luce raggiungerebbe la terra ancora per otto minuti prima di precipitare tutto nel buio e nel freddo dell'addio.
D'un tratto mi ricordo di questa cosa e mi metto a ridere. Solo, in mezzo alla gente e al traffico, la testa levata al cielo, una bocca spalancata su un marciapiede di New York per la sorpresa di un satellite nello spazio, mi metto a ridere. Intorno a me persone si muovono e guardano quel tipo in piedi all'angolo di una strada che sta ridendo come un pazzo.
Qualcuno forse pensa che pazzo lo sia davvero
Uno addirittura si ferma e per qualche istante si unisce alla mia risata, poi si rende conto che ride senza saperne il motivo. Rido fino alle lacrime per la incredibile e derisoria viltà del destino. Uomini hanno vissuto per pensare e altri non hanno potuto farlo per essere stati costretti alla sola incombenza di sopravvivere.
E altri a morire.
Un affanno senza remissione, un rantolo senza aria da salvare, un punto interrogativo da portare sulle spalle come il peso di una croce, perché la salita è una malattia che non finisce mai. Nessuno ha trovato il rimedio per il semplice motivo che il rimedio non c'è.
La mia è solo una proposta: otto minuti.
Nessuno fra gli esseri umani che si affannano intorno a me può sapere il momento in cui questi ultimi otto minuti inizieranno.
Io sì.
Io ho nelle mie mani molte volte il sole e posso spegnerlo quando voglio. Raggiungo il punto che per il mio passo e per il mio cronometro rappresenta la parola qui, infilo la mano in tasca e le mie dita circondano un piccolo oggetto solido e conosciuto. La mia pelle sulla plastica è una guida sicura, un sentiero da percorrere, una memoria vigile.
Trovo un pulsante e con delicatezza lo premo.
E un altro,
E un atro ancora.
Un attimo o mille anni dopo, l'esplosione è un tuono senza temporale, la terra che accoglie il cielo, un momento di liberazione. Poi le urla e la polvere e il rumore delle macchine che si scontrano, e le sirene mi avvertono che per molta gente dietro di me gli otto minuti sono finiti.
Questo è il mio potere.
Questo è il mio dovere.
Questo è il mio volere.
Io sono Dio.
L'America mi interessa perché è la sede, il punto di parenza della civiltà industriale nella quale siamo tutti coinvolti. Le origini sono qui. Anche noi italiani ci riferiamo all'America. Ora, la cosa la stupirà, ma sento che qui c'è qualcosa d'altro: qualcosa di quella religione della società che fu il portato della rivoluzione protestante. È questo fondamento di religiosità che impedisce al consumismo materialistico di trasformare i suoi utenti in oggetti, in puri robot. Per esempio, ammiro molto il senso della privacy che è qui, il culto della casa. E lo stesso modo di gestire il traffico.
[Una mostra in Canada, 1980]
Poesie bonsai: Oh Lumaca. Cosa ti viene in mente/ di attraversare proprio adesso?/ Lo so ch'è domenica/ e il centro storico/ è chiuso al traffico,/ ma c'è sempre qualche furbo/ col motori SCIAK ! . Nota a fondo poesia: Se si suppone l'esistenza di un cervello negli ultras del calcio è lecito ipotizzare una mente pensante anche nelle lumache.
A tutti coloro che oggi imputano la formazione di bande al solo fenomeno delle banlieues, io dico: certo, avete ragione, la disoccupazione, certo, l'emarginazione, certo, i raggruppamenti etnici, certo, la dittatura delle marche, certo, la famiglia monoparentale, certo, lo sviluppo di un'economia parallela e di traffici di ogni genere, certo, certo... Ma guardiamoci bene dal sottovalutare l'unica cosa sulla quale possiamo agire personalmente e che risale alla notte dei tempi pedagogici: la solitudine e il senso di vergogna del ragazzo che non capisce, perso in un mondo in cui gli altri capiscono.
Traffico di organi umani! Per quante volte possa essere accaduto un increscioso scambio di organi umani, si può parlare veramente di traffico? Ma avete idea di che cos'è Roma il sabato sera? Ci siete mai andati al cinema? Il traffico, dice! Non sappiamo più proprio il senso delle parole, proprio, il peso.
Come cazzo è possibile che ad un uomo piaccia essere svegliato alle 6.30 da una sveglia, scivolare fuori dal letto, vestirsi, mangiare a forza, cagare, pisciare, lavarsi i denti e pettinarsi, poi combattere contro il traffico per finire in un posto dove essenzialmente fai un sacco di soldi per qualcun altro e ti viene chiesto di essere grato per l'opportunità di farlo?
[Sulle droghe] Ognuno fa ciò che vuole e il fatto che ci sia una legge che ne vieta lutilizzo non impedisce certo che le droghe ci siano. Sono dellidea di legalizzarle, liberalizzarle, metterle a disposizione di tutti, perché interromperebbe un traffico illecito che è alla base di tanti altri mali.
Se lasci passare una macchina, o: a) starete andando nello stesso posto e occuperà l'ultimo parcheggio disponibile; oppure: b) procurerà un incidente tale da bloccare tutto il traffico per diverse ore.
[Leggi di Athena sulla cortesia stradale]
Con particolare riferimento alla regione Calabria è ben noto come la 'ndrangheta, l'organizzazione criminale tradizionalmente operante in quel contesto, si muova con particolare dinamicità e capacità operativa, giungendo a forme egemoniche nel settore del traffico della droga, delle armi, del riciclaggio di denaro sporco, potendo anche contare su evidenti connessioni con altre potenti organizzazioni criminali nazionali e straniere. È inoltre innegabile la capacità della 'ndrangheta di insinuarsi nei gangli della vita pubblica, in particolare degli enti di Governo locale nel settore degli appalti di opere, servizi e forniture. [1 agosto 2012]