Gli ebrei tedeschi erano molto assimilati nella cultura tedesca, quindi alcuni non si sono resi conto del pericolo incombente. Chi ha potuto si è messo in salvo, ma quando il fascismo e il nazismo è dilagato in Europa, ad un certo punto era troppo tardi per accorgersene. Quindi ci sono stati dei segni, sono stati captati dei segnali di pericolo, sono stati anche denunciati. Ma la tragedia della guerra e la Shoah hanno travolto la minoranza ebraica. A un certo punto era impossibile mettersi in salvo.
Qual è il più grande servizio che la conoscenza della storia ci può fornire? Quello di metterci sull'avviso. I nazisti hanno voluto uccidere gli ebrei semplicemente perché essi erano ebrei, gli zingari perché erano zingari e gli omosessuali perché erano omosessuali: venivano tutti visti come dei devianti che dovevano essere eliminati. In ciò consistette la "soluzione finale".
Secondo Pio XII il comunismo era il massimo male per l'Europa e il nazismo poteva essere visto, in un certo senso, come un baluardo contro di esso. La Chiesa non prese quindi una posizione a livello istituzionale, casomai ci furono dei singoli sacerdoti che si opposero al regime e che pagarono questa scelta con la vita. La Chiesa non prese neanche una posizione ferma contro lo sterminio degli ebrei, anche perché essa partiva dal presupposto che se avesse parlato la loro condizione sarebbe diventata ancora peggiore.
Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo - sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così.
[I nazisti e i fascisti] Hanno dimostrato per tutti i secoli a venire quali insospettate riserve di ferocia e di pazzia giacciano latenti nell'uomo dopo millenni di vita civile, e questa è opera demoniaca.
Purtroppo la crisi economica rischia di avere ricadute sulla convivenza civile. Può far sorgere la tentazione di chiusure, di esclusione. Penso alle spinte xenofobe che vediamo emergere in alcuni movimenti politici europei o allostilità diffusa verso i rom. E ricordo quanto ancora oggi il genocidio di rom e sinti avvenuto durante il nazismo sia dimenticato. Vediamo ancora oggi nelle società europee troppo antagonismo, spinte violente, odi incomprensibili, pregiudizi difficili da debellare. È intenzione del governo italiano portare i temi per sconfiggere i pregiudizi razziali in Europa e ai capi di Stato. Perché non possiamo permetterci che la costruzione e l'integrazione dell'Unione europea possa piombare nella disintegrazione e nella disgregazione. Per questo i fenomeni del razzismo e dell'antisemitismo vanno sorvegliati e combattuti per tempo. Altrimenti le fondamenta del magnifico edificio europeo verranno erose.
Si sono convinti che l'uomo, il peggior trasgressore di tutte le specie, sia il vertice della creazione: tutti gli altri esseri viventi sono stati creati unicamente per procurargli cibo e pellame, per essere torturati e sterminati. Nei loro confronti tutti sono nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno.
Parlare di tirannide perciò non persuade. Esiste una tecnica della tirannide, esposta in classiche trattazioni. Ma il nazionalsocialismo al potere non ne tiene conto per nulla, e in questo sì che è rivoluzionario. Assolutista, il nazismo raggiunge la popolarità proprio in ragione del suo prepotere. [...] Il nazionalsocialismo, al contrario, non concede nessuna rivincita, sia pure formale, alle avanguardie dello Spirito. Il suo cinismo, la sua crudeltà, la sua perfidia, trovano dall'inizio tutta una orgogliosa cultura preparata a giustificarli, a farseli propri. La tirannide non presenta più il viso odioso e meschino del regime di polizia, non adopera più di soppiatto, tra impaurita e feroce, i vecchi mezzucci della sobillazione e della calunnia, ma si accampa, fanatica e violenta, con la sicurezza, l'intransigenza esclusiva di una religione messianica. [...]
In Hitler il popolo tedesco ha trovato riassunti, al di sopra di ogni schema tradizionale di divisioni classistiche, alcuni dei motivi essenziali da sempre ritornanti a definire il proprio carattere, la fisionomia del proprio ethos: il gusto della violenza, il misticismo «romantico», la fanatica dedizione a un ordine meccanico, disumano. Hitler sapeva trascinare il grande industriale con l'esca dell'interesse e col ricorso al mito prediletto della supremazia tedesca nel mondo; affascinava il piccolo borghese col suo estetismo pompier, con la sua oratoria accesa e volgare, pronta sempre ad offrire, di ogni problema, la soluzione più semplicistica; piaceva all'intellettuale decadente, permeato di femmineo postnicianesimo (l'intelligencija tedesca già nel 1914 era in stato fallimentare come nessun'altra in Europa), per la sua ostentata energia virile, per il suo dichiarato disprezzo di ogni indugio morale o sentimentale, per quel suo rozzo materialismo demagogico che, nonostante tutto, pretendeva considerazione «spirituale». Conquistava infine anche l'operaio, facendo leva non soltanto sul suo sciovinismo non perfettamente esorcizzato, ma porgendogli, anche, delle sue rivendicazioni sociali, un'attuazione più concretamente immediata, meno utopica e intellettualistica di quanto non gliela prospettasse il programma della rivoluzione proletaria: e fosse pure nei limiti di una umiliante, paternalistica nota di concessioni padronali. [...] il nazismo non è certo la realizzazione di un genio. Hitler è effettivamente uno dei tanti [...].
Di fronte all'orrore della Shoah, simbolo perenne dell'abisso d'infamia in cui può precipitare l'uomo che disprezza Dio, sale fortissimo il bisogno di tramandare la memoria e far sì che mai più in futuro sia riservato, anche ad un solo essere umano, ciò che il nazismo riservò all'intero popolo ebraico.
Ricordo che sono andato a Friburgo da studente per conoscere Heidegger e per assistere ai suoi corsi universitari. Avevo la ferma intenzione di scrivere la tesi sul suo pensiero. Era il periodo in cui Heidegger era già molto celebre e quindi non era difficile riconoscere in lui un maestro. Tutto quello che affermava era, al tempo stesso, stupefacente ed enunciato con autorità. Io non ero ancora bene al corrente dei rapporti tra Heidegger e Hitler e, inoltre, all'epoca il presunto nazionalsocialismo di Heidegger non costituiva un problema come oggi, perché Heidegger aveva un indiscutibile carisma personale. La sua simpatia per il nazismo appariva secondaria e irrilevante rispetto al suo modo di dominare i problemi filosofici. Era un personaggio assolutamente affascinante. Esercitava un'influenza molto forte anche sui suoi colleghi, sui filosofi. Si aveva l'impressione che se Heidegger diceva qualcosa non valeva la pena discuterne ulteriormente.
Penso, al contrario di quanto continuano a sostenere tante altre persone, che il terrorismo sia una minaccia come lo sono stati il nazismo o lo stalinismo. E che quindi non è, a dispetto di certi luoghi comuni di sinistra, il prodotto della povertà o dell'unilateralismo USA.
Konrad Adenauer è stato una delle poche figure politiche del suo Paese che ebbe il coraggio di opporsi a Adolf Hitler. Anche dopo che il nazismo ebbe conquistato il potere, egli continuò a propugnare fermamente e apertamente i principi della democrazia, il che lo portò a passare un periodo di tempo in carcere.
Mi rendo conto di aver vissuto momenti della storia che sembravano immortali. Ho visto il nazismo di Hitler e il fascismo di Mussolini, che sembravano destinati a durare mille anni. E il comunismo dell'Unione Sovietica, che si credeva non sarebbe finito mai. Ebbene tutto questo oggi non esiste più. E allora perché mi dovrei fidare delle ideologie?
Ci sono stati l'antisemitismo, i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma loro [gli arabi] in questo cosa c'entravano? Essi vedono una sola cosa: siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?
[Sul Nazismo] Razzismo al cento per cento. Contro tutto e contro tutti: ieri contro la civiltà cristiana, oggi contro la civiltà latina; domani, chissà, contro la civiltà di tutto il mondo!
La Germania si compone di diverse razze, più o meno felicemente miscelate fra loro come ognuno può constatare girando in Germania. Vedremo se il nazismo riuscirà a trarne un "armento" di sangue puro. Nella migliore delle ipotesi, secondo i calcoli degli esperti nella materia, occorrono sei secoli, fra matrimoni razziali e non meno razziali castrature.
1984, di George Orwell era un'ottima proiezione nel futuro di un presente che conteneva lo stalinismo, e di un passato prossimo che aveva visto il fiorire del nazismo. Il nuovo mondo fu scritto prima che Hitler salisse al potere in Germania, e quando il tiranno russo non si era ancora avviato sulla sua strada.
Se fossi religioso, direi che è venuta l'apocalisse. Siccome non sono religioso, mi limito a dire che sono venuti i nazisti, il che, forse, è la stessa cosa.