Benché l'umana fantasia, gettando lo scandaglio nell'oceano del pensiero, possa cavarne l'ardita parola che tutto quanto esiste intorno a noi è vivo, sta pur sempre il fatto che la scienza non ha saputo ancor dare a questa idea sublime il battesimo del vero, e noi fino al giorno d'oggi possiamo ancora dividere nettamente i corpi in vivi e non vivi. La vita non è un'astrazione del pensiero, che è un segno stenografico del nostro linguaggio, ma di un fatto.
Nel costruire un personaggio mi ispiro alla realtà delle cose, anche se i gesti non vanno riprodotti in modo meccanico, ma reinventati e poi espressi in un linguaggio che tutti possono comprendere. Cioè trasporto i gesti, i movimenti, i tic che sono un patrimonio di esperienze comuni a tutti alle mie corde interpretative.
La Hilton è la Parodia Finale, dopo di lei non potranno esserci altre parodie sia pure in una società strutturalmente parodistica. Consumati fino allo sfinimento tutti i miti e i modelli possibili, fatta indigestione di ogni tipo di star, di ogni genere di guru o di maudit o di strafica, ripetuti malamente e a volume sempre più alto tutti i linguaggi, si è infine individuato nella Hilton l'approdo definitivo: una che, finalmente, non solo non sa fare nulla, ma nemmeno ci prova. Purtroppo la sua unicità non sarà capita. Milioni di ragazze e ragazzi già sognano di imitarla.
"Larena" racconta lattualità con la forza di un linguaggio moderno e con ritmo dialettico. Il programma crea una dialettica forte e appassionata, ma io privilegio sempre il confronto allo scontro.
[Su un comizio di Palmiro Togliatti] Quello che mi incantò fu il suo linguaggio che era insieme popolare, inteso da tutti, eppure ogni motto guardingo, puro italiano, ogni parola specchio esatto di ciò che voleva esprimere, ogni parola giusta a "sollecitare" il cuore e la mente di chi lo ascoltava. La piazza era gremita. Il comizio si svolse in silenzio, acuta in tutti l'emozione. Parlava il capo dei loro nemici, di loro lucchesi, bianchi, come un predicatore, dal pulpito, con calma, un'eco solenne... tale preciso parlare parve anche un omaggio a quel popolo che lì, sotto il piccolo palco, ascoltava e la lingua italiana, il dittaggio, eccome se lo conosceva e lo coltivava, eccome se attraverso i secoli aveva conservato il bel parlare, la lingua italiana.
Fare cinema è qualcosa che riguarda un processo mentale e visivo, è un problema di originalità, di idee, di linguaggio e costruzione delle immagini che sono sempre al primissimo posto.
La cinematografia è il linguaggio di apparenze, e le apparenze non parlano. Il linguaggio delle apparenze è la musica. Bisogna levare il cinematografo dalla letteratura e metterlo nella musica, perché deve essere il linguaggio visivo della musica.
È umanamente impossibile desumerne immediatamente la logica del linguaggio. Il linguaggio traveste i pensieri. E precisamente cosí che dalla forma esteriore dell'abito non si può concludere alla forma dei pensiero rivestito; perché la forma esteriore dell'abito è formata per ben altri scopi che quello di far riconoscere la forma del corpo. Le tacite intese per la comprensione del linguaggio comune sono enormemente complicate.
Frasi sul linguaggio
DiLudwig Wittgenstein
Il linguaggio comune è una parte dell'organismo umano, né è meno complicato di questo.
Frasi sul linguaggio
DiLudwig Wittgenstein
L'uomo possiede la capacità di costruire linguaggi, con i quali ogni senso può esprimersi, senza sospettare come e che cosa ogni parola significhi.
Il limite del linguaggio si mostra nell'impossibilità di descrivere il fatto che corrisponde a una proposizione (che è la sua traduzione) senza appunto ripetere la proposizione.
I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.
Frasi sui limitiFrasi sul linguaggio
DiLudwig Wittgenstein
Mi sono reso conto che fare l'ermetico crea meno problemi, mentre parlare un linguaggio semplice ti espone a maggiori possibilità di essere giudicato. Più gente ti capisce, più hai potenziali giudici di ciò che fai.
Capii che nel mio pensiero, nel mio linguaggio, nel mio passato, in quello che mi restava da vivere, io ero una libertà, e che era giunta la mia ora di sparire insieme alle altre. Molti cattolici seguirono una linea diversa e, separandosi da tutto quello che avevano detto e fatto, si prostrarono con devozione davanti al potere assoluto. Questo scisma che non mi sento proprio di definire un'apostasia è sempre stato per me un grande mistero e un grande dolore.
[Testament du Père Lacordaire, 1870]
La voce dell'istinto, cui l'animale selvatico, nello spazio vitale in cui si trova naturalmente collocato, può ubbidire senza freni, perché essa lo consiglia sempre per il bene dell'individuo e della specie, nell'uomo diviene anche troppo spesso fonte di suggestioni perniciose, ed è tanto più pericolosa in quanto ci parla nello stesso linguaggio in cui ci si manifestano anche altri impulsi, ai quali ancor oggi non solo possiamo, ma dobbiamo ubbidire. L'uomo è quindi costretto a vagliare alla luce del pensiero concettuale ogni singolo impulso [...].
Gli animali si esprimono, e l'espressione può essere considerata, fino ad un certo grado, linguaggio. Questo è, ad avviso di Bühler, il livello più basso del linguaggio, un livello che svolge pur sempre un certo ruolo quando si parla, ma che non raggiunge il livello umano.