[Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi] Questo magnifico gentiluomo dalle doti più elevate e dagli interessi più degni: l'ultimo di una razza speciale. Ma un rimpianto lascia in me il duca degli Abruzzi: quello di non aver potuto vivere nel suo tempo. Chissà, forse mi sarei trovato nel suo gruppo di guide, legato alla sua corda, sul K2.
[La RAI compie 50 anni] Non c'è nulla di più falso del rimpianto dei bei tempi andati. I bei tempi non sono mai esistiti, [...]. Eppure è diffusa l'abitudine pigra di serbarne selezionati e dolci ricordi.
Siamo tutti persuasi di abitare l'età della tecnica, di cui godiamo i benefici in termini di beni e spazi di libertà. Siamo più liberi degli uomini primitivi perché abbiamo più campi di gioco in cui inserirci. Ogni rimpianto, ogni disaffezione al nostro tempo ha del patetico. Ma nell'assuefazione con cui utilizziamo strumenti e servizi che accorciano lo spazio, velocizzano il tempo, leniscono il dolore, vanificano le norme su cui sono state scalpellate tutte le morali, rischiamo di non chiederci se il nostro modo di essere uomini, non è troppo antico per abitare l'età della tecnica che non noi, ma l'astrazione della nostra mente ha creato, obbligandoci, con un'obbligazione più forte di quella sancita da tutte le morali che nella storia sono state scritte, a entrarvi e a prendervi parte.
Quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c'era una freccia che indicava una direzione diversa; da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi. Qualcuna di queste deviazioni l'hai imboccata senza accorgertene, qualcun'altra non l'avevi neanche vista; quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore; non lo sai ma ugualmente provi rimpianto. Potevi fare una cosa e non l'hai fatta, sei tornato indietro invece di andare avanti.
Il padre di Bobby Garfield era stato uno di quelli che cominciano a perdere i capelli sui vent'anni e sono completamente calvi intorno ai quarantacinque. La morte per infarto a trentasei anni aveva risparmiato a Randall Garfield quesito esito estremo. Era agente immobiliare e aveva esalato l'ultimo respiro sul pavimento di una cucina altrui. Quando era spirato il possibile acquirente era in soggiorno a cercare di chiamare un'ambulanza da un telefono scollegato. All'epoca Bobby aveva tre anni. Conservava ricordi vaghi di un uomo che gli faceva il solletico e lo baciava sulle guance e sulla fronte. Era più che sicuro che quell'uomo era suo padre. HA LASCIATO UN VUOTO COLMO DI TRISTEZZA, era scritto sulla lapide di Randall Garfield, ma sua madre non era poi così triste e quanto a Bobby... be', come si può rimpiangere una persona che non si riesce a ricordare?
La nostra anima ha perso di vista Ermes, non gioca più, è tutta intenta a conoscere ciò che ha, la casa in città e quella al mare, la messa della domenica, le buone abitudini, magari in mezzo a lamenti e qualche rimpianto. Solo i saggi sono veramente mercuriali: giocano ancora a ottanta anni come i bimbi, sono curiosi, osservano, silenziosi, quasi in disparte... i veri saggi non sai mai cosa pensano, sono misteriosi come i bambini. Anzi i saggi e i bambini non pensano!
Il buio, il vuoto, il nulla: sono metafore di una dimensione ancestrale in cui la vita si ri-partorisce. Se si accoglie il vuoto che gli abbandoni ci portano, gli addii sono fonte di progresso, di rinascita, di nuove occasioni di vita. Se resistiamo, se rimpiangiamo, ci tormenteremo per anni. Sì, bisogna toccare il fondo per ritornare a vivere.
Avevo una enorme, radicata, sciocca fiducia nella benevolenza del destino, e uccidere e morire mi parevano cose estranee e letterarie. I miei giorni erano lieti e tristi, ma tutti li rimpiangevo, tutti erano densi e positivi; l'avvenire mi stava davanti come una grande ricchezza.
Andre che annuncia il ritiro è veramente la fine di un'era. Agassi è stato uno dei migliori contro cui abbia mai giocato e mi ha reso un tennista migliore. La sua longevità sportiva e il desiderio di competere ai massimi livelli sono stati ammirevoli. Ha dato moltissimo al nostro sport e sarà rimpianto.
Nelle interviste non sono David Letterman. E in campo sono molto con me stesso, concentrato al massimo, e così resterò: com'era anche Borg. E, se Stich dice che ho successo perché mi dedico solo al tennis e tralascio la vita, gli rispondo che quando smetterò, a 30-35 anni, avrò il resto della mia vita per fare quello che voglio. E non avrò rimpianti.
Frasi sui rimpianti
DiPete Sampras
Rimpiangere le proprie esperienze significa arrestare il proprio sviluppo. Rimpiangere le proprie esperienze significa porre una menzogna sulle labbra della propria vita. È quasi come negare l'esistenza dell'anima.
In greco, «ritorno» si dice nóstos. Álgos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano escusivamente la tristezza provocata dall'impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. Il che, in inglese, si dice homesickness. O, in tedesco, Heimweh. In olandese: heimwee. Ma è una riduzione spaziale di questa grande nozione. Una delle più antiche lingue europee, l'islandese, distingue i due termini: söknudur: «nostalgia» in senso lato; e heimfra: «rimpianto della propria terra». Per questa nozione i cechi, accanto alla parola «nostalgia» presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commovente frase d'amore ceca: stýská se mi po tobě: «ho nostalgia di te»; «non posso sopportare il dolore della tua assenza». In spagnolo, añoranza viene dal verbo añorar («provare nostalgia»), che viene dal catalano enyorar, a sia volta derivato dal latino ignorare. Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza.
Se paragono tutta la mia vita rimanente a questi quattro anni che egli mi ha regalato, essa non è altro che fumo, null'altro che una notte oscura e noiosa. Gli stessi piaceri che mi si offrono, invece di consolarmi, raddoppiano il rimpianto della sua perdita.
Ed il tempo se ne andò con te | tra i rimpianti e le lacrime | e i ricordi e la felicità | a l'Amore che non tornerà.
Frasi sui rimpianti
DiMax Pezzali
Un po' rimpiango di non avere vissuto l'adolescenza come i miei coetanei e di non avere avuto tempo per me stessa. Però ho scelto un percorso diverso e sono stata molto fortunata. "L'ultimo bacio" mi ha dato subito la popolarità. Grazie a quel film ho potuto viaggiare, trasferirmi a Roma e conoscere registi importanti: un'opportunità unica per me, che venivo dalla provincia.
Ho sempre pensato a come farmi rimpiangere quando non ci sarò più. Perciò mi sono preparata da sola un regalo di immortalità. Ho finanziato il restauro della Madonna del libro custodita nel museo Poldi Pezzoli di Milano, dipinta da Sandro Botticelli 500 anni fa. Ora durerà per altri 500 anni. In un mondo in cui dopo cinque minuti tutto finisce, ho voluto qualcosa che rimanesse. Lho fatto per ricordare Annalisa [la figlia morta nel 1989].
È ormai difficile incontrare un cretino che non sia intelligente e un intelligente che non sia un cretino. [...] e dunque una certa malinconia, un certo rimpianto, tutte le volte ci assalgono che ci imbattiamo in cretini adulterati, sofisticati. Oh i bei cretini di una volta! Genuini, integrali. Come il pane di casa. Come l'olio e il vino dei contadini.
Dal giorno in cui gli uomini hanno affermato il loro dominio sul mare, tre Stati, degni d'essere ricordati, sono sorti sopra le sue sabbie: Tiro, Venezia e Inghilterra. Della prima di queste grandi potenze non rimane che la memoria, della seconda le rovine; in quanto alla terza che è oggi l'erede delle due prime, se dimentica il loro esempio può essere condotta, quantunque di più orgogliosa grandezza, ad una fine meno rimpianta.