Mio fratello è figlio unico [...] perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati, malpagati e frustrati. | Mio fratello è figlio unico sfruttato, | represso, calpestato, odiato | e ti amo Mario.
[da Mio fratello è figlio unico]
Possiamo far funzionare gli Oasis senza per questo dover essere tra noi il miglior amico l'uno dell'altro. Jagger e Richards non lo sono di certo. Capisco che la gente trovi affascinante il fatto che siamo fratelli, ma per me è noioso. Inutile dire bugie, raccontare che andiamo d'accordo.
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti | arrivederci fratello mare | mi porto un po' della tua ghiaia | un po' del tuo sale azzurro | un po' della tua infinità | e un pochino della tua luce | e della tua infelicità. | Ci hai saputo dir molte cose | sul tuo destino di mare | eccoci con un po' più di speranza | eccoci con un po' più di saggezza | e ce ne andiamo come siamo venuti | arrivederci fratello mare.
Gli animali son creature di questa terra, sono nostri fratelli e quindi non è che si devon considerare oggetti a nostra disposizione. Sono esseri viventi che hanno capacità di amare e di soffrire e quindi dobbiamo trattarli proprio come fratelli, come fratelli minori. Noi abbiamo un cervello più potente, però non vuol dire che, per questo, dobbiamo abusare di loro.
E Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare laltro.
E Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Ho cominciato a tirare calci al pallone a quattro anni, per strada, come quasi tutti in Argentina. Imitavo i miei due fratelli più grandi. E li dribblavo.
I fratelli non devono necessariamente dire qualcosa gli uni agli altri: possono sedere in una stanza e stare insieme stando ognuno completamente a proprio agio con l'altro.
I tuoi figli non sono tuoi figli. Sono fratelli e sorelle bramosi di vita per se stessi... ti puoi ingegnare per essere come loro, ma non si deve cercare di renderli come noi.
Abele e Caino s'incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: "Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima". "Ora so che mi hai perdonato davvero" disse Caino "perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare". Abele disse lentamente: "È così. Finché dura il rimorso dura la colpa".
E la Morte parlò a loro. Era arrabbiata perché tre nuove vittime l'avevano appena imbrogliata: di solito i viaggiatori annegavano nel fiume. Ma la Morte era astuta. Finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle.
Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo [...].
Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più la Morte e chiese il potere di richiamare gli altri dalla Morte. [...]
Infine la Morte chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderava. Il fratello più giovane era il più umile e anche il più saggio dei tre, e non si fidava della Morte. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio Mantello dell'Invisibilità.
Fratelli d'Italia | L'Italia s'è desta | Dell'elmo di Scipio | S'è cinta la testa | Dov'è la vittoria?! | Le porga la chioma | Ché schiava di Roma | Iddio la creò.
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte.
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli.
Il dolore va trattato non come un guizzo o una contrazione muscolare, ma come il grido di un'anima, a cui un altro fratello, il medico, accorre con l'ardenza dell'amore, la carità.
È triste ma deve essere proprio così: se il mio giovane fratello si mette i calzoncini corti, la gente dice: Ecco un giovanetto in tenuta sportiva. Se, invece, me li metto io, la gente urla: Ecco un uomo in mutande!
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: "Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello".
Se uno dicesse: "Io amo Dio", e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.