[La frase che segue è attribuita anche a Platone ma è più probabile che fosse di Socrate]
Anche un allevatore di asini, di cavalli e di buoi, che fosse tale quale Pericle fu, avrebbe la fama di essere un cattivo allevatore.
Qui giace l'Aretin, poeta Tosco. | Che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, | scusandosi col dir: "Non lo conosco"!
[Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio]
Qui giace il Giovio, storicone altissimo, | Di tutti disse mal, fuorché dell'asino, | Scusandosi col dire: egli è mio prossimo.
[Parafrasando la citazione precedente]
Qualsiasi asino può buttare giù un fienile, ma ci vuole un buon falegname per costruirne uno.
Frasi sugli asini
DiLyndon Johnson
C'era una volta un gessaio che aveva parecchi asini magri e sbilenchi, sui quali caricava i sacchi del gesso da portare a questo e a quello; uno poi, il peggio di tutti, spelato, con un moncherino di coda, pieno di guidaleschi, pareva si reggesse su le gambe proprio per miracolo.
- Uh! Il Drago!
Le due bambine, che s'erano messe a giocare presso il muricciolo del ponticello dove la zia le aveva appostate per chiedere l'elemosina ai passanti, alla vista del vecchio che arrivava a cavallo all'asino, s'erano subito rimesse a sedere, la maggiore sul muricciolo, la minore per terra; e ripetevano insieme sottovoce:
- Uh! Il Drago! Il Drago!
Addormentatosi lasino sopra il diaccio dun profondo lago, il suo calore dissolvé esso diaccio, e lasino sottacqua, a mal suo danno, si destò, e subito annegò.
O dunque forte, vittoriosa e trionfatrice mascella d'un asino morto, o diva, graziosa e santa mascella d'un polledro defunto, or che deve essere della santità, grazia e divinità, fortezza, vittoria e trionfo dell'asino tutto, intiero e vivente, asino, pullo e madre, se di quest'osso e sacrosanta reliquia la gloria ed exaltazion è tanta? [...] Pregate, pregate Dio, o carissimi, se non siete ancora asini, che vi faccia dovenir asini.
[In lode dell'asino] O sant'asinità, sant'ignoranza, | Santa stolticia e pia divozione, | Qual sola puoi far l'anime sí buone, | Ch'uman ingegno e studio non l'avanza; | [...] | La santa asinità di ciò non cura; | Ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare, | Aspettando da Dio la sua ventura. | Nessuna cosa dura, | Eccetto il frutto de l'eterna requie, | La qual ne done Dio dopo l'essequie.
Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!
Un tempo si rappresentava il somaro in piedi, dietro la lavagna, con in testa un cappello da asino. Questa immagine non stigmatizzava alcuna categoria sociale particolare, mostrava un bambino qualsiasi, messo nell'angolo perché non aveva studiato la lezione, non aveva fatto i compiti, oppure aveva fatto cagnara nell'ora di Daudet, alias Cosino. Oggi, e per la prima volta nella nostra storia, un'intera categoria di bambini e di adolescenti è quotidianamente, sistematicamente bollata come fatta da somari emblematici. [...] Non contenti di far loro subire qualcosa di molto simile a un apartheid scolastico, dobbiamo anche considerarli una malattia nazionale: sono tutti i giovani di tutte le 'banlieues.
C'era un mugnaio, che aveva lasciato ai tre figli nient'altro che il mulino, un asino e un gatto. La spartizione fu ben presto fatta. Non vennero chiamati né il notaio né il procuratore. Si sarebbero subito mangiati l'intero patrimonio. Il più vecchio ebbe il mulino, il secondo l'asino e il giovane null'altro che il gatto.
[Il Gatto con gli stivali]