Se sei il tipo di persona che vuole realizzare i propri sogni, devi essere intraprendente per assicurarti la possibilità di farlo. Io sono venuto in California quando avevo 21 anni, pensando che le mie credenziali di New York mi avrebbero portato fino in fondo. Sono tornato a casa dopo un anno abbattuto e fallito.
Non ho mai visto nessuno assumere che tutti i cittadini di New York siano colpevoli di omicidio, violenze, rapine, spergiuri o scrittura di software proprietario.
Io lavoro sempre, ma lavoro in molti ambiti diversi. Seguo una compagnia teatrale di New York, dirigo, compaio in alcune recite, in film, cerco di mantenermi eclettico.
Alle tre e trenta della notte del 5 giugno 1992, il miglior telepate del Sistema Solare scomparve dalla mappa situata negli uffici della Runciter Associates a New York City. Ciò diede inizio agli squilli dei videofoni.
L'organizzazione di Runciter aveva perso le tracce di troppi psi appartenenti al gruppo di Hollis negli ultimi due mesi; quell'ultima sparizione era la goccia finale.
Esco dal taxi ed è probabilmente l'unica città che in realtà sembra migliore rispetto alle cartoline: New York.
Frasi su New York
DiMilos Forman
Vado a New York City, vedo la bella statua della libertà. Le dico: "Hey, ragazza! Che vita solitaria! Hai un cuore di pietra e simboleggi ciò che voglio possedere: diventeresti la mia solitaria mogliettina?"
I go to NYC, see the pretty statue of liberty. I say "Hey girl! What a lonely lonely life! Your heart is made of stone, you symbolise what I want to own. Could you be my only lonely wife?" [da The Only Lonely One]
Gli attentati di New York e Washington del 2001 rivelano anzitutto una situazione preesistente, situazione che l'annientamento di qualche gruppo terroristico o il rovesciamento dei regimi che li sostengono non saranno sufficienti a cambiare.
La California è piena di cause significative. New York, invece, è piena di rumori privi di significato e questa potrebbe essere la sua salvezza.
[Corriere della sera, 28 agosto 2008]
Ho vissuto a New York per circa sette anni e un sacco di persone che hanno iniziato con me a cantare ora non cantano e non scrivono più. Quindi il fatto che possa ancora farlo è una specie di dono, che è ciò su cui rimango concentrata.
Nella mia vita ho fatto un sacco di cose, ho guadagnato un sacco di soldi e mi sono divertito molto. Ma ho anche vissuto a New York negli anni del culmine della promiscuità sessuale. Se non prenderò l'AIDS io, non la prenderà nessuno. (1987)
Negli Usa ci sono sempre più famiglie di fatto così: con due mamme, o con due papà. Uno studio pubblicato dal New York Times ha dimostrato che i figli di questo tipo di famiglie sono mediamente equilibrati, ben inseriti nella società: ormai nel mio Paese è diventata una cosa normale.
Miei cari ascoltatori, a stare a sentire certi cervelli limitati (mai aggettivo è stato più adatto), l'umanità sarebbe rinchiusa in un cerchio di Popilio che mai essa riuscirebbe a superare, essendo condannata a vegetare su questo globo senza alcuna speranza di slanciarsi un giorno negli spazi planetari! Sciocchezze! Si andrà sulla Luna e poi sui pianeti e sulle stelle come oggi si va da Liverpool a New York, facilmente, rapidamente, sicuramente, e l'oceano atmosferico sarà tra breve attraversato come gli oceani terrestri. La distanza non è che una parola relativa, e finirà per essere ridotta a zero.
Mia madre è una grande cuoca. I miei, dopo aver lasciato l'Istria, aprirono con tanti sacrifici un ristorante a New York. All'inizio non volevano che io seguissi le loro orme. Il classico racconto degli emigranti, che si desiderano per i figli un futuro migliore. Poi hanno capito che quello era il mio destino.
Odio vivere a New York e via discorrendo. I tassì, e gli autobus di Madison Avenue, con i conducenti e compagnia bella che ti urlano sempre di scendere dietro, e essere presentato a dei palloni gonfiati che chiamano angeli i Lunt, e andare su e giù con gli ascensori ogni volta che vuoi mettere il naso fuori di casa, e quegli scocciatori sempre lì, da Brooks, e la gente che non fa altro.
Gli eventi hanno smesso di scioperare. E ci troviamo anzi di fronte, con gli attentati di New York e del World Trade Center, all'evento assoluto, alla "madre" di tutti gli eventi, all'evento puro che racchiude in sé tutti gli eventi che non hanno mai avuto luogo.
Quando sei uno chef, ti muovi continuamente. Non si ha mai la possibilità di sedersi e mangiare. Gli chef non si siedono mai per mangiare prima di cucinare. Così, quando ho finito il mio lavoro, la prima cosa che faccio, soprattutto quando mi trovo a New York, è andare a correre. Corro 10 o 15 chilometri e corro per farmi venire appetito.
Non trovo niente che non mi piaccia di Ascoli: è bella, raccolta, la si gira bene. Una volta pensavo che non offrisse molte opportunità musicali, ma poi mi sono reso conto che non era possibile chiedere tanto a un luogo così tranquillo e misurato. Dovevo spostarmi io, a New York e a Milano, dove vivo oggi.
Quando il sedicenne Karl Rossmann, mandato in America dai suoi poveri genitori perché una donna di servizio l'aveva sedotto e aveva avuto un bambino da lui, entrò nel porto di New York sulla nave che ormai procedeva lenta, la statua della Libertà già osservata da un pezzo gli apparve come una luce di un sole divenuto di colpo intenso. Il braccio con la spada sporgeva come appena sollevato e attorno alla figura spiravano libere brezze.
Ero nella mia casa di New York, quando cominciarono ad arrivare pagine e pagine dattiloscritte. Era la sceneggiatura di Eyes Wide Shut, accompagnata da "Thanks for accepting" e la firma di Stanley Kubrick. Non credevo ai miei occhi. Nessun contatto telefonico precedente, nessuna richiesta di provino, nient'altro che una proposta diretta e un ringraziamento anticipato. Anche se mi è capitato, da modella, di mostrarmi seminuda, come attrice non me la sentivo di espormi completamente nuda al pubblico e temevo, cominciando in modo così radicale, seppur con un genio come Kubrick, che in seguito non sarei più riuscita a scrollarmi di dosso un simile ruolo. Ho chiamato Kubrick per chiedergli se nella seconda scena potevo indossare qualcosa: lui ha rifiutato e alla fine ho rifiutato anch'io.
New York tira fuori il mio lato gioioso.È una città perfetta, cosmopolita, c'è posto per tutti. Compro persino i fiori quando sono là, io che amo solo quelli finti perchè non appassiscono e non puzzano.
È stato fatto uno studio sulle tre frasi più sentite a New York City. La prima è: "Ehi, taxi!". La seconda è: "Qual è il treno per andare a Bloomingdales?". E la terza è: "Non si preoccupi, è solo una ferita superficiale".