Un punto microscopico brilla, poi un altro, poi un altro: è l'impercettibile, è l'enorme. Questo lumicino è un focolare, una stella, un sole, un universo; ma questo universo è niente. Ogni numero è zero di fronte all'infinito. L'inaccessibile unito all'impenetrabile, l'impenetrabile unito all'inespicabile, l'inespicabile unito all'incommensurabile: questo è il cielo.
Per me l'Universo era del tutto privo di Vita, o di Scopo, o di Volontà, e perfino di Ostilità; era solo un enorme, inerte, incommensurabile Locomotiva che correva, nella sua mortale indifferenza, per stritolarmi membro a membro. Oh immenso, malinconico, solitario Golgota, e Fabbrica di Morte! Perché il Vivo è stato esiliato laggiù solitario eppur cosciente? Perché, se il Diavolo non esiste; anzi, a meno che il Diavolo sia il vostro Dio?
Prima dell'universo esistevano solo due cose. Una era It e l'altra la Tartaruga. It era arrivato sulla Terra molto tempo dopo che la Tartaruga si era ritirata nel suo guscio, e lì aveva scoperto una facoltà immaginifica del tutto nuova, quasi straordinaria. Le capacità di questa immaginazione rendevano il cibo molto nutriente. I suoi denti straziavano carni paralizzate da esotici terrori e paure voluttuose: esseri che sognavano di mostri notturni e sabbie mobili; contro la loro stessa volontà, si affacciavano su baratri senza fondi.
Nessun giorno è uguale all'altro, ogni mattina porta con sé un particolare miracolo, il proprio momento magico, nel quale i vecchi universi vengono distrutti e si creano nuove stelle.
La prima e suprema di tutte le sfere è quella delle stelle fisse, contenente se stessa e tutte le cose, e perciò immobile. Essa è infatti il luogo dell'universo al quale si riferiscono il moto e la posizione di tutte le altre stelle. Dappoiché alcuni stimano che in qualche modo pur essa muti: noi segneremo nella deduzione del moto della terra un'altra causa a tale sua apparenza. Prima fra le stelle mobili viene Saturno, che compie la propria orbita in trent'anni. Dopo questo Giove, che si muove con un periodo di dodici anni. Indi Marte, che gira in un biennio. Il quarto posto nell'ordine tiene la rivoluzione annua, nella quale abbiam detto la terra essere contenuta, con l'orbe lunare come epiciclo. Nel quinto posto si muove in nove mesi Venere. Mercurio infine occupa il sesto, che in ottanta dì conchiude il suo giro nello spazio. Ma in mezzo a tutti sta il sole. Chi infatti, in tale bellissimo tempio, metterebbe codesta lampada in un luogo diverso o migliore di quello, donde possa tutto insieme illuminare? Perciò non a torto alcuni lo chiamano lampada del mondo, altri mente, altri reggitore. Trismegisto lo chiama Dio visibile, Elettra, nella tragedia di Sofocle, colui che tutto vede. Così, per certo, come assiso su un trono regale, il sole governa la famiglia degli astri che gli ruotano intorno.
Quel che dice la scienza, è la natura o l'universo che glielo detta; non può essere un'altra voce, no, non può essere altro; e la cosa non è rassicurante. Noi siamo oggi fin troppo portati a non ascoltar che la scienza, in questioni che escono dal suo dominio.
L'universo è asimmetrico e sono persuaso che la vita, così come noi la conosciamo, è il risultato diretto dell'asimmetria dell'universo, oppure una sua diretta conseguenza.
Soltanto nella nostra attività troviamo la salutare illusione di un'esistenza indipendente dall'universo intero, del quale tuttavia costituiamo soltanto una parte trascurabile.
L'Universo ha elargito un grande dono all'uomo: con i suoi migliori atomi ha creato una parte di sé stesso dentro la sua mente per studiare il resto di sé. Cosicché: "Le uniche leggi della materia sono quelle che la nostra mente deve architettare e le uniche leggi della mente sono architettate per essa dalla materia".
L'uomo e la donna, non c'è differenza in questo caso, sono modelli dell'universo su scala ridotta, sicché ogni evento sul piano astrale è accompagnato da manifestazioni a livello umano e ogni persona sperimenta un rapporto con un determinato ordine planetario secondo la configurazione basilare che porta in sé fin dal momento in cui ha aspirato il primo soffio di vita.
Non credo che l'universo si possa spiegare solo con cause naturali, e sono costretto a imputarlo alla saggezza e all'ingegnosità di un essere intelligente.
In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l'Universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate.
In un universo senza scopo, tutto è uguale e nulla vale la pena di un serio pensiero. Non ci resta che cogliere ciò che preferiamo e sorridere, rendendoci conto che dove non esistono autentiche direzioni l'una vale l'altra. Ed è meglio non cadere nell'assurdo eccitandosi o dandosi alla violenza, alle aberrazioni e ai comportamenti antisociali a causa di qualche illusoria sciocchezza. Nulla è importante, ma forse è più confortevole mantenere la calma e non interferire con gli altri.
Siamo creature minuscole in un universo che non è né benigno né maligno... è solo enorme e indifferente a noi, se non come anelli della catena della vita.
Si rinunci per moda, per smania di novità, per affettazione di scienza, si rinneghi l'arte nostra, il nostro istinto, quel nostro fare sicuro spontaneo naturale sensibile abbagliante di luce, è assurdo e stupido.
Un dì felice, eterea / Mi balenaste innante, / E da quel dì tremante / Vissi d'ignoto amor. / Di quell'amor ch'è l'anima / Dell'universo intero / Misterioso, altero. / Croce e delizia al cor.
Se l'astrologia considera il futuro come fato predestinato e governato dai moti dell'universo è evidente che gli esseri viventi - e in specie quelli intelligenti - non possono mutare il corso degli eventi. Non è possibile quindi utilizzare le predizioni astrologiche per influenzare il futuro secondo specifiche esigenze.
Alcuni scienziati affermano che l'idrogeno, proprio perché così abbondante, è il mattone fondamentale dell'universo. Io dico che nell'universo c'è più stupidità che idrogeno.
Ero solo come un ombrello su una macchina da cucire, dalle pendici dei monti Iblei a settentrione ho percorso il cammino arrampicandomi per universi e mondi con atti di pensiero e umori cerebrali.