La storia della mia predilezione infantile per l'Urss è una leggenda metropolitana. Semplicemente vivevo a Bergamo, dove tutti votavano per la Dc. A 13-14 anni il concetto teorico dell'uguaglianza mi affascinava, così mi parve giusto schierarmi con gli indiani, anziché con i cowboy, come facevano i bambini al cinema parrocchiale. Poi cominciai a leggere che in Russia non c'erano i partiti, imperava la dittatura del proletariato, vigeva la tetraggine. La simpatia per gli indiani svanì.
Io sono un Socialista, il Socialismo corrisponde più da vicino ad un'esistenza razionale e morale. Sta per co-operazione, per l'amicizia, non per la paura. Crede nell'uguaglianza, non perché vuole che le persone siano identiche, ma perché solamente tramite l'uguaglianza sociale la situazione economica di ciascuno può migliorare.
La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo si applica ai popoli di ogni paese, quale che sia il loro retaggio culturale, perché tutti gli esseri umani hanno una comune aspirazione alla libertà, all'uguaglianza e alla dignità.
La virtù, la sanità fisica, ogni bene e la divinità sono armonia: perciò anche l'universo è costituito secondo armonia. Anche l'amicizia è uguaglianza armonica.
Nella troppa disuguaglianza delle fortune, egualmente che nella perfetta eguaglianza, l'annua riproduzione si restringe al puro necessario, e l'industria s'annienta, poiché il popolo cade nel letargo.
Ci sono elementi di radicalità che devono essere presenti nel riformismo. L'ambiente, l'uguaglianza, la pace: perché un riformista deve avere sempre il fucile in mano? Perché dovremmo accettare la più grande diseguaglianza dei redditi d'Europa?
Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l'immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza fra gli uomini fino allora assente.
Assistere lautodeterminazione del popolo sulla base della massima uguaglianza possibile e [mantenere] la libertà, senza la minima interferenza di qualsivoglia potere, neppure provvisorio.
Uguaglianza senza libertà è il dispotismo dello Stato.
Frasi sull'uguaglianza
DiMichail Bakunin
Qualche mese fa mi capitò di parlare con i miei figli del Sudafrica, mentre vedevamo una delle partite del Mondiale di calcio 2010. Si parlava tanto di questo Paese che il mappamondo ficca laggiù in basso, che per vederlo bisogna proprio andarlo a cercare. E leggendo qua e là quelle che gli inserti speciali dei quotidiani definivano «curiosità» anche ai miei bambini era arrivata la notizia di un personaggio particolare. Un personaggio che per le proprie idee e per il colore della propria pelle era stato in carcere quasi trent'anni, Nelson Mandela. Dopo aver sofferto tantissimo Mandela era riuscito a farsi liberare e, addirittura, a vincere le elezioni per diventare il presidente di tutto il Sudafrica. Un uomo che onorava la parola politica con l'esempio più grande: quello di una vita spesa per la libertà e la democrazia. Mi colpì vedere gli occhi dei miei figli reagire, forse più perplessi che ammirati, al pensiero di poter stare qualcosa come ventisette anni chiusi in una prigione solo perché «colpevoli» di avere idee di giustizia e uguaglianza. E credo che sia stato importante sotto il profilo pedagogico poter dire loro che quell'uomo, quello stesso uomo che un regime aveva costretto in carcere, era diventato il capo dello Stato, quello che firmava le leggi, il garante del fatto che nessuno avrebbe più dovuto soffrire per simili atrocità. Una volta tornato in libertà, il desiderio di Nelson Mandela non era stato fare la guerra o vendicarsi, ma fare politica. Esattamente la stessa cosa che facevano gli altri, ma fatta bene, fatta all'insegna della giustizia e dell'uguaglianza.
Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione?
Amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare allAmerica lurgenza appassionata delladesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dalloscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dellingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno lurgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.
Ma il socialismo cosa era? Certo era una buona bandiera, mio padre diceva: "giustizia, uguaglianza" ma non ci può essere uguaglianza se Dio non c'è, non si può fare il regno dell'uguaglianza davanti a un notaro, solo davanti a Dio si può fare. O davanti alla morte: se tutti ad ogni momento, nella morte ci specchiassimo. Sarebbe così ingiusto il mondo dell'uguaglianza che solo in nome di Dio, o specchiandoci nella morte, potremmo viverlo. Senza Dio si può però fare giustizia, non ho mai pensato che Dio fosse giustizia, dalla nostra speranza di giustizia è lontano. Mio padre non si contentava della giustizia, voleva l'uguaglianza: credeva che quei grandi avvocati con cappello largo e cravatta a fiocco stessero al posto di Dio, l'avvocato Ferri e l'avvocato Cigna al posto di Dio.
Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole.
Riconosciamo oggi in Spagna il diritto a contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso. Non siamo stati i primi, ma sono sicuro che verranno dopo molti altri Paesi spinti da due forze inarrestabili: la libertà e l'uguaglianza. Si tratta di un piccolo cambiamento nel testo della legge che comporta un immenso cambiamento nelle vite di migliaia di concittadini.
Qualunque sia l'importanza della "grazia germinale", bisogna guardarsi da un giansenismo biologico che supporrebbe l'essere predeterminato nell'uovo che gli dette origine. L'ambiente interviene possentemente nella realizzazione umana. Ed è per ciò che sarebbe abusiva la pretesa di apprezzare, anche grossolanamente, il valore nativo degli individui, in una società come la nostra, dove infierisce una tale diversità di condizioni. Quanti esseri ben concepiti hanno avuto la fortuna di nascere male! L'uomo nasce differente dall'uomo, è vero, ma finché l'uomo non sarà trattato come l'uomo, sarebbe fuori luogo riferire le inuguaglianze apparenti alle inuguaglianze originali. Evitiamo di giudicare l'uovo dall'adulto.
Il consumatore-utente ha bisogno della sua dose di sapere garantito, accuratamente preconfezionato. Trova la propria sicurezza nella certezza di leggere lo stesso giornale del vicino, di guardare la stessa trasmissione televisiva del suo padrone. Si accontenta di avere accesso allo stesso rubinetto di sapere del suo superiore, anziché perseguire l'uguaglianza di condizioni che darebbe alla sua parola lo stesso peso di quella del suo padrone. La dipendenza, che tutti accettano come ovvia, nei confronti del sapere altamente qualificato prodotto dalla scienza, dalla tecnica e dalla politica, erode la fiducia tradizionale nella veracità del testimone e svuota di senso i modi con cui gli uomini possono scambiarsi le proprie certezze.
Voglio un Pd più ampio, che ritrovi pezzi della società che ha trascurato, e quindi perduto. Ma non sarà un incontro casuale, niente è dovuto. Servono forza, coraggio, visione, fantasia. Dobbiamo indicare un nostro New Deal alle persone e non può essere solo un messaggio di efficienza della politica, della burocrazia, dell'amministrazione. Non dobbiamo subire i temi degli altri: dobbiamo sconfiggere culturalmente e non solo numericamente la destra. Loro hanno rimpiazzato la politica con l'economia, cambiando drammaticamente il giudizio morale sulla disuguaglianza. Noi dobbiamo ripartire dalle persone.
[Intervista di Marco Bucciantini, L'Unità 20 settembre 2013]
Credo che sia una follia consumare i propri giorni ad accumulare ciò di cui non si potrà godere. Sollevate il velo e vi vedrete sotto l'egoismo che trova nella proprietà un mezzo per estendere e prolungare in qualche modo il personalismo. Io sento anche che quest'umile condizione in cui mi trovo, mi dà la capacità di meglio servire i miei simili. Se deve essere la lotta tra quelli che nulla hanno e quelli che troppo hanno, il nostro dovere di cristiani, è di interporci tra questi nemici irriconciliabili. Che l'uguaglianza si restauri! Che la carità faccia da sola ciò che la giustizia non riesce a fare ! Io so che Dio e la Chiesa non hanno bisogno né di poeti né di dottori; ma quelli che ne hanno bisogno, sono i deboli credenti scandalizzati dalle defezioni. Sì, noi siamo degli inutili servitori; ma noi rimaniamo dei servitori, e il salario non ci verrà dato che a condizione del lavoro che faremo nella "vigne del Signore" nella parte che ci verrà assegnata. Sì, la vita è spregevole. Ma se noi vediamo l'uso che se ne possiamo fare, se noi la consideriamo come l'opera più perfetta. Del Creatore, la vita allora è degna di rispetto ed amore. Preghiamo l'uno per l'altro. Diffidiamo delle nostre noie, delle nostre tristezze e delle nostre diffidenze. Andiamo semplicemente dove la Provvidenza misericordiosa ci conduce. Superiamo spesso le distanze col pensiero, scriviamoci, consigliamoci, sosteniamoci.
[A Francoise Lallier, 5 novembre 1836]
Il risultato naturale del meccanismo sociale è una elevazione costante del livello fisico, intellettuale e morale per tutte le classi, con una tendenza all'uguaglianza.
Quando si farà qualche passo nella via della libertà e dell'uguaglianza, qualche progresso nella via dell'emancipazione religiosa, qualche cammino nella via dell'educazione nazionale, certo voi, nella vostra giustizia, guarderete lì in fondo, e vedrete l'uomo che aveva levato quella bandiera, lo ricorderete con rispetto, e direte: «Ecco il precursore!» Questo è il vero carattere, questa è la vera importanza e la vera gloria di Mazzini.
La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.