Quando tu giuri che sei sua, / Con brividi e sospiri, / E lui giura che la sua passione è / Infinita, immortale - / Signora, segnatelo: / Uno di voi mente.
Mi rendo conto di aver vissuto momenti della storia che sembravano immortali. Ho visto il nazismo di Hitler e il fascismo di Mussolini, che sembravano destinati a durare mille anni. E il comunismo dell'Unione Sovietica, che si credeva non sarebbe finito mai. Ebbene tutto questo oggi non esiste più. E allora perché mi dovrei fidare delle ideologie?
Il sonetto è un monumento al momento, | memento dall'eternità dell'Anima | a un'ora morta e immortale. Fa' che sia | - per un rito lustrale o sinistro portento - | dell'ardua sua pienezza rispettoso: | incidilo in avorio o in ebano, secondo | che Giorno o Notte comandi, e il Tempo veda | il suo fiorito cimiero fulger di perle.
Quando ero bambino credevo che mia nonna fosse immortale. La sua età avanzata era per me una garanzia della sua eternità. Non c'era alcuna ragione che si fermasse visto che era durata tanto a lungo! Gli altri, i più giovani, con tutta la loro vitalità, mi sembravano molto più vulnerabili.
Ci deve essere un'isola nell'oceano Pacifico, una bella isola sperduta e nascosta sulle cui spiagge bianche passeggiano tranquilli Elvis Presley, James Dean, John Lennon e Marilyn Monroe. E magari, a fumare la sua pipa su una sdraio, in disparte, c'è pure Sherlock Holmes, che per i suoi più appassionati lettori non è un personaggio letterario ma è esistito veramente alla fine dell'Ottocento ed è ancora vivo, perché ha scoperto una specie di siero dell'immortalità.
Morire per la patria è cosa dolce e onorevole: infatti alcuni sono morti per la patria immortale: ed altri, a guardarla dalle tignole, è bisognato vivessero. Questa favoletta ne dice: il morto giace, il vivo si dà pace.
Un giovane falco che drizza
il libero volo
Ne l'alto, ove sono i fulgori
di soli immortali
Un giovane falco ribelle
o piccoli, io sono.
Mi spinge ne' campi ignorati,
un acre desio
Di sante ideali battaglie,
di luce e di gloria.
Mi splende nell'occhio la speme
di certe vittoria,
Mi parla nel core la voce
sinfonica, dolce
D'un caro sublime Pensiero,
ch'è Bene ed Amore.
Ho giovini l'ale e robuste,
o venti, o cicloni,
O fulmini immani feroci,
vi lancio la sfida.
Voi soli potete pugnare
col giovine falco,
Chè Luce, chè Forza, chè Vita
multanime siete.
Ma voi, piccoli, no. Coi vermi
guazzate nel fango,
Dal fango mirate del falco
il libero volo.
(Falco Ribelle, 1912)
Un uomo non è nato del tutto finché non è morto. Perché allora dobbiamo rattristarci che un nuovo nato abbia preso posto tra gli'immortali? Noi siamo spiriti. Che ci venga prestato un corpo anche se questo ci dà piacere, ci assiste nell'acquistare conoscenze o nel fare del bene ai nostri simili, è un atto generoso e benevolo del Signore. Quando il corpo non serve più a questi scopi e ci dà dolore invece che piacere, quando diventa un ingombro invece di un aiuto, è non meno generoso e benevolo che ci sia dato il modo di liberarcene. La morte è proprio questo.
Sarei grandemente ingenuo se chiedessi di essere lasciato in pace dopo morto. Attorno alle tombe dei Capi di quelle grandi trasformazioni, che si chiamano rivoluzioni, non ci può essere pace; ma tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato. Mentre il mio spirito, ormai liberato dalla materia, vivrà, dopo la piccola vita terrena, la vita immortale e universale di Dio. Non ho che un desiderio, quello di essere sepolto accanto ai miei nel cimitero di San Cassiano.
Per concludere e terminarla con un'indagine che la mancanza di idonei risultati rende quanto mai penosa, dobbiamo dire che, da qualunque parte si esamini la questione, non c'è nulla in comune fra gli asparagi e l'immortalità dell'anima.