[Dopo la caduta del regime sovietico] i comunisti [italiani] con una mossa trasformistica si sono ripresentati sul mercato elettorale con la bottega ripittata e una nuova insegna, però vendendo la solita merce putrida in confezione liberale. [...] hanno profittato di Mani Pulite e affini per allearsi con le toghe rosse e sgominare gli avversari. [...] Risultato: la DC in galera e il vecchio PCI restaurato al governo. Questa è l'anomalia italiana, altro che Berlusconi e la sua banda di dilettanti.
Suo padre era stato un restauratore di vasi prima di lui. Così anche Joe riparava vasi; praticamente qualsiasi tipo di oggetto in ceramica proveniente dai Vecchi Tempi, prima della guerra, quando non tutto era fatto di plastica. Un vaso in ceramica era una cosa meravigliosa, e tutti quelli che lui restaurava si trasformavano in qualcosa che Joe avrebbe amato, che non avrebbe dimenticato mai più; la forma di quell'oggetto, la sua composizione e il suo smalto restavano impressi in lui nel corso degli anni.
Tuttavia quasi nessuno aveva bisogno del suo lavoro, delle sue prestazioni. Rimanevano troppo pochi oggetti in ceramica, e chi li possedeva prendeva mille precauzione affinché non si rompessero.
Riportiamo il re sul suo trono, e lasciamo che il re acconsenta a governare in futuro con il consenso del Parlamento. Restauriamo la vecchia chiesa, con i suoi vescovi, poiché questo è ciò che la maggior parte della popolazione vuole; ma poiché i Puritani e i Secessionisti e i Battisti ci hanno servito bene nella guerra, non perseguitiamoli più ma lasciamo che pratichino il culto che desiderano, al di fuori della chiesa istituita. E così avremo pace e libertà.
Ho sempre pensato a come farmi rimpiangere quando non ci sarò più. Perciò mi sono preparata da sola un regalo di immortalità. Ho finanziato il restauro della Madonna del libro custodita nel museo Poldi Pezzoli di Milano, dipinta da Sandro Botticelli 500 anni fa. Ora durerà per altri 500 anni. In un mondo in cui dopo cinque minuti tutto finisce, ho voluto qualcosa che rimanesse. Lho fatto per ricordare Annalisa [la figlia morta nel 1989].
La vera rivoluzione per raggiungere la libertà è quella interiore, qualsiasi rivoluzione esterna è una mera restaurazione della solita società che a nulla serve.
Le sedie incatenanti stavolta erano quattro. I Dissennatori vi spinsero i prigionieri: c'era un uomo grosso che fissò Crouch con occhi vacui, un uomo più magro e nervoso i cui occhi si spostavano rapidi fra il pubblico, una donna con una folta, scura chioma lucente e le palpebre semichiuse, seduta sulla sedia con le catene come una regina su un trono, e un ragazzo sui vent'anni, che sembrava nientemeno che pietrificato. [...] Crouch si alzò e guardò i quattro con un'espressione di odio allo stato puro. "Siete stati condotti di fronte al Tribunale della Legge Magica [...] perché siate giudicati per un crimine atroce..." "Padre" disse il ragazzo dai capelli color paglia "Padre, ti prego..." "...del quale raramente abbiamo udito il pari in questa corte." Crouch alzò la voce, sovrastando quella del figlio "[...] Siete accusati di aver catturato un Auror Frank Paciock e di averlo sottoposto alla Maledizione Cruciatus, convinti che conoscesse l'attuale dimora del vostro signore, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato..." "Padre, non è vero!" strillò il ragazzo in catene. "Non è vero, lo giuro, padre, non rimandarmi dai Dissennatori..." [...] "Avete progettato progettato di restaurare il dominio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, e di tornare alla vita di violenza che probabilmente avete condotto quando era potente. Io ora chiedo alla giuria..." "Madre!"[...]"Madre, fermalo, madre, non ho fatto niente, non sono stato io!" "Io ora chiedo alla giuria" gridò Crouch "di alzare la mano se è convinta, come me, che questi crimini meritino una condanna a vita ad Azkaban!" Tutti insieme, maghi e streghe dell'ala destra della segreta, alzarono la mano. La folla disposta lungo le pareti scoppiò in un applauso [...], i volti pervasi di selvaggio trionfo. Il ragazzo prese ad urlare. "No! Madre, no! Non ho fatto niente, non ho fatto niente, non sapevo! Non lasciare che mi mandi laggiù, non lasciarglielo fare!" I Dissennatori rientrarono scivolando. I tre compagni del ragazzo si alzarono in silenzio; la donna dalle palpebre pesanti guardò Crouch e gridò: "Il Signore Oscuro risorgerà, Crouch! Gettaci pure ad Azkaban, noi aspetteremo! Risorgerà e verrà a cercarci, e ricompenserà noi più di ogni altro suo seguace! Solo noi siamo fedeli! Solo noi abbiamo cercato di trovarlo!" [...] "Portateli via!" ruggì [Crouch] ai Dissennatori, sputando saliva. "Portateli via, e che possano marcire laggiù!"
Noi amiamo l'arte, ma riteniamo che essa non vada sottratta al contesto sociale in cui si è manifestata. Crediamo non abbia senso restaurare e conservare un centro storico, trasformandolo da agglomerato naturale di vita collettiva in residenza di lusso per esteti e maniaci dell'antico. Il nostro atteggiamento al riguardo si ispira, d'altra parte, oltre che a motivi sociali, a criteri storici: soltanto in Italia, infatti, si è verificata la convivenza armonica della pienezza dell'arte (pensiamo, ad esempio, al caso di Michelangelo) con la pienezza della vita: cioè con il suo contrario: perché l'arte è una cosa, la vita un'altra.
[Nascita e storia di Italia Nostra]
Il rimedio consiste nello spezzare il circolo vizioso e di dare alle popolazioni europee la fiducia nell'avvenire economico dei loro paesi. Gli industriali e gli agricoltori devono essere in grado di scambiare i loro prodotti contro valuta il cui valore deve essere costantemente fuori discussione. È logico che gli Stati Uniti facciano quanto è in loro potere per contribuire a restaurare nel mondo quelle condizioni economiche normali senza le quali non ci può essere stabilità politica, né sicurezza né pace.
Credo che sia una follia consumare i propri giorni ad accumulare ciò di cui non si potrà godere. Sollevate il velo e vi vedrete sotto l'egoismo che trova nella proprietà un mezzo per estendere e prolungare in qualche modo il personalismo. Io sento anche che quest'umile condizione in cui mi trovo, mi dà la capacità di meglio servire i miei simili. Se deve essere la lotta tra quelli che nulla hanno e quelli che troppo hanno, il nostro dovere di cristiani, è di interporci tra questi nemici irriconciliabili. Che l'uguaglianza si restauri! Che la carità faccia da sola ciò che la giustizia non riesce a fare ! Io so che Dio e la Chiesa non hanno bisogno né di poeti né di dottori; ma quelli che ne hanno bisogno, sono i deboli credenti scandalizzati dalle defezioni. Sì, noi siamo degli inutili servitori; ma noi rimaniamo dei servitori, e il salario non ci verrà dato che a condizione del lavoro che faremo nella "vigne del Signore" nella parte che ci verrà assegnata. Sì, la vita è spregevole. Ma se noi vediamo l'uso che se ne possiamo fare, se noi la consideriamo come l'opera più perfetta. Del Creatore, la vita allora è degna di rispetto ed amore. Preghiamo l'uno per l'altro. Diffidiamo delle nostre noie, delle nostre tristezze e delle nostre diffidenze. Andiamo semplicemente dove la Provvidenza misericordiosa ci conduce. Superiamo spesso le distanze col pensiero, scriviamoci, consigliamoci, sosteniamoci.
[A Francoise Lallier, 5 novembre 1836]
Ogni restaurazione della persona umana, che non voglia essere parziale, effimera o dannosa come quelle finora attuate dalla civiltà, non può essere quindi che la restaurazione in Cristo di ogni uomo.
Esiliato dalla Palestina, il popolo giudaico rimase ad essa fedele in tutti i paesi della sua dispersione, non cessando mai di pregare e di sperare per il ritorno e per la restaurazione della propria libertà nazionale.
La letteratura difende l'eccezionale e lo scarto contro la norma e le regole; essa ricorda che la totalità del mondo è infranta e che nessuna restaurazione può fingere di ricostruire un'immagine armoniosa e unitaria della realtà che sarebbe falsa. [Utopia e disincanto]
L'Italia del Settentrione è fatta, non vi sono più né Lombardi, né Piemontesi, né Toscani, né Romagnoli, noi siamo tutti italiani; ma vi sono ancora i Napoletani. Oh! vi è molta corruzione nel loro paese. Non è colpa loro, povera gente: sono stati così mal governati! E quel briccone di Ferdinando! No, no, un governo così corruttore non può essere più restaurato: la Provvidenza non lo permetterà. Bisogna moralizzare il paese, educar l'infanzia e la gioventù, crear sale d'asilo, collegi militari: ma non si pensi di cambiare i Napoletani ingiuriandoli. Essi mi domandano impieghi, croci, promozioni. Bisogna che lavorino, che siano onesti, ed io darò loro croci, promozioni, decorazioni; ma soprattutto non lasciar passargliene una: l'impiegato non deve nemmeno esser sospettato. Niente stato d'assedio, nessun mezzo da governo assoluto. Tutti son capaci di governare con lo stato d'assedio. Io li governerò con la libertà, e mostrerò ciò che possono fare di quel bel paese dieci anni di libertà. In venti anni saranno le provincie più ricche d'Italia. No, niente stato d'assedio: ve lo raccomando.
Alla fine dell'avventura napoleonica, sparito quel geniale despota dalla scena che tutta occupava, e mentre i suoi vincitori s'intendevano o procuravano d'intendersi fra loro e di procedere d'accordo per dare all'Europa, mercé restaurazioni di vecchi regimi e opportuni rimaneggiamenti territoriali, uno stabile assetto che sostituisce quello fortemente tenuto per sempre precario dell'Impero della nazione francese, in tutti i popoli si accendevano speranze e si levavano richieste d'indipendenza e di libertà. E queste richieste si facevano più energiche e frementi quanto più si opponevano repulse e repressioni; e le speranze presto si ravvivavano, e i propositi si rafforzavano, attraverso le delusioni e le sconfitte.
Abbiamo deciso di dare il voto di fiducia. Ma, intendiamoci, fiducia condizionata. Nell'ordine del giorno che abbiamo redatto è detto esplicitamente che il Senato si aspetta che il Governo restauri la legalità e la giustizia, come del resto Mussolini ha promesso nel suo discorso. A questo modo noi lo teniamo prigioniero, pronti a negargli la fiducia se non tiene fede alla parola data.
Frasi sulle restaurazioni
DiBenedetto Croce
Il filò era un rito importante totalmente scomparso: nelle stalle si riunivano i contadini, e ognuno raccontava una storiella che conosceva. Era un insieme di conoscenze che sono state perdute e che invano qualcuno tenta di restaurare. Mi ricordo, non sono tanti anni, che mi meravigliavo di come potessero creare un partito rivendicando la forza del parlato dialettale senza nessuna base teorica.