La famiglia è cambiata negli anni. Se penso a mia madre mi pare di parlare di qualcuno che veniva dalla luna. Non ricordo di averla mai vista uscire a cena o andare a teatro. Non parliamo di andare a fare shopping. Stava sempre in casa, a badare al marito, ai suoi tre figli; per noi ha dato tutto, tutto. Certo: i tempi sono cambiati, non possiamo fare paragoni. Ma se certe madri doggi, invece di andarsene in palestra con le amiche, stessero un po più col marito e figli, la loro famiglia non vacillerebbe tanto.
Sento di tante donne che soffrono di depressione post-partum, e ho un paio di amiche, mamme da pochi mesi, che non stanno vivendo bei momenti. Il lavoro per me è stata la salvezza: impegnare subito la testa in un'altra cosa mi ha aiutato. Tanto più che a Zelig l'ambiente è bellissimo. Stimolante e senza una pressione angosciante.
Le mamme fanno i video ai loro bambini per avere dei ricordi. I papà li fanno sperando che i bambini si schiantino contro un albero per mandare il video a paperissima!
[«Come vengono scelti gli argomenti dei reportage di "Il testimone"?»] Dalla mia curiosità. Il sogno è che dopo il documentario la gente si confronti su temi che magari prima non conosceva. È quello che capita a me: io non sapevo che in Italia esistessero 220 famiglie arcobaleno, in cui i genitori sono o due mamme o due papà. Scoprendo certe realtà cadono tanti tabù.
E il cuore quando dun ultimo battito
avrà fatto cadere il muro dombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti alleterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando mavrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai davermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
Compagno, io non ti volevo uccidere. Se tu saltassi un'altra volta qua dentro, io non ti ucciderei, purché anche tu fossi ragionevole. Ma prima tu eri per me solo un'idea, una formula di concetti nel mio cervello, che determinava quella risoluzione. Io ho pugnalato codesta formula. Soltanto ora vedo che sei un uomo come me. Allora pensai alle tue bombe a mano, alla tua baionetta, alle tue armi; ora vedo la tua donna, il tuo volto, e quanto ci somigliamo. Perdonami, compagno! Noi vediamo queste cose sempre troppo tardi. Perché non ci hanno mai detto che voi siete poveri cani al par di noi, che le vostre mamme sono in angoscia per voi, come per noi le nostre, e che abbiamo lo stesso terrore, e la stessa morte e lo stesso patire... Perdonami, compagno, come potevi tu essere mio nemico? Se gettiamo via queste armi e queste uniformi, potresti essere mio fratello.
Alle future mamme mi sento di dire: donate il cordone ombelicale. Ai nostri parlamentari, invece, mi sento di rivolgere un appello: equiparate la nostra normativa a quella di altri Paesi europei. Auspico che presto veda la luce una legge che consentirà alla donna, in piena libertà, la possibilità di scegliere se donare il sangue cordonale per la donazione solidale eterologa, oppure se conservare le staminali cordonali per uso proprio allo scopo di praticare la donazione autologa.
L'idea di concedere a un gruppo di adolescenti l'opportunità di giocare liberamente con un computer era nata al Club delle Mamme della Lakeside, la scuola privata che frequentavo. Le mamme avevano deciso che il ricavato di un'asta di oggetti usati venisse impiegato per installare un terminale e consentire agli allievi di utilizzarlo per alcune ore. Offrire la possibilità di usare un calcolatore era un'iniziativa a dir poco sorprendente per la Seattle della fine degli anni Sessanta, e per questo sarò sempre loro grato.