Non è un segnale positivo quando si trovano le magliette sulle bancarelle. Già la bancarella non è un canale di vendita che esalti l'immagine di un personaggio. Poi il fatto che sia su una bancarella significa che chi produce queste magliette ritiene che questo sia un fenomeno da bruciare in poco tempo.
Tutto è fatto banca, museo, archivio; tutto quel che chiamiamo Vita è già nelle teche; visitatori e clienti gli ex vivi, i Refaim letterlai, i Deboli. Avere voglia ancora di questo non-vivere, che per molti è già lo stato normale, è veramente da anime morte, che un filo elettrico fa ballare, perché possano visitare, nelle ore di apertura, il Museo della Vita.
Voi sapete e l'avete pubblicato nel vostro giornale, ch'io posseggo una villa, molte case e vari e nutriti conti in banca. Ebbene mettiamoci dunque d'accordo; chiamate un notaio e in cambio della vostra accettazione delle modeste richieste dei lavoratori vi dichiarerò proprietari di tutti i miei beni.
Si possono fare tutte le regole, sulla dimensione delle banche, sul capitale delle banche, sulle tasse per alimentare fondi contro i rischi di collasso delle banche. E anche per limitare la leva finanziaria o centralizzare o regolare il mercato dei derivati. È tutto necessario, ma non è ancora sufficiente, se permane la libertà, anzi l'anarchia, sui contratti derivati.
Stiamo vivendo in modo folle. L'intero sistema ecologico sta andando a male. Le piante e gli animali sono trattati come oggetti, cose inanimate. Sono critica contro tutti i governi, nessuno escluso, perché fino a oggi nessuno si è occupato con serietà dell'"emergenza Terra". Possiamo anche vincere la crisi, tirar su le banche e l'economia, cosa che in questo stato di cose dubito avvenga. Ma sarà tutto inutile se non riusciamo a preservare la capacità del pianeta di ospitare in maniera armoniosa noi e i nostri figli.
Un cane cenerognolo con una stella sulla fronte irruppe nei budelli del mercato la prima domenica di dicembre, travolse rivendite di fritture, scompigliò bancarelle di indios e chioschi della lotteria, e passando morse quattro persone che si trovavano sul suo percorso. Tre erano schiavi negri. L'altra fu Sierva Marìa de Todos los Angeles, figlia unica del marchese di Casalduero, che si era recata con una domestica mulatta a comprare una filza di sonagli per la festa dei suoi dodici anni.
Frank Abagnale potrebbe compilare un assegno sulla cartaigienica, disegnarci sopra il logo del Ministero del Tesoro, firmarlo come 'U. R. Hooked' e incassarlo in qualsiasi banca in città, usando una patente di guida di Hong Kong come documento di riconoscimento.
Se qualche mio coetaneo sta ancora a casa con i genitori è perché non ce la fa a pagarsi un affitto, o perché con un contratto a progetto le banche non ti danno un mutuo. A me poi hanno insegnato che lautonomia è un valore: sono tra quelli che a 18 anni hanno lavorato da Mc Donalds a Londra per studiare linglese; a 19 ho iniziato a vivere da sola, e a 34 ho lavoro, casa (col mutuo) e famiglia. Ma so bene che questo è stato possibile perché ho avuto una famiglia alle spalle che ha potuto sostenermi ed aiutarmi.
Se in banca conti zero fai la fila e perdi tutto | Ma se in banca hai conoscenze prendi tutto e paghi zero | Stipendi a quattro zero, io ci spero | E zero in quattro stipendi invece è zero.
Quando bevo io dico stronzate | sono sterile che cazzata | lei mi guarda imbarazzata | questa tipa tutta abbronzata | che lavoro fai? guarda lavoro in banca e sono socio di.. che cazzata | ho pure un locale qui che cazzata | è chiuso ogni venerdì che cazzata | lesbo? eh? chi? cosa è stato? l'hai sentito no? che cazzata!
Il giorno che decisi che avrei fatto il calciatore, non sapevo dove sarei arrivato. Sapevo che i miei preferivano fare di me un medico, un farmacista o almeno vedermi lavorare in banca. Io avevo capito che il calcio può dare grandissime gioie alla gente.
Ecco. Sicuro del suo potere all'interno, munito di conti sostanziosi nelle banche straniere, Pereira poté curare la propria agorafobia dedicandosi alla sua seconda passione: l'altrove.
Rido perchè conosco il segreto della vita. E il segreto della vita è che ho convalidato la mia esistenza. Oggi so che io valgo più della mia casa, del mio conto in banca, o di qualsiasi altra cosa materiale.
Ci siamo andati impreparati, mal comandati e indecisi e quel che è peggio senza soldi. Fidando nella nostra fortuna, nell'arte di arrangiarsi e nella nostra bella faccia. Lo abbiamo fatto per dare un deserto alle plebi diseredate del Meridione, uno sfogo al mal d'Africa dei sognatori, per la megalomania di un re e perché il presidente del Consiglio deve far dimenticare scandali bancari e agitazioni di piazza. Ma perché le facciamo sempre così, le cose, noi italiani?
Le banche sanno benissimo da anni chi sono i loro clienti mafiosi. La lotta alla Mafia non si fa nelle banche o in una città volta per volta, ma in modo globale.
L'economia sa tutto di te e tu non sai niente dell'economia. La tua banca sa tutto di te, di quanti soldi hai, e quando li spendi; ma tu non sai niente di cosa fa la banca dei tuoi soldi, dove li mette, e se ce li ha!
Un Governo legittimo può sia spendere che prestare denaro in circolazione, mentre le banche possono soltanto prestare cifre considerevoli attraverso i loro biglietti di banca promissori, per cui questi biglietti non si possono né dare né spendere se non per una piccola frazione di quelli che servirebbero alla gente.
Il fascismo non fece una rivoluzione: c'era una monarchia prima e una monarchia rimase. Se la Camera appariva un'emanazione del partito, il Senato sottolineava il suo lealismo monarchico per la sua nomina regia e la sua stessa composizione. Il numero dei generali, degli ammiragli, dei senatori per censo, era sempre imponente, una forza materiale e una riserva dello Stato in favore della monarchia. Tutta l'aristocrazia italiana, prima la bianca, poi dopo la Conciliazione anche la nera, costituiva un'altra forza monarchica. Definita la Questione Romana, la curia e il clero entrarono nell'orbita regia. La grossa borghesia industriale, agraria, bancaria, pur non esponendosi in prima linea, marciava anch'essa sotto le insegne regie.
Giocavo tra le bancarelle, tutti mi volevano in squadra con loro e scommettevano 10, 15 o 20 mila lire sulla squadra dove giocavo io. Io mica ero trimone, mica ero scemo: volevo il grano io, dovevano darmi la percentuale.
La vita va vissuta, così che noi possiamo, attraverso la vita, guadagnare il diritto alla morte, il quale per me significa il paradiso. Qualsiasi sia la cosa che porti alla ricompensa del paradiso, farò il massimo per compierla.