Primavera non bussa, lei entra sicura | come il fumo lei penetra in ogni fessura | ha le labbra di carne, i capelli di grano | che paura, che voglia che ti prenda per mano. | Che paura, che voglia che porti lontano.
Non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla.
Il tuo più tenue sguardo | facilmente mi aprirà | benché abbia chiuso me stessa | come dita | sempre mi apri petalo per petalo | come la primavera fa | toccando accortamente | misteriosamente la sua | prima rosa | e io non so quello che cè | in te che chiude e apre | solo qualcosa in me | comprende che è più | profonda la luce dei tuoi | occhi di tutte le rose. | Nessuno... neanche | la pioggia ha... | Così piccole mani.
Quando dopo il Sogno, si legge Romeo e Giulietta, par di non essere usciti da quell'ambiente poetico, al quale espressamente ci richiamano Mercutio, col suo ricamo fantastico sulla Regina Mab, e, quel che è più, lo stile, le rime e la generale fisionomia della breve favola. Tutti, parlando di Romeo e Giulietta, hanno provato il bisogno di ricorrere a parole e immagini soavi e gentili; e lo Schlegel vi ha sentito "i profumi della primavera, il canto dell'usignuolo, il delicato e fresco di una rosa mo' sbocciata", e lo Hegel ha pensato allo stesso fiore: alla "molle rosa nella valle di questo mondo, spezzata dalle rudi tempeste e dall'uragano"; ed il Coleridge, di nuovo, alla "primavera coi suoi odori, i suoi fiori e la sua fugacità". Tutti lo hanno considerato come il poema dell'amor giovanile, e hanno riposto l'acme del dramma nelle due scene del colloquio d'amore attraverso il notturno giardino e della dipartita dopo la notte nuziale, nelle quali è stato scorto da taluni il rinnovarsi di forme tradizionali della poesia d'amore, l'"epitalamio" e l'"alba".
Al vecchio olmo, spaccato dalla folgore
e nel mezzo marcito,
con le piogge d'aprile e il sole a maggio,
sono spuntate alcune verdi foglie.
Oh, l'olmo secolare sopra il colle
ch'è lambito dal Duero! La corteccia
bianchiccia da un gialligno musco è tinta
nel tronco putrefatto e polveroso.
Come i pioppi canori, che sorvegliano
il cammino e la riva, non sarà
di rossicci usignuoli popolato.
S'arrampica su esso di formiche
un esercito in fila, e nelle viscere
tramanos i ragni le lor grigie tele.
Olmo del Duero, prima che t'abbatta
con l'ascia il legnaiuolo, e il falegname
trasformi in un mozzo di campana ,
stanga di carro o giogo di carrettai
prima che rosso nel camino arda
domani in qualche misera casetta.
sull'orlo d'una strada;
prima che ti annienti un turbine e ti schianti
il soffio delle candide montagne;
prima che il fiume ti sospinga al mare
per valli e per burroni,
olmo, voglio annotare nei miei appunti
la grazia del tuo ramo rinverdito.
Anche il mio cuore aspetta,
alla luce guardando ed alla vita,
altro prodigio della primavera.
La primavera sorrideva
...Un giorno mi sorprese la primavera
che In tutti i campi intorno sorrideva.
Verdi foglie in germoglio
gialle rigonfie gemme delle fronde,
fiori gialli, bianchi e rossi davano
varietà di toni al paesaggio.
E il sole
sulle fronde tenere
era una pioggia
di raggi d'oro;
nel sonoro scorrere
del fiume ampio
si specchiavano
argentei e sottili i pioppi.
Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dellesistenza. Farsi primavera significa accettare il rischio dell'inverno. Farsi Presenza, significa accettare il rischio dell'Assenza.
Ben venga Maggio e il gonfalon selvaggio! | Ben venga primavera Che vuol ch'uom s'inamori. | E voi, donzelle, a schiera, con li vostri amadori, | Che di rose e fiori Vi fate belle il maggio, | Venite alla frescura Delli verdi arbuscelli.
Frasi sui fioriFrasi sul verdeFrasi sulla primaveraFrasi sulle rose
Più ancora di tutte le altre passioni, l'amore vive di attesa e di speranza. È vero che queste passioni non si svolgono senza dolori. Ma certi dolori sono ancora amati, quando conducano per mano altre gioie. Le donne, senza averlo imparato, lo sanno benissimo, e, purché non siano a loro volta trasportate da una forte passione, conoscono perfettamente l'arte di far durare la primavera.