[...] la scienza di quelle soluzioni che, se uno non si affretta a immaginarle per malvagità e malizia, saranno ben presto immaginate da qualcuno, e sul serio, e senza malizia [...] la cacopedia ha il fine, santamente ignobile, di porre freni all'immaginazione umana e di mandare a vuoto numerosi futuri concorsi a cattedre universitarie.
La più innocente fra le transazioni di coscienza è sempre un'impostura; e invece di togliere un'ombra sola di malvagità all'azione che stiamo per commettere, vi aggiungiamo un peccato in più, cioè una menzogna.
San Siro, quando gioca l'Inter, perde il brillio entusiasta e diavolesco del rosso milanista, diventa un catino ombroso, spesso anche adombrato, il catino che riflette e raccoglie l'incertezza degli umori celesti, mezzo azzurri mezzo neri. (da Dottor Inter e Mister Hyde, 13 maggio 2008)
Brunetta è il classico fanatico: uno che quando parla gli saltano uno dopo l'altro i freni inibitori, e gli esce fumo dalle orecchie. [...] In questo Brunetta (come parecchi ex socialisti, ahimè) è il berlusconiano perfetto: pur di non dubitare di se stesso, attribuisce ogni problema alla malvagità del Nemico.
Creatura quanto mai strana è l'uomo: insaziabile, sempre inappagato, irrequieto, mai in pace con Dio o con se stesso, di giorno tende senza posa a inutili mete, di notte si abbandona a un'orgia di desideri proibiti e malvagi.
Adesso che invecchio e m'avvicino al tipo del patriarca, anch'io sento che un'immoralità predicata è più punibile di un'azione immorale. Si arriva all'assassinio per amore o per odio; alla propaganda dell'assassinio solo per malvagità.
Si arriva all'assassinio per amore o per odio, alla propaganda dell'assassinio solo per malvagità.
[Tratta da "Da Satana a Goray". Frase identica a quella presente ne "La coscienza di Zeno", di Italo Svevo]
Un odio infinito per la malvagità ingannatrice ha ispirato quest'opera [Re Lear]: l'egoismo puro e semplice, la crudeltà, la perversità muovono ripugnanza ed orrore, ma non inducono direttamente al tremendo dubbio che il bene non esista o quanto meno non sia riconoscibile e sceverabile dal suo contrario, come accade invece per l'inganno morale, che prende sembianza di rettitudine, di generosità, lealtà, e, poi che ha ottenuto il suo intento, disvela nel fatto l'impura cupidigia, l'aridità, la durezza di cuore, che sole realmente esistevano.
Dando troppa importanza alle buone azioni si finisce col rendere omaggio al male: si lascia supporre che le buone azioni non hanno pregio in quanto sono rare e che la malvagità e l'indifferenza determinano assai frequentemente le azioni degli uomini.