I tipi di competenze richiesti per praticare occupazioni flessibili, nel complesso, non comportano un apprendimento sistematico e a lungo termine; più frequentemente, essi trasformano in svantaggio un corpo logicamente coerente e ben conformato di capacità e abitudini acquisite, che un tempo costituiva una risorsa.
[...]Siamo a quella parola subdola: "crescita", che gli economisti applicano sia ai paesi diseredati che raccolgono tra l'altro i quattro quinti dell'umanità, sia ai paesi già sviluppati che nonostante ciò "devono crescere". Fin dove? E a spese di chi? E a quali costi ambientali? Qui l'economia tace perché il problema non è di sua competenza, e con l'economia tacciono anche le voci degli uomini che alle leggi dell'economia si devono piegare.
All'interno della Chiesa, il problema di una necessaria e ordinata ripartizione delle competenze non può mai coincidere, come ultimamente avviene in ambito statale, con il problema del possesso di una porzione più o meno grande del potere.
Guardo altri registi e vedo in loro le competenze che vorrei avere io ma so che non le ho. Mi sento sempre come se dovessi lavorare sodo per tenermi a galla, facendo quello che faccio. Tuttavia trovo tutto questo piacevole.
A parità di capacità professionale, gli uomini dovrebbero davvero stare fermi un giro per cedere il passo a una donna. È una questione di giustizia e intelligenza politica. Oggi è impossibile gestire la complessità delle società globali senza il fondamentale contributo delle competenze femminili.
Così durante tutto questo periodo vediamo il partito dell'ordine costretto dalla sua posizione equivoca a consumare e spezzettare la sua lotta col potere esecutivo in una serie di meschini conflitti di competenza, di risse, di cavilli, di contrasti di potere; costretto a fare delle più stupide questioni di forma il contenuto della sua attività. Esso non osa impegnare la battaglia quando questa ha un'importanza di principio, quando il potere esecutivo si è veramente smascherato e la causa dell'assemblea nazionale sarebbe la causa di tutta la nazione. In tal modo quest'ultima darebbe alla nazione un ordine di marcia; ma quello che teme più di tutto è che la nazione si muova. In simili occasioni, perciò, il partito dell'ordine respinge le proposte della Montagna e passa all'ordine del giorno. Spogliato così il conflitto delle sue grandi dimensioni, il potere esecutivo attende tranquillamente il momento in cui può riprenderlo per motivi insignificanti e meschini, che non offrono più, per così dire, che un interesse strettamente parlamentare. Allora il furore contenuto del partito dell'ordine scoppia; allora questo partito strappa il sipario che nasconde il retroscena; allora denuncia il presidente e dichiara la repubblica in pericolo; ma allora il suo pathos appare insipido e il motivo della lotta appare ormai soltanto un pretesto ipocrita o, in generale, non degno di un combattimento. La tempesta parlamentare si trasforma in una tempesta in un bicchier d'acqua; la lotta diventa intrigo; il conflitto diventa scandalo.
Molti studenti, specie se poveri, sanno per istinto che cosa fa per loro la scuola: gli insegna a confondere processo e sostanza. Una volta confusi questi due momenti, acquista validità una nuova logica; quanto maggiore è l'applicazione, tanto migliori sono i risultati; in altre parole, l'escalation porta al successo. In questo modo si «scolarizza» l'allievo a confondere insegnamento e apprendimento, promozione e istruzione, diploma e competenza, facilità di parola e capacità di dire qualcosa di nuovo. Si «scolarizza» la sua immaginazione ad accettare il servizio al posto del valore.
La pressione sui giovani cuochi di oggi è molto più grande rispetto al passato in termini di competenze sociali, capacità di marketing, tecniche di cottura, personalità e, soprattutto, di presentazione del piatto. È pertanto necessario essere forti. Fisicamente in forma. I miei cuochi vengono così pesati ogni volta che entrano in cucina.
Questo, per me, è fascismo. È quel fascismo che può affermare con giusto orgoglio: io non sono partito, ma sono l'Italia. È il fascismo che può e deve chiamare a raccolta per ogni impresa nazionale tutti gl'Italiani: anche quelli dell'antimanifesto. I quali, se risponderanno all'appello, non verranno [...] per fare dell'antifascismo: verranno, almeno nell'Enciclopedia, a portare il contributo della loro competenza: a far della matematica o della chimica o della fisica, e insomma della scienza.
In un mondo come il nostro, volto con sempre più consapevole determinazione, ad est e ad ovest, a nord e a sud, alla ricerca e all'impiego delle competenze e dei talenti, non mi pare che sia il caso da parte degli scrittori di invocare una inserzione nell'ingranaggio della gran macchina produttiva ancora più diffusa e completa di quella attuale. [...] E così bisogna servire, rendersi utili, collaborare [...]. L'unica cosa da pretendere sarà se mai un'altra: e cioè che il nostro servizio, la nostra collaborazione, non abbiano a risolversi in una alienazione della nostra natura e del nostro destino. [...] vendere l'anima: ecco uno sbaglio che l'utente vero, il destinatario autentico e indispensabile, così poco adatto a far parte delle inerti assemblee consumistiche vagheggiate dalle fantasie dei tecnici e dei datori di lavoro, non perdona mai.
[Lo scrittore e i mezzi di diffusione della cultura]
Siamo dilettanti in tutto, ma non nel campo della vita morale. In questo campo sentiamo di non essere inferiori a nessuno, rivendichiamo la nostra competenza. Qui siamo altamente competenti.
[dedica]
Frasi sulla competenza
DiGiorgio Bassani
Una democrazia avanzata funziona bene se ognuno fa il proprio lavoro fino in fondo, e non fa altri lavori. In questo nostro paese molti fanno troppi lavori e li fanno male. Ci sono divisioni e competenze che vanno in qualche modo rispettate.
Non possiamo dimenticare da quali condizioni fuggono coloro che bussano alle nostre porte. La politica deve muoversi - ma qui le lacune sono evidenti - sul piano della progettazione, per immaginare e realizzare modelli di convivenza e di integrazione, aggregando tutte quelle forze sociali, culturali, educative, istituzionali che ne hanno competenza. Chiesa compresa.
Gli scienziati dovrebbero avere il culto della ragione; eppure, di norma trincerandosi dietro l'abusata argomentazione delle aree di competenza, trovano anche loro uno spazio per credere.
[Norberto] Bobbio ha insegnato che laico non indica il seguace di una specifica idea filosofica, bensì chi è capace di distinguere le sfere delle diverse competenze; distinguere ciò che è oggetto di dimostrazione razionale da ciò che è oggetto di fede, a prescindere dall'adesione o meno ad essa.
Darò qui un breve quadro degli sviluppi delle opinioni scientifiche sull'origine delle specie. Ancora non molto tempo fa la maggior parte degli studiosi di scienze naturali considerava le specie come prodotti immutabili di creazioni distinte. Molti autori hanno sostenuto con competenza questo punto di vista. Peraltro non mancavano alcuni, sia pure pochi, che ritenevano che le specie vanno incontro a trasformazioni e che le forme attuali di vita discendono, attraverso un vero e proprio processo generativo, da forme che le hanno precedute.
1. L'abbiamo sempre fatto così.
2. Non sapevo che fosse urgente.
3. Non è di mia competenza.
4. Nessuno mi ha dato l'O.K.
5. Sto aspettando l'O.K.
6. Come facevo a saperlo, secondo voi?
7. Lavoro suo, non mio.
8. Aspettiamo che torni il capo e sentiamo lui.
9. Non ci capita spesso di fare errori.
10. Non sapevo che fosse importante.
11. Ho tanta di quella roba da fare che non riesco proprio a fare anche questo.
12. Pensavo di averlo detto.
13. Non sono stato assunto per questo.
[Tabella delle scuse buone per l'ufficio]
Un oggetto di design è il frutto dello sforzo comune di molte persone dalle diverse specifiche competenze tecniche, industriali, commerciali, estetiche. Il lavoro del designer è la sintesi espressiva di questo lavoro collettivo. Quello che caratterizza la progettazione è proprio il rapporto continuo tra parecchi operatori, dall' imprenditore all'ultimo operaio.