La linea geometrica è un ente invisibile. Essa è la traccia lasciata dal punto in movimento, quindi un suo prodotto. Essa è sorta dal movimento e precisamente attraverso l'annientamento della quiete suprema in sé conchiusa nel punto. Qui ha luogo il salto dalla staticità al dinamismo. La linea costituisce dunque la massima opposizione all'elemento pittorico primigenio il punto. In senso stretto la linea può essere designata come un elemento secondario.
Avrei bisogno di un paio d'anni di allenamento specifico per diventare realmente competitivo nel salto in lungo. Io sono uno sprinter. Con il salto non ho feeling e dovrei trovare un coach specializzato, mentre io sono felicissimo di allenarmi con Glen Mills.
Quando sei coinvolto in un videogioco ti scansionano completamente e dalla tua immagine viene tirato fuori non solo la tua immagine per il videogame, ma anche per il merchandising. E il salto in una dimensione del tutto nuova per quello che un film può diventare.
[Circa la spettacolarizzazione della cronaca nera] Il sospetto [...] è che l'angosciosa percezione di un salto di qualità del male e della violenza sia dovuta soprattutto a una assai più diffusa conoscenza di crimini sempre avvenuti, ma solo oggi diventati materia prima quotidiana di un sistema mediatico cresciuto in maniera esponenziale. Ogni frammento di orrore viene ingigantito, ogni urlo di dolore amplificato, su ogni singola variazione attorno all'orrendo tema della violenza dell'uomo sull'uomo vengono allestiti fluviali dibattiti. L'esile scia di sangue che i cantastorie trascinavano per piazze e villaggi è diventata il mare di sangue che esonda dal video: ma è sempre lo stesso sangue, probabilmente anche la stessa dose pro-capite, solo con un rendimento "narrativo" moltiplicato per mille, per un milione, per un miliardo di volte.
Firenze è stata la città dei guelfi e dei ghibellini. Ma poi i guelfi, tanto per star tranquilli, si divisero pure in bianchi e neri. Io sono un fiorentino vero, non uno che fa il salto della quaglia come Lamberto Dini. Voglio curare Firenze come si merita e non sono in vendita.
Saltare di roccia in roccia senza mai cadere, con un bel peso sulle spalle, è più facile di quanto non sembri; non si può cadere quando si è presi dal ritmo della danza.
Chi non arrischia questo salto [nella corrente] non sperimenterà mai che cosa è nuotare, e così anche chi non osa il salto nella verità non raggiungerà mai la certezza della sua esistenza.
Il grande salto è avvenuto quando ho scoperto di essere un musicista provinciale. In realtà lo sapevo già, ma non avevo mai provato a farmene una ragione. Poi ho scoperto che c'era qualcosa di buono in questa provincialità, perché significava soprattutto legame con la mia tradizione; dovevo solamente cambiare modo di esprimere tale legame.
Si può considerare penoso che da qualunque parte, nel Sud e nel Nord, si balbettino giudizi liquidatori sul conseguimento dell'unità, negando il salto di qualità che l'Italia tutta, unendosi, fece verso l'ingresso a vele spiegate nell'Europa moderna.
Chi si trova a immaginare o prospettare una nuova frammentazione dello Stato nazionale, attraverso secessioni o separazioni comunque concepite, coltiva un autentico salto nel buio.
Gli scienziati hanno dimostrato che è impossibile saltare in lungo fino a 30 piedi, ma è un genere di discorso che io non ascolto. Pensieri come quello riescono ad entrarti dentro fino ai piedi.
Le televisioni, che fino ad un certo momento sono state fabbriche del consenso, oggi hanno fatto un salto in avanti e sono diventate fabbriche del credere. Del credere in che cosa? In una fede di comodo.