La cucina non era una passione vera. Era un modo per sopravvivere visto che noi che cantavamo in quegli anni eravamo stati emarginati. Per me era un momento molto molto nero, avevo perso anche mia mamma. Quando Paolo Limiti mi propose questa cosa, accettai con molta incoscienza. E iniziato tutto per gioco ed è andata avanti per 18 anni.
La persona istruita non sa dire se un oggetto è nero o bianco, tondo o quadrato, ma sa a menadito le leggi dell'ottica e le regole della prospettiva. Conosce le cose di cui parla, come un cieco i colori.
Persa nel cielo lungo la notte del mio cammino, sono due luci che mi accompagnano dovunque sto, una nel sole, per quando il sole mi copre d'oro, una nel nero, per quando il gelo mi vuole a sé.
Umanità significa identità: tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla; nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione; la medesima ombra prima, la medesima carne durante, la medesima cenere dopo. Ma l'ignoranza mescolata all'impasto umano lo rende nero incurabile penetrando nell'interno dell'uomo vi diventa il male.
Per una semplice questione di colori e di eleganza. Fin da piccolo preferivo il neroazzurro al rossonero e al bianconero... Ma non ho mai seguito il calcio e solo da qualche anno ho cominciato a guardare le partite in televisione.
Mi piaceva il cartone animato "Il tulipano nero" e quando ho iniziato a praticare il fioretto a sei anni, mi sentivo a metà strada tra il manga e la realtà, come quasi tutti i bambini che sognano di vincere il primo duello.
Ho indossato il guanto nero sulla mano destra e Carlos quello sinistro dello stesso paio. Il mio pugno alzato voleva dire il potere dell'America nera. Quello di Carlos l'unità dell'America nera. Insieme abbiamo formato un arco di unità e forza.
Guardate, vedete laggiù quel buco nero, dove non si distingue più nulla; io sono in un buco nero come quello, con l'anima e con il corpo. Ah! Sì, quali tenebre! Ma le abito nella pace.
Pensava che i ricordi erano come una roga tracciata nella polvere. Più indietro si andava più era difficile distinguerla. Finché non c'era che sabbia liscia e il buco nero del nulla da cui uno era uscito. In un certo senso i ricordi erano come la strada. Era lì, reale, tangibile. Ma la strada percorsa, la strada delle nove di mattina era lontana, indistinta.
Ho fatto vari pezzi che parlano dell'emigrazione, ma ho sempre inserito questa piaga nel più vasto e alienante concetto dell'emarginazione e soprattutto non ho dipinto l'emigrante nella solita e trita iconografia (occhi lucidi, valigia di cartone e mamma in nero) cercando di cogliere maggiormente il travaglio dei suoi stati d'animo e dei suoi affetti.
Allo svegliarvi la mattina consultate ciò che più si confà al vostro stomaco; se non lo sentite del tutto libero limitatevi ad una tazza di caffè nero, e se la fate precedere da mezzo bicchier dacqua frammista a caffè servirà meglio a sbarazzarvi dai residui di una imperfetta digestione.
Non è un cuore, perdio, è un sandalo di pelle di bufalo
che cammina, incessantemente, cammina
senza lacerarsi
va avanti
su sentieri pietrosi.
Una barca passa davanti a Varna
"Ohilà, figli d'argento del Mar Nero!"
una barca scivola verso il Bosforo
Nazim dolcemente carezza la barca
e si brucia le mani
E fumerò nero, charas e marijuana, e non avrò paura di toccare il Nirvana, amerò i miei soldi e non una puttana, e resterò marcio finché Dio mi chiama.
Perché mai una simile offesa? Una simile ingiustizia? Perché c'era stato bisogno di portare via la madre, quando tutti si erano riuniti, quando era giunto un momento di sollievo? Dio che volava nel cielo nero, screpolato, non dava alcuna risposta, e lo stesso Nikolka ancora non sapeva che qualsiasi cosa accada, accade sempre così come è necessario, e solo per il meglio.
Quando cerchi di bere un caffè troppo nero, e troppo forte, cosa fai? Lo integri con la crema, per renderlo debole... Di solito lo fai per svegliarti, ma ora ti permette di dormire.