Ogni volta che penso a Erto, il mio vecchio paese, quello abbandonato dopo il Vajont, con le vetuste case una attaccata all'altra e le vie di acciottolamento buie e strette, la memoria va verso l'inverno. Il primo ricordo è il tempo degli inverni, la memoria è quella della neve. Notti infinite, silenzi laboriosi, lunghi, pazienti, interrotti solo ogni tanto da sprazzi di allegria nelle feste di Natale e capodanno.
La televisione ha detto che il nuovo anno | porterà una trasformazione | e tutti quanti stiamo già aspettando | sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, | ogni Cristo scenderà dalla croce | anche gli uccelli faranno ritorno.
Il temporale era cominciato poco prima di mezzanotte e aveva spazzato via il concerto dei clacson e tutto il frastuono che normalmente annuncia l'anno nuovo sulla Strip. Nella sottostazione di West Hollywood, il 1950 si era presentato sotto forma di un'ondata di appelli urgenti, ciascuno dei queli seguito dall'intervento di ambulanze e altri automezzi.