Nessun poeta o romanziere desidera essere l'unico che sia mai vissuto, ma molti di loro desiderano essere gli unici viventi, e parecchi ritengono appassionatamente che il loro desiderio sia stato esaudito.
Poeti futuri Poeti futuri! oratori, cantori, musicisti a venire!
L'oggi non può giustificarmi e chiarire che cosa sono,
ma voi, una nuova nidiata, nativa, atletica, continentale,
più grande di quelle conosciute prima,
sorgete! poiché voi dovete giustificarmi.
Per me io non scrivo che una o due parole indicative per
il futuro,
non faccio che avanzare un momento soltanto per
girarmi e affrettarmi nell'oscurità.
Sono un uomo che vagabonda senza mai davvero
fermarsi, getta uno sguardo casuale su di voi e poi
distoglie il suo volto,
lasciando a voi di provarlo, di definirlo,
attendendosi le cose più importanti da voi.
Ingenuamente confesso, che allo stendere la mia propria vita inducevami, misto forse ad alcune altre ragioni, ma vie più gagliardo d'ogni altra, l'amore di me medesimo: quel dono cioè, che la natura in maggiore o minor dose concede agli uomini tutti, ed in soverchia dose agli scrittori, principalissimamente poi ai poeti, od a quelli che tali si tengono.
Pablo Neruda ha detto che il poeta quello che ha da dire, lo dice in poesia, perché non ha un altro modo di spiegarlo. Io, che faccio l'architetto, la morale non la predico: la disegno e la costruisco.
Nessuna cosa è per se stessa una sola; tu non puoi, correttamente, dar nome a una cosa né a una sua qualità; se tu, per esempio, chiami alcuna cosa grande, ecco che essa potrà apparire anche piccola; se la chiami pesante, potrà apparire anche leggera; e così via per tutto il resto, perché niente è uno, né sostanza, né qualità. Dal mutar luogo, dal muoversi, dal mescolarsi delle cose fra loro, tutto diviene ciò che noi, adoprando una espressione non corretta, diciamo che è; perché niente mai è, ma sempre diviene. Su questo punto tutti i filosofi, uno dopo l'altro, a eccezione di Parmenide, si deve ammettere che sono d'accordo, [...]; e anche sono d'accordo i migliori poeti dell'uno e dell'altro genere di poesia, Epicarmo della commedia, della tragedia Omero; il quale, dicendo "Padre fu Oceano a' numi e madre Teti", intese dire che tutte le cose hanno origine dal flusso e dal movimento.
Poeti e sacerdoti erano in origine una cosa sola; soltanto le epoche posteriori li hanno separati. Il vero poeta però è sempre rimasto sacerdote come il vero sacerdote è rimasto poeta. E l'avvenire non dovrebbe forse ricostituire l'antico stato di cose?
La libertà metrica e lo scioglimento delle rime hanno tanti vantaggi e suggestioni in letteratura, ma hanno dato adito a dei malintesi, come quello di far credere a chiunque di poter essere un poeta o un critico, facendo nascere pseudo poeti e critici letterari a dismisura, i quali in realtà sono solo degli avventurieri.
I veri poeti trovano la loro strada; di questo sono certo. E non parlo di pubblicazioni o notorietà artistica, ma di un percorso interiore che tende ad una sempre maggiore maturità. La poesia farà da guida, sarà unessenza salvifica per chi vivrà con essa un rapporto onesto e duraturo che miri alla crescita spirituale e delle proprie pulsioni artistiche.
Bestia stanca, uno staffile di fiamme mi colpisce le reni. Ho ritrovato il vero senso delle metafore dei poeti. Mi sveglio ogni notte nell'incendio del mio stesso sangue.
Noi l'Italia la vediamo realisticamente qual è: non un vivaio di poeti, di santi e di navigatori, ma una mantenuta costosa e scostumata: ma è la sola che riesce a riscaldare il nostro letto e a farci sentire uomini, anche se cornuti.
Gli antichi si dilettavano | a cantar la natura: | fiumi, montagne, nebbia, | fiori, neve, vento, luna. | Bisogna armare d'acciaio | i canti del nostro tempo. | Anche i poeti imparino | a combattere.
Se vostro figlio vuole fare lo scrittore o il poeta sconsigliatelo fermamente. Se continua minacciatelo di diseredarlo. Oltre queste prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri.
Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra.
La poesia non nasce da le regole, se non per leggerissimo accidente; ma le regole derivano da le poesie: e però tanti son geni e specie di vere regole, quanti son geni e specie di veri poeti.
La sua presunta mitomania è in relazione diretta con la sua enorme fantasia. Vale a dire, lui è tanto bugiardo quanto i poeti o i bambini che non sono ancora stati trasformati in idioti dalla scuola o dalle madri. Gli ho sentito dire tutti i tipi di bugie: dalla più innocente, alle storie più complicate su persone che con la sua immaginazione combinava in situazioni o azioni fantastiche, sempre con un grande senso dell'umorismo e un meraviglioso senso critico, ma non gli ho mai sentito dire una sola bugia stupida o banale. Mentendo, o mentre gioca a mentire, egli smaschera molte persone, impara il meccanismo interno degli altri, che sono molto più ingenuamente bugiardi di lui, e la cosa più curiosa circa le presunte bugie di Diego, è che nel lungo o nel breve, coloro che sono coinvolti nella combinazione immaginaria si arrabbiano non a causa della menzogna, ma a causa della verità contenuta nella menzogna, che viene sempre a galla.
[Su Diego Rivera]