Oggi, il modo con cui guadagniamo i mezzi per vivere, i valori della professionalità, la valutazione che la società dà alle virtù e ai successi, i legami intimi e i diritti acquisiti, tutto questo è fragile, provvisorio e soggetto alla revoca. E nessuno sa quando e da dove arriverà il colpo fatale. Mentre i nostri antenati sapevano bene che occorreva avere paura di lupi affamati o dei banditi sui cigli delle strade. Non è quindi l'astrazione a rendere i pericoli apparenza più gravi, ma la difficoltà di collocarli, e quindi di evitarli e di controbatterli.
E fin qui, a quanto risulta, la situazione è la stessa per l'animale e per l'uomo. Qualcosa cambia però, e questo è importante, nel momento in cui l'uomo non acquista più per se stesso un'abitudine ma la riceve in eredità dai suoi genitori, dalla sua cultura. In primo luogo egli non conosce più le ragioni che hanno originato la prescrizione di quel determinato comportamento. Il pio ebreo o il musulmano aborrono la carne suina senza essere consapevoli del fatto che sono stati i pericoli di trichinosi a spingere i legislatori al severo divieto. In secondo luogo poi la riverita figura del padre subisce nel legislatore, a causa della distanza temporale e mitica, un'apoteosi che fa sembrare divine tutte le prescrizioni che risalgono a lui e l'infrangerle peccato.
Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.
Unicamente nel presupposto del perdono incomprensibile e anteriore di Dio vengono sia forzati i limiti della benevolenza umana sia eliminati i pericoli del suo orgoglio.
Molti agrari sono spesso gretti, egoisti, crudeli, ma soprattutto essi sono ignoranti. Costoro non riescono a capire un'azione morale qualsiasi, un gesto di generosità, non riusciranno mai a capire perché un uomo si batte e lotta e va incontro a gravi pericoli per il bene di tutti. Sempre essi penseranno che quell'uomo sia mosso da un qualche interesse, da una avidità di guadagno simile alla loro.
Nota benissimo Kolakowski: "L'euforia è sempre breve. L'euforia del postcomunismo è già passata e le premonizioni di pericoli imminenti sono crescenti". Tra questi le teste di bambagia piene di aria fritta allevate via etere.
Sempre più persone nel mio paese riconoscono i pericoli di avere governatori nominati da Putin e non avere alcuna influenza in Parlamento, perché il Parlamento oggi segue le istruzioni dal Cremlino e non rappresenta più la sua gente.
Non ha maggiore inimico l'uomo che sé medesimo; perché quasi tutti e' mali, pericoli e travagli superflui che ha, non procedono da altro che dalla sua troppa cupiditá.
[La NSA] Dice che a causa della crisi, i pericoli che dobbiamo affrontare nel mondo, per qualche nuova e imprevista minaccia, abbiamo bisogno di più autorità, abbiamo bisogno di più potenza, e non ci sarà nulla che la gente potrà fare a quel punto per opporsi. Sarà una tirannia chiavi in mano.
La pace universale sarebbe un beneficio immenso, ma mi sembra che il mezzo da voi proposto (per ottenerla) sarebbe illusorio. Il filantropo deve indicare il fine e i mezzi che presentano le minori difficoltà per arrivarvi, e benché il fine sia eccellente, se lo si vuol raggiungere direttamente si corrono i pericoli più gravi. Per traversare una montagna che ci separa da una fertile pianura, bisogna fare lunghi giri per evitare i precipizi di cui il più sovente è seminato il cammino.
La paura ci impedisce di vedere e di cogliere le occasioni di salvezza che ancora ci restano e che sono spesso a portata di mano. Ecco perché, per affrontare pericoli improvvisi, così come per combattere avversari o nemici, le doti più importanti sono il sangue freddo e la presenza di spirito. Il primo consiste nel silenzio della Volontà, affinché l'intelletto possa agire; la seconda nell'attività indisturbata di quest'ultimo, nonostante le pressioni che gli eventi esercitano sulla Volontà.
La fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica.