[La frase che segue è attribuita anche a Platone ma è più probabile che fosse di Socrate]
Anche un allevatore di asini, di cavalli e di buoi, che fosse tale quale Pericle fu, avrebbe la fama di essere un cattivo allevatore.
Tristan Corbière fu un Bretone, un Marinaio e lo sdegnoso per eccellenza, aes triplex. Bretone senza essere un praticante cattolico, ma credente nel diavolo; marinaio, né militare, né soprattutto mercante, ma innamorato furioso del mare, che egli non navigava se non nella tempesta, eccessivamente impetuoso su questo più dei cavalli (di lui si raccontano prodigi di folle imprudenza). Sdegnoso del successo e della gloria fino al punto che sembrava avere l'aria si sfidare questi due imbecilli a commuovere per un istante la sua pietà per loro!
Non pensare che quando i cavalli di battaglia della Santa Inquisizione, del Santo Ufficio, sono stati eliminati, si possa entrare nelle celeste Gerusalemme cavalcando il mite asino dell'evoluzione tra lo sventolare delle palme.
Taluni hanno preso la stupida abitudine di parlare dell'ortodossia come di qualche cosa di pesante, di monotono e di sicuro. Non c'è invece, niente di così pericoloso e di così eccitante come l'ortodossia: l'ortodossia è la saggezza, e l'esser saggi è più drammatico che l'esser pazzi; è l'equilibrio di un uomo dietro cavalli che corrono a precipizio, che pare si chini da una parte, si spenzoli da quell'altra, e pure, in ogni atteggiamento, conserva la grazia della statuaria e la precisione dell'aritmetica.
Nudo, esposto al gelo di questa maledettissima epoca, su una carrozza realmente esistente, tirata da cavalli irreali, vado attorno vagando, povero vecchio.
Lungo il viale deserto, nel profondo silenzio della notte, i carri degli ortolani, diretti verso Parigi, percuotevano con l'eco dei loro monotoni scossoni, a destra e a sinistra, le facciate della case immerse nel sonno dietro i filari confusi degli olmi. Un carro di cavoli e un altro di piselli si erano riuniti sul ponte di Neully ad otto carri di rape e di carote calati da Nanterre; ed i cavalli procedevano a testa bassa, con andatura pigra e uguale rallentata dalla fatica della salita. Su in alto, sdraiati bocconi, sul carico dei legumi, sonnecchiavano i carrettieri coi loro mantelli a righe nere e grigie, le redini arrotolate al polsi.
Pronte sono le biciclette lustrate come nobili cavalli alla vigilia del torneo. Il cartellino rosa dal numero è fissato al telaio coi sigilli. Il lubrificante le ha abbeverate al punto giusto. I sottili pneumatici lisci e tesi come giovani serpenti.
Sempre e sempre più forte rombava il tuono dalla voce profonda, come echeggiando nella miriade di sale di qualche enorme tempio del cielo; sempre più numerosi e accecanti divenivano i lampi; sempre più dirotta cadeva la pioggia. I cavalli [...] sembravano tuffarsi nei rivoli di fuoco vibrante che serpeggiavano sul terreno davanti a esso ed emergerne; ma i due uomini sedevano immobili nella carrozza e procedevano come se fossero stati soggetti a una forza d'attrazione invisibile.
Era circa la metà di maggio dell'anno 1660, alle nove del mattino, quando una piccola cavalcata composta di tre uomini e due paggi, attraverso il ponte della città di Blois, senza fare altra impressione sopra coloro che passeggiavano sulla riva che un primo moto della mano per salutare, ed un altro della lingua per esprimere la seguente idea "Ecco Monsignore che ritorna dalla caccia". Un altro. Però mentre i cavalli salivano l'erta che dal fiume conduce al castello, molti garzoni di bottega si avvicinarono all'ultimo cavallo che portava appesi all'arcione della sella vari uccelli legati per il becco.