Il dotto professore di ogni arte e di ogni scienza non sa usare mani e piedi, non sa né correre, né camminare, né nuotare, e considera uomini volgari e meccanici coloro che comprendono ed esercitano queste arti del corpo e della mente, benché per saperne anche una sola alla perfezione occorra molto tempo ed esercizio, capacità, forza e talento.
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Vi è una incredulità volgare nei fatti storici, così come in quelli religiosi, che è più facile mettere in dubbio che esaminare.
Frasi sulla volgarità
Di
Walter Scott
Sulla spiaggia di notte sta una bambina con suo padre guardando lest, il cielo autunnale. Attraverso loscurità, mentre depredanti nuvole, funeree nuvole, in nere masse sgorgando, più basse cupe e veloci di traverso al cielo, in mezzo a una trasparente chiara cintura di etere lasciata libera a oriente, ascende vasto e calmo Giove, signore degli astri, e vicino a lui, solo poco più in alto, nuotano le delicate sorelle, le Pleiadi. Sulla spiaggia la bambina che tiene la mano del padre, quelle nuvole funeree che si abbassano vittoriose per divorare tutto, guardando piange in silenzio. Non piangere, bambina, non piangere, mia cara, con questi baci chio allontani le tue lacrime, le nuvole depredanti non saranno più a lungo vittoriose, non avranno a lungo il possesso del cielo, divorano le stelle soltanto in apparenza, Giove riemergerà, sii paziente, guarda ancora unaltra notte, le Pleiadi emergeranno, sono immortali, tutte quelle stelle dorate e inargentate brilleranno ancora, le stelle grandi e le piccole brilleranno ancora, durano, i vasti soli immortali e le eterne, riflessive lune brilleranno ancora. Allora mia cara piangerai tu sola per Giove? consideri tu sola la sepoltura delle stelle? Qualcosa cè, (con le mie labbra calmandoti, io aggiungo in un sussurro, ti do il primo consiglio, il primo inganno,) qualcosa cè di più immortale anche delle stelle, (molte le sepolture, molti i giorni e le notti che passano e svaniscono) qualcosa che durerà più a lungo anche del luminoso Giove, più a lungo del sole e di ogni ruotante satellite, o delle irradianti sorelle, le Pleiadi.
Di
Walt Whitman
Noi due, quanto a lungo fummo ingannati, ora metamorfosati fuggiamo veloci come fa la Natura, noi siamo Natura, a lungo siamo mancati, ma ora torniamo, diventiamo piante, tronchi, fogliame, radici, corteccia, siamo incassati nel terreno, siamo rocce, siamo querce, cresciamo fianco a fianco nelle radure, bruchiamo, due tra la mandria selvaggia, spontanei come chiunque, siamo due pesci che nuotano insieme nel mare, siamo ciò che i fiori di robinia sono, spandiamo profumi nei sentieri intorno i mattini e le sere, siamo anche sterco di bestie, vegetali, minerali, siamo due falchi, due predatori, ci libriamo in alto nell'aria e guardiamo sotto, siamo due soli splendenti, siamo noi che ci bilanciamo sferici, stellari, siamo come due comete, vaghiamo con due zanne e quattro zampe nei boschi, ci lanciamo sulla preda, siamo due nuvole che mattina e pomeriggio avanzano in alto, siamo mari che si mescolano, siamo due di quelle felici onde che rotolano una sull'altra e si spruzzano l'un l'altra, siamo ciò che l'atmosfera è, trasparente, ricettiva, pervia, impervia, siamo neve, pioggia, freddo, buio, siamo ogni prodotto, ogni influenza del globo, abbiamo ruotato e ruotato finché siamo arrivati di nuovo a casa, noi due, abbiamo abrogato tutto fuorché la libertà, tutto fuorché la gioia.
Di
Walt Whitman
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