Già il fatto che si parli dell'uomo come di un "capitale" o vi si faccia riferimento come a una "risorsa" (le cosiddette "risorse umane") la dice lunga in ordine al punto di vista che oggi si assume nel considerare l'uomo. Tramontato il principio che regolava l'etica kantiana secondo cui: "L'uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo", oggi vediamo che non solo l'immigrato, ma ciascuno di noi ha diritto di cittadinanza non in quanto esiste, non in quanto è un uomo, ma solo in quanto "mezzo" di produzione e di profitto.
Dobbiamo ridurre la quantità di risorse che utilizziamo e i rifiuti che creiamo, dovremo farlo abbastanza velocemente perché ad un certo punto lecosistema sul pianeta Terra arriverà ad un punto di rottura. Non sarà un problema questo per la vita sul pianeta, ma per noi perché ci troveremo seriamente ad avere difficoltà a livello di approvvigionamento alimentare, idrico e anche a livello climatico.
Ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza.
Abbiamo già ridotto moltissimo la quantità di lavoro che la società nel suo complesso deve fare per ottenere la sua produttività attuale, ma poco di questo si è tradotto in benessere per i lavoratori perché è necessario accompagnare l'attività produttiva con molta attività non produttiva. Le cause principali sono la burocrazia e gli sforzi a tutto campo contro la concorrenza. Il software libero ridurrà di molto questo drenaggio di risorse nell'area della produzione del software. Dobbiamo farlo affinché i guadagni tecnici in produttività si traducano in meno lavoro per noi.
Il problema è che, con il trascorrere delle generazioni, noi occidentali ci siamo convinti che il benessere e la tecnologia siano "naturali": ovvi come il sorgere del sole, gratuiti come lo scorrere dei fiumi. E su questa credenza, che è scientificamente assurda, irrazionale come la più arcaica delle superstizioni, si poggia tutto o quasi il nostro quotidiano, tutta o quasi la nostra politica. Siamo riusciti (scelleratamente) a rendere occulti i costi, i guasti, i rischi di uno sviluppo che poggia, invece, su un prelievo sempre più massiccio e scriteriato di risorse limitate.
Il governo ha un potere di indirizzo sulle grandi scelte economiche del paese. Quando il presidente del Consiglio incontra i rappresentanti del sistema delle imprese, o del mondo finanziario, è certamente positivo se questo incontro è finalizzato al migliore utilizzo delle forze economiche nazionali. Non lo è, se il governo compie scelte di parte in situazioni di conflitto: solo in questa seconda chiave, la coda a Palazzo Chigi può essere negativa. È sbagliato immaginare un'Italia finanziaria e industriale che si divide in due schieramenti. Abbiamo poche risorse su cui fondare il rilancio dello sviluppo: non lo si costruisce sulla sconfitta di una delle parti.
Un allenatore, a seconda del tipo di squadre che più allena, è più istruttore o più gestore di risorse umane. Nei grandi team prevale la seconda opzione. Sicuramente aver giocato ad alti livelli aiuta, perché si conoscono le dinamiche e la psicologia della grande squadra e si sa come si ragiona quando si vince o si perde.
È assolutamente irritante che per sopravvivere Prodi dica che ridurrà l'Irpef: quando lo farà? A partire dal 2009, quando avrà già per legge l'obbligo di ridurre la spesa di 10 miliardi di euro? E dove troverebbe le risorse per il taglio delle tasse? È un velleitario, un disperato, fa specchietti per le allodole. E le allodole sono i cittadini, i contribuenti, i lavoratori. Tant'è che il ministro dell'Economia ha annunciato che non ha allo studio alcuna misura di questo tipo
Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole.
La medicina non può far molto per i mali che si accompagnano alla senescenza. Non può guarire le malattie cardiovascolari, la maggior parte dei tumori, l'artrite, la sclerosi multipla o la cirrosi avanzata. Qualcuno dei malanni di cui soffrono gli anziani può essere talvolta alleviato. Di massima, le cure dei vecchi che comportano un intervento professionale non soltanto aggravano le loro sofferenze ma, se l'intervento riesce, le protraggono. Sorprende quindi la quantità delle risorse che si spendono per curare la vecchiaia.
Secondo me, tutte le grandi religioni nascono da singoli individui che si sono ritrovati in contatto con una realtà spirituale e che si sono sforzati in seguito per mantenere vivo quel sapere. Quasi tutto si perde in dogmi, cerimoniali e gerarchie. Le religioni sono fatte così. Ma alla fine ha ben poca importanza l'esposizione del concetto se si è afferrata la verità essenziale, e cioè che dentro ognuno di noi ci sono risorse infinite, il potenziale per una condizione dell'essere superiore, un fondo di bontà.
Non l'ho certo scoperto ora, ma ai tempi in cui ero al governo... La politica italiana si genuflette la domenica davanti alle icone della cultura, ma si guarda bene dall'impegnare se stessa e le risorse per qualcosa che, ai suoi occhi, elettoralmente non significa granché perché non influenza i grandi numeri come facevano il sindacato e i partiti organizzati. La cultura, insomma, agli occhi del potere è meritevole di salamelecchi a non finire. Ma, tutto sommato, è ritenuta marginale.
È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una "donzelletta" acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie.
I luoghi dove si ha pianto, dove si ha sofferto, e dove si trovarono molte risorse interne per sperare e resistere, sono proprio quelli a cui ci si affeziona di più.
Cè ora anchce un bivio di fronte al quale bisogna scegliere, quello tra la giustizia del mercato e la giustizia sociale: il mercato fissa un prezzo per ogni cosa, ma è la politica che può portare a una società giusta, perseguendo valori e principi che non sono retaggio del passato ma risorse per il futuro.
[LUnità, Simone Collini, 6 settembre 2013]
A Pisa le sedute delle conferenze, qui, sono brevi, ma ben condotte, risolvono prontamente i problemi. Mi dispiace di non veder un numero più cospicuo di studenti.
Pontedera conta nove membri, tutti artigiani. È povera e non ha che quattro famiglie da visitare. Grazie alle loro cure centocinquanta bambini si riuniscono ogni sera ed il presidente Bertelli insegna loro la dottrina cristiana. La mattina conduce lui stesso un gruppo di questi ragazzi e fa loro imparare a leggere e a scrivere.
A Firenze vi ho trovato ventotto membri tra cui avvocati, professionisti e medici. La conferenza ha fondato "La cassa degli affitti". Il patronato assicura loro le risorse economiche.
Prato conta già diciotto membri attivi e ottanta benefattori. I nostri si occupano soprattutto di patronato. Si portano a passeggio un gruppo di cinquanta ragazzi, si fanno divertire, si istruiscono e si catechizzano; presto un locale adatto permetterà loro di frequentare la scuola serale.
Livorno ha trentadue membri che visitano settanta famiglie. Opera con impegno nella struttura sociale della città. Hanno ottenuto riforme importanti: ritorno ai sacramenti, invio dei giovani in buone scuole, l'interesse per i problemi dei poveri, la gioia per far sì che si vada alle riunioni con piacere e non con dovere.
[Al Consigliere Generale della Società di San Vincenzo de paoli, Antignano (LI), 10 luglio 1853]
Abbiamo una casa per apprendisti stampatori, dove alloggiamo, manteniamo ed istruiamo dieci ragazzi poveri, quasi tutti orfani. Un nostro amico ecclesiastico fa loro il catechismo. Io sono convinto che in fatto di opere di carità non bisogna mai preoccuparsi delle risorse finanziarie, arrivano sempre. Alcuni nostri colleghi sono stati incaricati dal tribunale civile di far visita ai fanciulli detenuti. Questi piccoli sfortunati [...] è impossibile correggerli. Non importa, si semina sempre, la sciando a Dio la cura di far germogliare il seme a suo tempo.
[Alla moglie, Parigi, 23 luglio 1836]
Frasi sulle risorse
DiFrédéric Ozanam
La corruzione italiana è un fenomeno che deriva direttamente dall'estraneità dello Stato rispetto al popolo, dall'esistenza d'una classe dirigente barricata a difesa dei suoi privilegi, dall'appropriazione delle risorse pubbliche da parte dei potenti di turno, dal proliferare delle corporazioni con proprie deontologie, propri statuti, propri privilegi; dalla criminalità organizzata e governata da leggi e codici propri.
Possiamo trasformare la vita in una specie d'avventura da libro illustrato, se vogliamo. Non c'è nessun limite a quello che si può inventare, se solo usiamo le risorse che adesso vengono rovesciate per alimentare questo mondo detestabile.
Quanto più cresce la popolazione e preme sulle risorse disponibili, tanto più si fa precaria la situazione economica d'una società che subisca tale prova.
Un uomo da solo è un uomo agguerrito, pieno di risorse impensate, di fierezza inaudita, di ferrea coordinazione dentro-fuori del principio di realtà, perché sente e sa di essere il re detronizzato da una masnada di fittavoli isterici che scambiano il tinello in cui fanno consorteria per la sala del trono e del consiglio, primo e ultimo.