I bambini s'incontrano con grida e danze sulla spiaggia di mondi sconfinati, costruiscono castelli di sabbia e giocano con conchiglie vuote, con foglie secche intessono barchette e sorridendo le fanno galleggiare sulla superficie del mare. I bambini giocano sulla spiaggia dei mondi non sanno nuotare né sanno gettare le reti.
Osserva un bambino che raccoglie conchiglie sulla spiaggia: è più felice dell'uomo più ricco del mondo. Qual è il suo segreto? Quel segreto è anche il mio. Il bambino vive nel momento presente, si gode il sole, l'aria salmastra della spiaggia, la meravigliosa distesa di sabbia. È qui e ora. Non pensa al passato, non pensa al futuro. E qualsiasi cosa fa, la fa con totalità, intensamente; ne è così assorbito da scordare ogni altra cosa. Il segreto della felicità è tutto qui: qualsiasi cosa fai non permettere al passato di distrarre la mente e non permettere al futuro di disturbarti.
"La mia terra è sui fiumi stretta al mare", dice Quasimodo. Parla della Sicilia, ma la sua memoria più vivida ne è il mare di Siracusa, la foce dell'Imera, i "pianori d'Acquaviva dove il Platani rotola conchiglie". Ma la mia terra, la mia Sicilia, non ha fiumi; e dal mare è lontana come se fosse al centro di un continente.
Dicono che tutti i rumori dell'attualità sarebbero rinchiusi nel mio stile. Perciò i contemporanei ne avrebbero nausea. Ma i posteri lo potranno tenere come una conchiglia all'orecchio e sentirvi la musica d'un oceano di fango.
Non so come apparirò al mondo. Mi sembra soltanto di essere stato un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l'oceano della verità giaceva insondato davanti a me.
Mi hanno portato una conchiglia.
Dentro canta
un mare di carta.
Il mio cuore
si riempie d'acqua
con pesciolini
d'ombra e d'argento.
Mi hanno portato una conchiglia.
Ho gridato il tuo nome sull'oceano | Ma i flutti furiosi l'hanno riportato a riva | Ho scritto il tuo nome sulla sabbia | Ma le conchiglie l'hanno cancellato.