[Coi tifosi juventini] È stato amore a prima vista, da subito. Un sostegno incredibile che mi ha aiutato a inserirmi, anche in città. Non era facile dopo dieci anni di Milan, invece...
[Su Andrea Agnelli] Quando viene a Vinovo è come l'allenatore, chiede di vincere come la Juve, storicamente, è abituata a fare, dando il meglio per questa maglia.
[Sulle polemiche in Supercoppa italiana] La Juve è la squadra più famosa, anche nel mondo, con tantissimi tifosi a favore e tanti contro. Quindi, trattasi di normale accanimento, quando si vince.
Frasi sulla Juventus
DiAndrea Pirlo
[Asamoah, Isla, Giovinco, Lucio i nuovi] Con impegno e volontà stanno diventando juventini.
Nelle notti di Champions con 80.000 spettatori San Siro è uno spettacolo. Ma per tifo, rimbombo ed effetto sonoro la nostra casa [della Juventus] è molto simile: sono in 40.000 ma sembrano di più.
Cosa penso della terza stella della Juve? Non entro nel merito. Da avversario ho sempre pensato che la Juve avesse vinto quegli scudetti perché era molto forte. Furono campionati vinti sul campo.
La Juventus è stata un esempio per il mio Manchester United. Facevo vedere ai miei giocatori le videocassette della squadra di Lippi e dicevo: non guardate la tattica o la tecnica, quella ce l'abbiamo anche noi; voi dovete imparare ad avere quella voglia di vincere.
[Sulla Juventus allenata da Marcello Lippi] Era una squadra di vertice con giocatori come Boksic, Davids, Del Piero... Avevano talento ed erano anche una squadra che lavorava duro.
Frasi sulla Juventus
DiAlex Ferguson
[Sulle partite contro la Juventus] È pur sempre la Juventus e contro i bianconeri non esistono partite facili.
Con la Juve ho vinto tutto, assaporando la sensazione di tornare a Torino con la coppa più ambita in mano, e ho perso tutto, magari all'ultimo minuto, all'ultimo rigore, con in bocca l'amaro di aver lavorato, lottato, sudato per un anno intero per niente. Momenti di gioia incredibile, in cui ti senti sul tetto del mondo, ma anche momenti di scoraggiamento, di delusioni bruciate, di incredulità.
Oggi è il momento di ringraziare il nostro pubblico, i nostri tifosi, la gente della Juve. È il momento di ringraziare i ragazzi, i giovani, tutti quelli che non hanno mai smesso di credere nello sport e di credere in noi. Grazie a chi ha corso e non si è mai fermato, anche nei momenti più incerti e di fronte alle sfide più difficili. Ce l'abbiamo fatta. Tutti insieme. E allora grazie, per averci creduto e per non averci lasciati soli. Grazie per aver ricordato, in ogni momento, Alessio e Riccardo, che sentiamo con noi anche oggi. Oggi si chiude questa stagione e siamo pronti per ricominciare. Perché noi siamo, e saremo sempre, la Juve.
Sono orgoglioso di essere juventino, di essere una "bandiera", come mi definite spesso, ma in realtà io sono solo una piccola parte di una grande bandiera bianconera, che cresce col passare degli anni e se ognuno di voi guarda con attenzione ci trova scritto anche il proprio nome... Perché questa bandiera continui a crescere c'è bisogno di tutti noi: restiamo uniti!
La Juve è casa mia. Così come lo è Torino, tutt'e due parti di un processo graduale e inesorabile che mi ha portato a sentirmi figlio di entrambe. Il legame con la Juve però è antecedente a quello con la mia città, e sconfina in quel territorio mitico dell'infanzia, di poster e sogni di gloria che cullavo, da bambino perennemente attaccato al pallone qual ero.
Vado in giro sempre col mio telefonino, guardo e vedo il gol [mostrando il gol fantasma di Muntari contro la Juventus]. Ho sempre questa immagine per non dimenticare quello che è successo. [3 maggio 2012]
Come tutti i monzesi, che non si sentono milanesi, da ragazzo simpatizzavo per la Juventus. In Brianza è così, ma l'altra squadra che seguivo era il Milan. Mai l'Inter.