Datemi la carica come a un giocattolo, fatemi cadere oltre il bordo del tavolino da caffè dove il cielo si butta in mare - verso l'ultima fine indicibile.
Ho piedi da fata, sono alta 1,75 e calzo il 36 e mezzo. Sarà per questo che cado sempre: anche l'altro giorno sono scivolata tra i tavoli del ristorante, mentre tempo fa ho dato una craniata contro un lampione. Sono maldestra.
Io ho assistito a una strage mafiosa, per un pelo sono salvo. E mi sono salvato perché sono rimasto al bancone del bar della sparatoria invece di avvicinarmi a colui che mi aveva invitato al tavolo e venne crivellato di colpi. Era un capo mafioso e io non lo sapevo! La borghesia col suo silenzio è stata complice: ha fatto sempre finta di non sapere.
[Riferito ai suoi problemi con la droga] Il mio nome, la mia carriera, adesso tutto è in gioco, a un tavolo dei dadi dove nessuno vince. Tutto ciò che ho conquistato, tutto ciò per cui ho lavorato, potrebbe presto non significare più nulla.
Chi mi dice a me che quando si entra in un ristorante che sta chiudendo e ha tutte le seggiole capovolte sui tavoli, non sia perché comincia il turno dei pipistrelli?
Ognuna di queste pratiche che ho sul tavolo dovevo deciderla entro ventiquattr'ore, se non volevo mandare in rovina l'Italia. Le ventiquattr'ore son passate, la pratica è sempre lì, e l'Italia va avanti lo stesso.