Ogni storia d'amore mette a nudo la natura della nostra anima che si affida al linguaggio per esprimere il malanimo, l'invidia, la gelosia, i baci avvelenati dall'odio, la tenerezza simulata al punto da sembrar vera, la consapevolezza di conoscere i reciproci segreti: tutti anelli di quella pesante catena che attorciglia la nostra anima nelle trame che solo il linguaggio sa tessere.
I fini dell'economia sono anche i nostri fini? O siamo diventati semplici strumenti dell'apparato economico, il quale ci impiega come momenti della sua organizzazione, semplici anelli insignificanti della sua catena o, se preferiamo, mezzi imprescindibili, ma anche fra i più interscambiabili di qualsiasi altro mezzo, all'interno di un apparato economico-produttivo diventato fine a se stesso?
Frasi sugli anelli
DiUmberto Galimberti
Colui che ama se stesso sopra ogni cosa non passa per la porta del regno dei cieli, allo stesso modo in cui il dito della sposa, se è ripiegato su se stesso, non entra nell'anello offerto dallo sposo.
La rimessa di Combernon, vasto portico dai pilastri quadri a cui s'appoggiano travature a ogiva. Mucchi di paglia nell'ala destra; il resto vuoto; fili di paglia per terra; il suolo di terra battuta. Nella parete di fondo, inquadrata dal muro massiccio, un'ampia porta a due imposte, con un complesso congegno di sbarre e chiavistelli. Sulle imposte sono dipinti in modo primitivo le effigi di san Pietro e di san Paolo, l'uno con le chiavi, l'altro con la spada. Un grosso cero giallo fissato a un pilastro con un anello rischiara le immagini.
Il dramma si svolge alla fine di un Medioevo convenzionale: così come i poeti del Medioevo potevano figurarsi l'Antichità.
Fine della notte e prime ore del mattino. [...]
Violaine: (tende ridendo verso il cavaliere le mani, con gli indici incrociati)
Ferma, ferma, signor cavaliere! Giù di sella!
Pietro di Craon: Violaine!
(Balza a terra)
Violaine: Ma bene, maestro Pietro! Così si lascia la casa, come un ladro, senza salutare garbatamente le signore?
Pietro di Craon: Violaine, rientrate! È ancora notte; siamo soli qui. E non son uomo io, voi lo sapete, da fidarsene troppo.
Lui le ordinò ancora diverse volte (con comico insuccesso): «Si spogli!», ma non gli restò che cedere a un compromesso; secondo le regole del gioco al quale lei l'aveva già obbligato l'ultima volta («tu mi fai e io ti faccio»), lei gli tolse i pantaloni e lui la gonna, poi lei gli tolse la camicia e lui la camicetta, fino a che non furono di fronte nudi. Lui posò la mano sul suo sesso umido e poi fece scivolare le dita più in là, verso l'orifizio anale che era la parte del corpo di una donna che lui amava di più. Quello di lei era particolarmente rilevato, ed evocava l'immagine di un lungo tubo digerente che terminava lì con una leggera protuberanza. Palpò quel cerchio sodo e sano, il più bello fra tutti gli anelli, che il linguaggio della medicina chiama sfintere, e all'improvviso sentì le dita di lei sul medesimo punto del suo posteriore.
Ci tengo ad essere sempre femminile. Non sopporto le ragazzine bellissime piene di anelli al naso e capelli dritti e colorati. Io ho sempre voluto capelli lunghi, scarpe con il tacco, biancheria di pizzo, tailleur con la gonna corta, calze autoreggenti perfette.
Ella porta quel poetico e soave nome che Leopardi ha amato: Nerina. E in tutta la persona di questa fanciulletta alta e sottile è diffuso un mite riflesso di poesia. La mollezza dei capelli castagni, abbandonata in lunghe anella sulle spalle, lascia libera una fronte larga, bianca e spirituale: fronte pensierosa, come i grandi occhi bruni, egiziani; occhi limpidi e profondi, pieni di calma, a cui un principio di miopìa dà, talvolta, una incertezza come di sogno, o una finezza elegante di sguardo.
...due sguardi in un momento sovrappongono un destino, palazzi, asfalto e smog si trasformano in giardino, persone consacrate dallo scambio di un anello ed un monolocale che diventerà un castello...
Sentire il corpo, ascoltarlo, muoversi, sentirne i lamenti e scoprine i punti forti, sentirsi con il corpo dentro il paesaggio e confondere la fatica della pedalata con la fatica della terra che gira su se stessa e poi intorno al sole fino a girare come se fosse un anello della conncatenazione dei satelliti e delle stelle degli elettroni e dei nuclei e scoprire nel movimento rotondo la chiave del moviento in avanti.
Ogni volta che una storia finisce mi dicono "sei schiava del successo e rimarrai sola". Ma cosa ci posso fare se appena si presentano con un anello come regalo li mando al diavolo!
Molto lontano dal vedere nell'uomo la definitiva e insuperabile immagine di Dio, affermo con più umiltà e, come credo, con maggior rispetto per la creazione e le sue inesauribili possibilità: il tanto ricercato anello intermedio fra l'animale e l'uomo veramente umano, siamo noi!
Non tutto quel ch'è oro brilla, | Né gli erranti sono perduti; | Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza, | Le radici profonde non gelano. | Dalle ceneri rinascerà un fuoco, | L'ombra sprigionerà una scintilla; | Nuova sarà la lama ora rotta, | E re quel ch'è senza corona.
[Il Signore degli Anelli, poesia di Bilbo Baggins su Aragorn]
Questo è l'Anello Sovrano, quello che serve a dominarli tutti. È quell'Unico Anello che Sauron perse molto tempo fa, affievolendo di parecchio la propria potenza. Lo desidera più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non deve mai più riaverlo.
Frasi sugli anelli
DiJ.R.R. Tolkien
Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,/ Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,/ Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,/ Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra/ Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende./ Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,/ Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,/ Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.
Siamo creature minuscole in un universo che non è né benigno né maligno... è solo enorme e indifferente a noi, se non come anelli della catena della vita.
E dunque: perché ci si gingilla, tuttora, con l'invio sul posto di comitati o comitatoni ministeriali? Non sarà soltanto perché passi dell'altro tempo, giusto il tempo necessario perché anche i bambini si rassegnino all'idea di una Venezia chiusa da ogni parte dentro un anello di superbe dighe cementizie, più o meno olandesi o longanoriane: di una Venezia in bagnarola?
[L'amministrazione dei beni culturali, 1969]