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[Dopo la caduta del regime sovietico] i comunisti [italiani] con una mossa trasformistica si sono ripresentati sul mercato elettorale con la bottega ripittata e una nuova insegna, però vendendo la solita merce putrida in confezione liberale. [...] hanno profittato di Mani Pulite e affini per allearsi con le toghe rosse e sgominare gli avversari. [...] Risultato: la DC in galera e il vecchio PCI restaurato al governo. Questa è l'anomalia italiana, altro che Berlusconi e la sua banda di dilettanti.
La Repubblica di Scalfari stilava ogni giorno il certificato di morte a Craxi, e Craxi campò [in totale] tre anni e mezzo. Quella di Mauro fa altrettanto con Berlusconi, e Berlusconi camperà cinque anni e vincerà anche le prossime elezioni. A una condizione: che guardi di più alla Thatcher e meno ad Andreotti, al quale, gobba a parte, c'è poco da invidiare.
La redazione di un giornale è il terminale della società.
Non ho mai scritto che Di Pietro e colleghi hanno graziato il Pds: che prove avrei per affermare una cosa simile?
A Montanelli invidio tutto tranne che il Giornale. In fondo l'Indipendente continua a guadagnar copie, non c'è motivo perché io lo debba lasciare... Io a il Giornale? Ma che cretinata. Berlusconi non m'ha offerto neppure un posto da correttore di bozze. M'incazzo all'idea che io, proprio io, sembro voler fare la forca a Montanelli. Io qui a l'Indipendente, mi diverto, guadagno copie, faccio il padrone e il politico. Mi spiegate perché devo fare certe cavolate? A carico di Montanelli, poi...
In Italia le penne sono sempre state sporche. In alcuni casi luride. Motivo? Semplice. Tanto per cominciare, la tradizione. La nostra stampa (quotidiana e periodica) non è nata per informare, bensì per polemizzare. Chi aveva soldi e interessi da difendere, finanziava un giornale, magari con l'intento di farsi eleggere in Parlamento. E farsi eleggere in Parlamento significava, allora come oggi, abbassare gli avversari per innalzare se stessi. Per fare ciò era necessario assoldare giornalisti disponibili. Disponibili a che? A insultare tutti, tranne il padrone che pagava. Così nacquero la penne sporche, che hanno avuto molti figli e molti nipoti. Che a loro volta si riproducono perché, in fondo, il sistema non è cambiato.
Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri... gli avvoltoi del garantismo... a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro.
È impossibile che tutto il castello accusatorio sia parto della fantasia (malata o remunerata) dei picciotti passati dalla piovra alla Giustizia. C'è chi mira a delegittimare i pentiti. Delegittimandoli, infatti, gli imputati dei processi di mafia si assicurano l'impunibilità. (parlando del processo di Palermo contro Giulio Andreotti)
Craxi ha commesso l'errore di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti:.. è una menzogna, onorevole. Che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche.
Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi [il primo avviso di garanzia] ... Di Pietro non si è lasciato intimidire dalle critiche, dalle minacce di mezzo mondo politico (diciamo pure del regime putrido di cui l'appesantito Bettino è campione suonato) e ha colpito in basso e in alto, perfino lassù dove non osano nemmeno le aquile. Ha colpito senza fretta, nessuna impazienza di finire sui giornali per raccogliere altra gloria. Craxi ha commesso l'errore... di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti... È una menzogna, onorevole: che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche... I giudici lavorano tranquilli, in assoluta serenità: sanno che i cittadini, ritrovata dignità e capacità critica, sono dalla loro parte. Come noi dell'Indipendente, sempre.
Non ho la libidine del potere. Che poi quello di direttore è un potere del menga.
Per quale motivo in Italia anche la stampa più autorevole e i telegiornali più accreditati fanno l'occhiolino agli estremisti e deplorano i tutori della legalità? Lo fanno per convenienza. Lo fecero nel Sessantotto e anni successivi, non hanno mai smesso di farlo, continuano a farlo. Hanno l'esigenza insopprimibile di essere apprezzati dalla sinistra.
Sono convinto che lo Stato sia povero e gli italiani ricchi. Mangiano meglio, si vestono meglio, vivono meglio di tutti gli altri europei. In Germania alla sera cenano con pane e formaggio giallo. Per me di giallo c'è solo la polenta. Invece da noi ristoranti, trattorie, pizzerie a ogni angolo, sempre pieni. Il problema semmai è il Sud che non riesce a integrarsi.
Quegli onorevoli che oggi si stracciano il doppiopetto (pagato verosimilmente con le mazzette) perché molti politici finiscono in galera sino a che non dicono la verità, sbagliando a prendersela con Borrelli e compagnia bellissima. I magistrati fanno solo il loro dovere. E noi siamo con loro... [...] La cella è il luogo migliore per servire la giustizia, per riflettere e ricordare.
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