La signora avrà avuto sessanta, sessantacinque anni. La guardavo, steso su una sdraio di fronte alla piscina di un circolo sportivo all'ultimo piano di un moderno edificio da dove, attraverso grandi finestre, si vede tutta Parigi. Aspettavo il professor Avenarius, con il quale mi incontro lì di tanto in tanto per fare due chiacchiere. Ma il professor Avenarius non arrivava e io osservavo la signora. Era sola nella piscina, immersa nell'acqua fino alla vita, lo sguardo rivolto in su verso il giovane maestro di nuoto in tuta che le stava insegnando a nuotare. Ora lei ascoltava le sue istruzioni: doveva aggrapparsi con le mani al bordo della piscina e inspirare ed espirare profondamente. Lo faceva con serietà, con impegno, ed era come se dal fondo delle acque risuonasse la voce di una vecchia locomotiva a vapore (quel suono idillico, oggi ormai dimenticato, che per coloro che non l'hanno conosciuto può essere descritto soltanto come il respiro di un'anziana signora che inspira ed espira forte vicino al bordo di una piscina).
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Ho urlato così tanto quella notte [sul K2] nella mia disperazione che adesso non voglio avere più voce. La puzza del K2 la lascio a voi, io preferisco respirare.
Frasi sul respiro
Chi intende procedere alla stesura di un'opera di vasto respiro si dia buon tempo e, al termine della fatica giornaliera, si conceda tutto ciò che non ne pregiudica la continuazione.
Frasi sul respiro
Frasi sulla fatica
Sulla spiaggia di notte sta una bambina con suo padre guardando lest, il cielo autunnale. Attraverso loscurità, mentre depredanti nuvole, funeree nuvole, in nere masse sgorgando, più basse cupe e veloci di traverso al cielo, in mezzo a una trasparente chiara cintura di etere lasciata libera a oriente, ascende vasto e calmo Giove, signore degli astri, e vicino a lui, solo poco più in alto, nuotano le delicate sorelle, le Pleiadi. Sulla spiaggia la bambina che tiene la mano del padre, quelle nuvole funeree che si abbassano vittoriose per divorare tutto, guardando piange in silenzio. Non piangere, bambina, non piangere, mia cara, con questi baci chio allontani le tue lacrime, le nuvole depredanti non saranno più a lungo vittoriose, non avranno a lungo il possesso del cielo, divorano le stelle soltanto in apparenza, Giove riemergerà, sii paziente, guarda ancora unaltra notte, le Pleiadi emergeranno, sono immortali, tutte quelle stelle dorate e inargentate brilleranno ancora, le stelle grandi e le piccole brilleranno ancora, durano, i vasti soli immortali e le eterne, riflessive lune brilleranno ancora. Allora mia cara piangerai tu sola per Giove? consideri tu sola la sepoltura delle stelle? Qualcosa cè, (con le mie labbra calmandoti, io aggiungo in un sussurro, ti do il primo consiglio, il primo inganno,) qualcosa cè di più immortale anche delle stelle, (molte le sepolture, molti i giorni e le notti che passano e svaniscono) qualcosa che durerà più a lungo anche del luminoso Giove, più a lungo del sole e di ogni ruotante satellite, o delle irradianti sorelle, le Pleiadi.
Di
Walt Whitman
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