Parlare di tirannide perciò non persuade. Esiste una tecnica della tirannide, esposta in classiche trattazioni. Ma il nazionalsocialismo al potere non ne tiene conto per nulla, e in questo sì che è rivoluzionario. Assolutista, il nazismo raggiunge la popolarità proprio in ragione del suo prepotere. [...] Il nazionalsocialismo, al contrario, non concede nessuna rivincita, sia pure formale, alle avanguardie dello Spirito. Il suo cinismo, la sua crudeltà, la sua perfidia, trovano dall'inizio tutta una orgogliosa cultura preparata a giustificarli, a farseli propri. La tirannide non presenta più il viso odioso e meschino del regime di polizia, non adopera più di soppiatto, tra impaurita e feroce, i vecchi mezzucci della sobillazione e della calunnia, ma si accampa, fanatica e violenta, con la sicurezza, l'intransigenza esclusiva di una religione messianica. [...]
Gli attuali gruppi dirigenti hanno una responsabilità storica, è l'ultima chance che abbiamo per non essere travolti. Perdere ancora contro Berlusconi vorrebbe dire togliere al Paese l'ultima possibilità di evitare il declino che incombe. I sondaggi, e il buon senso, dicono che il Pd alleato a Di Pietro e Vendola farebbe rivincere il premier, dobbiamo costruire una cosa più larga.
Fischia... la fine... l'arbitro! E il Milan vince la sua Coppa dei Campioni, seconda consecutiva, quarta della sua storia! Il Benfica aveva atteso questa rivincita per ventisette anni, dopo la sfida di Wembley... ma i giocatori del Milan hanno ribadito la loro superiorità continentale! Il calcio italiano mette a segno un filotto incredibile! Vince la Coppa UEFA con la Juventus, finalista la Fiorentina, la Coppa delle Coppe con la Sampdoria, la Coppa dei Campioni con il Milan, e già che c'era ha vinto anche la Mitropa Cup con il Bari!
[Milan-Benfica, 23 maggio 1990, telecronaca dopo il fischio finale]
Quel che vediam la notte, è lo sfortunato residuo di quanto abbiamo negletto durante la veglia. Il sogno è sovente la rivincita delle cose disprezzate o il rimprovero degli esseri abbandonati. Da qui l'imprevisto e talvolta la tristezza.
Non uccidere. Prendiamo così alla leggera questo divieto che ci troviamo a cogliere un fiore senza pensarci, a pestare un povero insetto senza pensarci, senza pensare, orribilmente ciechi, non sapendo che ogni cosa si prende le proprie rivincite, non preoccupandoci della sofferenza del nostro prossimo, che sacrifichiamo ai nostri meschini obiettivi terreni.