L'altro giorno la Mamma mi ha chiesto «Se qualcuno telefonasse e ci dicesse d'aver scoperto una pillola che ti farebbe campare altri dieci anni, la prenderesti?» E io istintivamente ho risposto «No!» Perché non la vorrei, perché non vorrei vivere altri dieci anni. Per rifare tutto quello che ho già fatto? Sono stato nell'Himalaya, mi sono preparato a salpare per il grande oceano di pace e non vedo perché ora dovrei rimettermi su una barchetta a pescare, a far la vela. Non mi interessa.
[Dall'articolo di Nicola Sisto, Rino Gaetano. L'amico che cantava] Quello che più mi interessa è che il sarcasmo, la maniera con cui prendo in giro certi capisaldi della società, siano recepiti facilmente dal pubblico e compresi per quello che sono; non ho mai cercato di indorare pillole né di calcare la mano.
C'era una volta un Re e una Regina che non avevan figliuoli e pregavano i santi, giorno e notte, per ottenerne almeno uno. Intanto consultavano anche i dottori di Corte.
- Maestà, fate questo.
- Maestà, fate quello.
E pillole di qua, e beveroni di là; ma il sospirato figliuolo non arrivava a spuntare.
Ringrazio il Viagra, che ha creato una rivoluzione simile, per impatto sociale e culturale, a quella della pillola anticoncezionale. Ha liberato l'uomo, colmando il divario tra desiderio e realtà. Annullando i limiti d'età e salute fisica.
Se c'è una funzione essenziale della creazione artistica, è quella di non indorare mai la pillola, di non agghindare la favola di strepito e furore raccontata da un idiota, come Shakespeare definisce la vita. [Corriere della sera, 4 giugno 2010]
1. Soltanto perché il medico sa come si chiama la tua malattia non vuol dire che sa che cos'è.
2. Più vecchie e noiose sono le riviste nella sala d'attesa e più devi aspettare.
3. Non si arriva mai all'ultimo giorno della cura con il numero giusto di pillole rimaste.
4. Anche l'acqua è cattiva se ti ha detto il medico di berla.
5. Le pillole da prendere ai pasti saranno le più schifose.
6. Se sembra che tu stia meglio, è probabilmente il tuo medico che non si sente bene.
[Sei principi per i pazienti]
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
"Perché vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
"È una grossa economia di tempo", disse il mercante, "Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano 53 minuti a settimana".
"E cosa se ne fa di questi 53 minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi 53 minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."
Io guardo in su: cielo talmente azzurro, nuvole candide in lontananza. Il mio amico Pepper sfoglia i giornali. Legge in silenzio, in po' borbotta. Poi, stupefatto e a voce alta, s'imbatte in una notizia. Titoli culturali:
«Dopo ventun anni di volo per il sistema solare, la sonda americana Voyager 1 si avvia a superare il confine che la separa dall'ignoto cosmico. A bordo, una serie di cimeli terrestri che raccontano in pillole la storia del nostro pianeta.»
«E perché mai?»
«Qualora gli alieni se ne impadronissero.»
«Quali cimeli?»
«Un disco di rame ricoperto d'oro con incisi alcuni suoni dell'ecosistema. Un tuono. Il canto di un grillo. La risacca dell'Oceano. L'eco del bacio di una madre...»
Anch'io esterrefatto:
«Testuale?»
«Testuale»
«E che può capirne l'eventuale alieno, dell'eco, addirittura, del bacio di una madre? Come potrebbe distinguerlo dagli altri baci? Ammesso e non concesso che sia in grado di riconoscere i baci umani?»