Arrivai a Los Angeles poco più che ventenne. Avevo già vissuto a Milano e a New York, dove era andata a studiare danza. Quasi subito ottenni una parte in "Two Days in the Valley". Dovevo guidare l'auto lungo il Sunset. Per me quel viale era leggendario, ma anche spaventoso. Avevo sempre timore di attraversare le sue immense carreggiate. Comunque allepoca io non sapevo quanto sarei rimasta a Hollywood: oggi è la mia casa e di Los Angeles amo molte cose. E a dire la verità ne detesto molte altre.
Ecco, c'è un club di cui sicuramente nessuno vorrebbe far parte, anche se i suoi membri sono famosi e geniali, artisti amati e affascinanti come Janis Joplin, per esempio, o Jim Morrison, o Brian Jones, Kurt Cobain, Gram Parsons e Robert Johnson. Si chiama Club del 27, e ha questo nome perché tutti i suoi membri sono morti a ventisette anni, alcuni di loro anche a distanza di pochi giorni, come Janis Joplin, per esempio, e un altro grande della musica attorno alla cui morte sono nate numerosissime leggende, e anche qualche ipotesi. Si chiama Jimi Hendrix.
Cinque anni fa nessuno avrebbe mai pensato che l'incredibile record di 14 Slam di Pete Sampras avrebbe mai potuto essere battuto, almeno non in questo secolo. Ma se continua così Federer ha una buona chance e pure il talento per vincere i quattro Slam in un anno. Se resta in salute e tiene alte le motivazioni, può diventare il migliore. Sta giocando contro la storia, contro tutte le leggende del passato. Lo paragonerei a Tiger Woods.
Non volevo essere una leggenda. Poi ho pensato che le mie vittorie potevano far felici gli anziani, i poveri, gli emarginati. Per loro ho accettato anche di passare per un idolo.
Siamo nella seconda metà del secolo scorso e le vicende del nostro si svolgono nel leggendario far west. Arizona? Texas? Colorado? Fate voi, ragazzi. L'essenziale è che sia far west!
Per me, la parola Dio non è niente di più che un'espressione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un'incarnazione delle superstizioni più puerili.