In Italia ho molti amici e amiche, e non certo soltanto nel mondo della moda. In Italia ho trascorso momenti duri e splendide giornate. Ho scoperto Milano, Roma, Positano, antichi villaggi. Ho visto i colori dei paesaggi cambiare con il passare delle ore. Ho assaporato il cibo, ho osservato la creatività straordinaria di artisti, stilisti, donne e uomini. È stata la tappa giusta prima del mio sbarco negli Stati Uniti. È stato il periodo che ha preceduto il doloroso incidente che mi ha impedito di diventare una ballerina, come avrei voluto.
Ci tengo a dire che non era un fesso, e scriveva per una rivista autorevole che si chiamava The Quarterly Musical Magazine and Review. E questo fu ciò che scrisse, e che io metto qui, come seconda epigrafe:"Eleganza, purezza e misura, che erano i principi della nostra arte, si sono gradualmente arresi al nuovo stile, frivolo e affettato, che questi tempi, dal talento superficiale, hanno adottato. Cervelli che, per educazione e abitudine, non riescono a pensare a qualcosa d'altro che i vestiti, la moda, il gossip, la lettura di romanzi e la dissipazione morale, fanno fatica a provare i piaceri, più elaborati e meno febbrili, della scienza e dell'arte. Beethoven scrive per quei cervelli, e in questo pare che abbia un certo successo, se devo credere agli elogi che, da ogni parte, sento fiorire per questo suo ultimo lavoro." Voilà.