Tutti noi ricordiamo quel tempo. Non fu diverso per me da quel che fu per gli altri. Eppure, continuiamo a raccontarci in ogni particolare gli eventi che abbiamo condiviso, e ripetendo, ascoltando, è come se dicessimo: «Fu così anche per te? Allora è vero, fu proprio così, deve essere stato così, non era un mio sogno». Concordiamo o discutiamo come persone che hanno visto creature straordinarie durante un viaggio: «Hai visto quel grosso pesce azzurro? Ah, quello che hai visto tu era giallo!
Dalla portina, alle 9.30, una donna entra nella gabbia. Ha un paltò nero, un poco infagottato. Una sciarpa di lana giallo chiaro, gettata sulla spalla, le copre metà faccia. Tiene la testa china e si nasconde gli occhi con le mani, nere anch'esse per i guanti di filo. Pure i capelli, spartiti lateralmente con cura e raccolti sulla nuca, sono neri. Sembra una di quelle penitenti che si vedono inginocchiate nell'angolo più buio della chiesa dalle cinque del mattino. Invece è Rina Fort, la "belva".
Diventai milanista perché da piccolo trovai un giorno per terra il portafoglio di mio nonno. Lo aprii e vidi le foto ingiallite di padre Pio e Gianni Rivera, che io non conoscevo, non sapevo chi fossero. Lo chiesi a mio nonno e lui mi spiegò: uno fa i miracoli, l'altro è un popolare frate pugliese.
Fra i dipinti di Modigliani, quello che amo di più è "Il grande nudo", del 1919 circa. Un altro nudo che mi affascina è La Venere di Urbino di Tiziano. C'è un doppio giallo legato a questo quadro: non si conosce l'identità della signora - una prostituta? Una contessa? - e inoltre vi è un'ambiguità nella posizione della mano: gesto di pudore o di piacere?
"Telefono Giallo" ha confermato il legame profondo, ancestrale, torbido, che lega il sesso e il sangue, il sesso e la morte. Ogni volta che in un omicidio balenava un possibile sfondo di tipo sessuale, la potenza narrativa del caso visibilmente aumentava. In termini di audience questo voleva dire (nonostante ogni cautela nell'esposizione) un incremento di audience dal 30 al 50 per cento. Lo dico con preoccupazione, perché quando un richiamo ha questa forza, chiunque vede il pericolo di un suo possibile uso distorto.
Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. A forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente.
C'era il protagonista di una serie di romanzi gialli di Augusto De Angelis che si chiamava De Vincenzi, il commissario De Vincenzi. Un giorno, in uno di quei romanzi, il commissario De Vincenzi dice che tutto sommato quello che lo porta a fare il suo mestiere, a impegnarsi con passione in indagini difficili, complicate e a volte anche pericolose, non è la curiosità di sapere chi è stato, ma un mistero molto più grande, che da sempre ci appassiona. «Il mistero del cuore umano», dice il commissario.
Giuliano Guerzoni ed Enrico Ughini
Bussoleno (To), 13 luglio 1996.
A frugare tra le pieghe della realtà se ne incontrano di casi interessanti. Non solo misteri più insolubili del più classico romanzo giallo, ma grandi storie così grandi e così vere da sembrare inventate. Io, se potessi scegliere un caso di cronaca, cancellarlo dalla memoria di tutti e riscriverlo come se lo avessi inventato io, da scrittore, sceglierei un caso di Torino. Il caso degli Uomini d'oro.
Frasi sul giallo
DiCarlo Lucarelli
Alvise di Robilant
Firenze, 15 gennaio 1996.
Quello del conte Alvise di Robilant è un caso particolarmente misterioso, uno di quelli che dimostrano come la realtà non abbia purtroppo nulla da invidiare al più diabolico romanzo giallo. Come tutti i casi di cronaca realmente avvenuti, anche questo apre una finestra su un mondo che credevamo di conoscere e invece non è così e un po' ci fa paura.
Alessandra Vanni
Castellina (Si), 9 agosto 1997.
Una donna sola, in un luogo buio e deserto, dove nessuno la può sentire e nessuno la può aiutare. Se fosse un romanzo o un film giallo, il caso di Alessandra Vanni sarebbe una storia da mago del brivido, da James Ellroy o da Alfred Hitchcock.
Massimiliano Iorio
Rimini, 19 marzo 1997.
Se fosse un romanzo giallo, il caso di Massimiliano Iorio, Max per gli amici, sarebbe un racconto di Patricia Highsmith o un romanzo di Cornell Woolrich. Un noir in cui il destino è nascosto in agguato, pronto a balzare fuori e cambiare il corso di una vita, all'improvviso.
Frasi sul giallo
DiCarlo Lucarelli
Antonella Falcidia
Catania, 4 dicembre 1993.
Anche il «caso Falcidia» è veramente un giallo. Una di quelle storie misteriose, piene di colpi di scena, di insospettati e di insospettabili, di piste che sembrano portare alla verità e invece non portano a niente, quasi come se davvero, dietro, ci fosse una mente diabolica che ha organizzato tutto.
Questa è una storia che parla di soldi, tanti soldi, così tanti che è anche difficile riuscire a immaginarli.
E parla poi di un uomo disperato, di un sostituto procuratore molto deciso, di un suicidio misterioso e di una corsa contro il tempo. Sono argomenti da romanzo giallo, sembra la trama di Più bianco del bianco di Sandro Ossola, e invece è la realtà, è uno dei grandi Misteri d'Italia, che sembrano sempre più incredibili del più incredibile thriller.
Ci sono ancora alcune categorie di personaggi in cui è più facile nascondere l'assassino. La migliore è quella delle donne e delle giovinette fragili. Molte assassine, nei romanzi e nei film gialli, sono fanciulle tenere che alla fine si rivelano jene.
Frasi sul giallo
DiCarlo Lucarelli
[Alla domanda se fosse più interessante scrivere gialli o analizzare misteri] È molto più divertente e più facile la fantasia. Ti porta dove vuole lei. Tu scopri le cose man mano che vai avanti.
Verdi giardinetti,
chiare piazzole,
fonte verdognola
dove l'acqua sogna,
dove l'acqua muta
finisce sulla pietra.
Le foglie d'un verde
vizzo, quasi nere
dell'acacia, il vento
di settembre le bacia,
e alcune si porta via
gialle, secche,
giocando, tra la bianca
polvere della terra.
Oggi la carne intirizzita cerca
tremante il rosso focolare al buio
angolo. L'uragano al parossismo
ruggisce e fischia, e l'albero stecchito
s'abbatte nel giardino e sferza il muro.
Piove dalla finestra dietro il vetro
appannato le sera grigia e livida
sembra ondeggiare nel paesaggio secco,
e la nube lontana
suda giallo pallore di defunto.
L'oscuro cipresseto
lungi nereggia e la pineta stenta,
che si sfuma nell'aria annuvolata,
svanisce sotto il freddo Guadarrama.
La primavera sorrideva
...Un giorno mi sorprese la primavera
che In tutti i campi intorno sorrideva.
Verdi foglie in germoglio
gialle rigonfie gemme delle fronde,
fiori gialli, bianchi e rossi davano
varietà di toni al paesaggio.
E il sole
sulle fronde tenere
era una pioggia
di raggi d'oro;
nel sonoro scorrere
del fiume ampio
si specchiavano
argentei e sottili i pioppi.
La critica letteraria, o parte di essa, predilige le classificazioni schematiche, dentro le quali si addormenta. Allora Camilleri è stato classificato come scrittore di gialli. Tutto deve rientrare in questo schemino.
Frasi sul giallo
DiAndrea Camilleri
Una volta Italo Calvino scrisse a Leonardo Sciascia che era praticamente impossibile ambientare una storia gialla dalle nostre parti essendo la Sicilia, disse pressappoco così, prevedibile come una partita a scacchi.
Quello che vidi fu... tanti pappagalli e di tante diverse specie che era una meraviglia; alcuni colorati di verde, altri di uno splendido giallo limone e altri neri e ben in carne; e il canto degli altri uccelli che stavano negli alberi era cosa così soave e melodica, che molte volte rimanemmo ad ascoltare tale dolcezza. Gli alberi che vidi sono di tale e tanta bellezza e leggerezza che pensammo di trovarci nel paradiso terrestre...
Roy Keane mi ricorda Bryan Robson, ma non sa controllare i tackle come Robson, che riusciva a farla franca anche con le entrate assassine, senza rimediare un cartellino giallo. Robson sapeva andarci piano, prima che arrivasse l'ammonizione. Roy non molla, e si becca il cartellino. E mi va bene così, non deve cambiare il suo gioco.