[Luchino Visconti] Lui, così serio, così severo e intranigente, aveva poi un côté, come dire? nazional-popolare-snobistico: ed era quello che ne faceva un appassionato delle canzonette, del ballo, dei cantanti.
[Sull'incontro con Papa Paolo VI] Siamo tutti seduti in prima fila, entra il Pontefice e si siede. Serio, con sguardo severo. Mi volto dal bambino che aveva appena vinto lo Zecchino d'Oro, uno furbo e sfrontato, non ricordo il nome. "Non saluti il Papa? Su, alzati e vai salutarlo. Cosa aspetti?". Il bimbo prende tutti alla sprovvista, fa tre passi di corsa e atterra sui piedi del Pontefice con un saltello. Lo guarda dal basso: "Ciao Papa!". E se ne torna al posto, tra le risate di tutti.
Sul tavolo da lavoro ho pochi oggetti: il calamaio, la penna, alcuni fogli di carta, la mia fotografia. Che fronte spaziosa! Cosa mai diventerà questo bel giovane? Ministro, re?
Guardate il taglio severo della bocca, guardate gli occhi. Oh, quegli occhi pensosi che mi fissano! Talvolta provo una viva soggezione e dico: sono proprio io? Mi do un bacio sulle mani pensando che sono proprio io quel giovane, e mi rimetto a lavorare con lena per essere degno di lui.
Io che passo dal tristo scalpello anatomico alla fredda e severa analisi della storia, mi sento tratto tratto scappare il proponimento inamovibile e mi vien voglia di abbandonare la vita del pensiero per quella del poeta.
Occorre maggior efficienza e maggiore garanzia nella moralità pubblica, nell'onestà di chi amministra il pubblico denaro, negli apparati pubblici del settore produttivo. Si tratta di un'azione severa che merita di essere difesa dall'inquinamento dei falsi moralisti di professione.
Bontà e generosità erano anche la sostanza del suo sentimento politico, da onest'uomo di tutti i tempi, che piange sulle sventure della patria, aborre il dominio degli stranieri, giudica severamente le oppressioni dei signori, si scandalizza per la corruttela ed ipocrisia dei preti e Chiesa, lamenta che le armi unite di Europa non si volgono contro il Turco ossia contro il barbaro infesto.
Il flirt è permesso. È conciliabile con tutte le esigenze della vita elegante. Ma l'amore no. È la meno mondana delle passioni, la più antisociale, la più selvaggia, la più barbara. Così, la società lo giudica più severamente della galanteria e della leggerezza dei costumi. In un certo senso, ha ragione.