[In tv, il giorno successivo allo sbarco dell'uomo sulla Luna] Chiedo a un bambino: "Mi sai dire che è successo ieri?". Lui racconta degli astronauti, poi si ferma e si fa serio. "Mago Zurlì, ma poi tornano sulla Terra?". "Certo, perché?". "Sono preoccupato, perché altrimenti quando la Luna si fa a metà cadono giù!"
[Sull'incontro con Papa Paolo VI] Siamo tutti seduti in prima fila, entra il Pontefice e si siede. Serio, con sguardo severo. Mi volto dal bambino che aveva appena vinto lo Zecchino d'Oro, uno furbo e sfrontato, non ricordo il nome. "Non saluti il Papa? Su, alzati e vai salutarlo. Cosa aspetti?". Il bimbo prende tutti alla sprovvista, fa tre passi di corsa e atterra sui piedi del Pontefice con un saltello. Lo guarda dal basso: "Ciao Papa!". E se ne torna al posto, tra le risate di tutti.
Trattare i bambini come piccoli adulti. Senza il bisogno di inutili e stupide vocine strane.
[Alla domanda su quale sia il segreto per tirar fuori il meglio da ogni bambino]
Ho presentato lo stesso spettacolo per più tempo di chiunque altro al mondo. Solo tra i concorrenti dello Zechhino d'Oro sono passati da me più di 3.000 bambini.
Frasi sul torto
DiCino Tortorella
Sono in causa da tre anni con Alessandro Caspoli, che dirige l'Antoniano, uno che neppure sotto tortura definirei frate, fratello e tantomeno padre: del frate ha soltanto l'abito. Quando è arrivato ha cancellato il passato considerandolo vecchiume, ha buttato via chi aveva costruito la manifestazione facendola diventare patrimonio dell'Unesco. Ha allontanato me, Topo Gigio e perfino padre Berardo, snaturando il programma. Aspetto la sentenza, voglio che i giudici rispondano a una domanda semplice: Chi ha inventato lo Zecchino?
[Sulla sua esperienza durante il coma] È stato come un viaggio in un altro mondo, unaltra dimensione. Ho visto davanti a me un sentiero luminoso lungo il quale mi sono incamminato pervaso da una profonda, dolcissima serenità. Il corpo si è trovato immerso in unonda che mi sollevava dolcemente e mi portava in alto, unonda non di acqua ma di luce purissima, una luce liquida. Niente a che vedere con quella terrena.
Frasi sul torto
DiCino Tortorella
Non festeggio più gli anni, solo i mesi. Sono come quel pescatore genovese che mi disse: "Non ne ho più di anni, li ho finiti".
Frasi sul torto
DiCino Tortorella
[Sulla sua esperienza durante il coma] Oggi so che quando chiuderò gli occhi per sempre e il mio cuore cesserà di battere non sarà per sempre e non sarò solo. E non è un invito al suicidio: non ho mai amato così tanto la vita come dopo quei momenti
Per due volte, nel 2007 e nel 2009, il mio cuore ha cessato di battere. In medicina, tecnicamente, si chiama ischemia o premorte. Io lo chiamo pit-stop. Ho fatto come i piloti di formula uno, mi sono fermato ai box, ho fatto il pieno e sono ripartito con più grinta e determinazione di prima
Quando ci si accorge che l'avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall'oggetto della contesa (dato che lì si ha partita persa) al contendente e si attacchi in qualche modo la sua persona.
La dialettica euristica è l'arte di disputare, e precisamente l'arte di disputare in modo da ottenere ragione, dunque per fas et nefas [con mezzi leciti ed illeciti]. Si può infatti avere ragione objective, nella cosa stessa, e tuttavia avere torto agli occhi dei presenti e talvolta perfino ai propri. Ciò accade quando l'avversario confuta la mia prova, e questo vale come se avesse confutato anche l'affermazione, della quale però si possono dare altre prove; nel qual caso, naturalmente, per l'avversario la situazione si presenta rovesciata: egli ottiene ragione pur avendo oggettivamente torto. Dunque, la verità oggettiva di una proposizione e la validità della medesima nell'approvazione dei contendenti e degli uditori sono due cose diverse (a quest'ultima è rivolta la dialettica).
Quando un illustre ma anziano scienziato sostiene che qualcosa è possibile, ha quasi certamente ragione. Quando sostiene che qualcosa è impossibile, molto probabilmente ha torto.
[Prima legge di Clarke]
Nella corsa alla ricchezza, agli onori e all'ascesa sociale, ognuno può correre con tutte le proprie forze, per superare tutti gli altri concorrenti. Ma se si facesse strada a gomitate o spingesse per terra uno dei suoi avversari, l'indulgenza degli spettatori avrebbe termine del tutto.