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Frasi sul torto, Frasi sulla menzogna, Frasi sulle mosche, Frasi sulle grandi imprese, Frasi sulle menzogne, Frasi su Venezia, Frasi sulla collera, Frasi sui traditori, Frasi sulle bambole, Frasi sull'adulterio
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Le eroiche pazzie, li eroichi umori, le traditore imprese, il ladro vanto, le menzogne de l'armi e de gli amori, di che il mondo coglion si innebria tanto, i plebei gesti e i bestiali onori de' tempi antichi ad alta voce canto, canto di Carlo e d'ogni paladino le gran coglionarie di cremesino.
Frasi sui traditoriFrasi sulla menzognaFrasi sulle grandi impreseFrasi sulle menzogne
[Istrione del prologo:] Io avevo imparato un certo proemio, diceria, sermone, filostoccola, intemerata o prologo che se sia, e ve'l volevo recitare per amor de un mio amico, ma ognun mi vuole in pasticci. Ma se voi siate savi: Plaudite et valete! [Istrione dell'argomento:] Come Plaudite et valete? Donque io ho durato tanta fatica a comporre questo argumento, serviziale, cristioro o quel che diavol si chiami, et ora vuoi ch'io lo getti via? Per mia fe', che tu hai magior torto che 'l campanile de Pisa e che la superchiaria.
Frasi sul torto
Prima che fosse il cielo e innanzi che fosse il mondo, il Fattore del mondo e del cielo stava raccolto in se stesso (..); e le idee, da le quali la natura toglie l'esempio de le cose, erano guardate dal secreto di lui.
[Dubbio I] Porzia fedel s'avea fatto chiavare molt'anni col consenso del marito, ma perché non poté mai figli fare, ell'era da ciascun mostrata a dito: un astuto villan fece chiamare e fe' di figli un numero infinito; or il marito l'ha per vituperio, utrum possa accusarla d'adulterio? [Risoluzione I] La legge adulter singulare, testo, dice ad legem Juliam de adulterio: quando il marito non accusi presto la moglie, che gli fa tal vituperio e sa ch'ella molt'anni in disonesto modo si dà con altri refrigerio, più non la può de crimine accusare e a tutta briglia si può far chiavare.
Frasi sull'adulterio
[Nanna.] Che collera, che stizza, che rabbia, che smania, che batticuore e che sfinimento e che senepe è cotesta tua, fastidiosetta che tu sei? [Pippa.] Egli mi monta la mosca, perché non mi volete far cortigiana come vi ha consigliata monna Antonia mia santola. [Nanna.] Altro che terza bisogna per desinare. [Pippa.] Voi sète una matrigna, uh, uh... [Nanna.] Piagni su, bambolina mia. [Pippa.] Io piagnerò per certo.
Frasi sulla colleraFrasi sulle bamboleFrasi sulle mosche
Il martello ch'i' ho di voi dua, poi ch'io cangiai un fiume al mare e Roma con Venezia, vuol ch'io v'indrizzi la vita d'Astolfo e de gli altri paladini, detta da me l'Astolfeida. Io la mando a voi perché nascesti innanzi a' paladini, i quali son terra da ceci già 700 anni in circa. Voi soli avete visto e cognosciuto chi è visso e morto, chi vive ora e chi viverà poi.
Frasi su VeneziaFrasi sui martelli
Io vorrei dir la donna ch'ebbe il vanto di leggiadra et angelica bellezza, la qual l'amato ben sospirò tanto che depose la gioia e l'alterezza, et imparato a pianger con quel pianto che ad altri insegnò già la sua durezza: Medor pur chiama in suon languido e fioco, che non l'ascolta e 'l suo mal prende a gioco.
[Nanna:] Il chiacchierare in quel tal modo che non stanca mai è come il limone che si spreme nella coratella fritta in padella ed il pepe che vi si spolvera sopra; è proprio una bella brigata di gente d'ogni età il conversare piacevolmente con ognuno, e c'è anche del buono in certe frasi salaci, e certe bottonate che si dànno quando qualcuno pretende di metterti in imbarazzo; e siccome i modi di vedere degli altri sono vari quanto la fantasia della gente, studia, pensa, spia, prevedi, considera e cerca di passare al vaglio ogni cervello. [Pippa:] So bene che con certa gente non si guadagna niente. [Nanna:] Orbene con loro non dovrai fare altro che restituire fumo per vento e fiato per i sospiri che sanno emettere così magistralmente; rispondi pure ai loro inchini, baciagli guanti e mani e se non vuoi rimanere con un pugno di mosche in mano togliteli dai piedi il più presto che puoi. [Pippa:] Farò così.
[Pippa:] Certo che per far la puttana ci vuol altro che tirar su la veste e dire, come voi diceste, accomodatevi; mi sembrate un'indovina come mettete il dito sulla piaga. [Nanna:] Quando un tizio spende dieci ducati per togliersi tutte le voglie che ci si può cavare con una ragazza, è come se fosse stato crocifisso nel tristo bosco di Baccano, e basta che si sappia qualche cosa perché tutta la gente vada in giro a dire che la tale sporcacciona ha rovinato il povero ingenuo. Ma, che Dio li affoghi, quando si giocano le costole e rinnegano il battesimo, vengon altamente lodati.
Questi nostri sonetti fatti a cazzi, soggetti sol di cazzi, culi e potte, e che son fatti a culi, a cazzi, a potte, s'assomigliano a voi, visi di cazzi. Almen l'armi portaste al mondo, o cazzi, e v'ascondete in culi e nelle potte, poeti fatti a cazzi, a culi, a potte, prodotti da gran potte e da gran cazzi. E s'il furor vi manca ancora, o cazzi, sarete e tornerete becca-potte, come il più delle volte sono i cazzi. Qui finisco il soggetto delle potte. Per entrar nel numero de' cazzi, e lascerò voi, cazzi, in culi e in potte. Chi ha le voglie corrotte legga cotesta gran coglioneria che il mal'anno e il mal tempo Dio gli dia! [Explicit]
E se del fotter mio piacer non hai, | fatti pur verso me qui, dallo spasso, | che se sino ai coglion dentro va il cazzo, | dolcezza assai maggior ne sentirai. [2-VII, vv. 5-8]
Così all'inferno, a cazzo ritto è andato, | e al Nemico, in vece di saluto, | dentro del negro cul l'ebbe ficcato; | poi ringraziollo e disse: O Pluto, | tu hai le corna ed io ti ho buggerato; | dunque ti posso dir becco fottuto. [2-IV, vv. 9-14]
Adunque voi compirete? | Adesso, adesso faccio, Signor mio; | Adesso ho fatto. Et io; ohimè! o Dio!. [1-XIII, vv. 15-17]
Dammi la lingua, appunta i piedi al muro; | stringi le coscie, e tienim stretto, stretto; | lasciat'ire a riverso in sul letto | che d'altro che di fotter non mi curo. | Ai! Traditore! Quant'hai il cazzon duro! [1-XIII, vv. 1-5]
Marte, maledettissimo poltrone! | Così sotto una donna non si reca, | e non si fotte Venere alla cieca, | con assai furia e poca discrezione. | Io non son Marte, io son Hercol Rangone, | e fotto qui che sete Angela Greca; | e se ci fosse qui la mia ribeca, | vi sonerei fottendo una canzone. [1-XII, vv. 1-8]
E non si trova pecchia | ghiotta dei fiori, com'io d'un nobil cazzo, | e no 'l provo ancho, e per mirarlo sguazzo. [1-XI, vv. 15-17]
Io 'l voglio in cul. Tu mi perdonerai, | o Donna, non voglio far questo peccato, | perché questo è un cibo da prelato, | ch'ha perduto il gusto sempre mai. [1-X, vv. 1-4]
Tu m'hai il cazzo in la potta, e il cul mi vedi | e io veggio il tuo cul com'egli è fatto, | ma tu potresti dir ch'io sono un matto, | perch'io tengo le mani ove stanno i piedi. [1-VI, vv. 1-4]
Posami questa gamba in su la spalla, | et levami dal cazzo anco la mano, | e quando vuoi ch'io spinga forte o piano, | piano o forte col cul sul letto balla. | E s'in cul dalla potta il cazzo falla, | dì ch'io sia un forfante e un villano, | perch'io conosco dalla vulva l'ano, | come un caval conosce una cavalla. [1-IV, vv. 1-8]
Ohimè, mio cazzo, ajutami, ch'io moro | e trova ben la foia in matrice: | in fin, un cazzo picciol si disdice, | se in potta osservar vuole il decoro. [1-III, vv. 4-8]
E chi vuol essre gran maestro è pazzo | ch'è proprio un uccel perde giornata, | chi d'altro che di fotter ha sollazzo. | E crepi in un palazzo, | ser cortigiano, e spetti ch'il tal muoja: | ch'io per me spero sol trarmi la foja. [1-II, vv. 12-17]
Mettimi un dito in cul, caro vecchione, | e spinge il cazzo dentro a poco a poco; | alza ben questa gamba a far buon gioco, | poi mena senza far reputazione. [1-II, vv. 1-4]
Fottiamci, anima mia, fottiamci presto perché tutti per fotter nati siamo; e se tu il cazzo adori, io la potta amo, e saria il mondo un cazzo senza questo. E se post mortem fotter fosse onesto, direi: Tanto fottiam, che ci moiamo; e di là fotterem Eva e Adamo, che trovarno il morir sì disonesto. - Veramente egli è ver, che se i furfanti non mangiavan quel frutto traditore, io so che si sfoiavano gli amanti. Ma lasciam'ir le ciance, e sino al core ficcami il cazzo, e fà che mi si schianti l'anima, ch'in sul cazzo or nasce or muore; e se possibil fore, non mi tener della potta anche i coglioni, d'ogni piacer fortuni testimoni.
Frasi sui traditori
Il danaio che si spende è sterile, e quel che si giuoca fruttifero.
Or non pure il giuoco e la milizia, ma la sanità, la ricchezza, la forza e la beltade, non si usando con i mezi dovuti, doventarieno mali.
Il tornare e il ritornare a i casi nostri, non è altro che un provare e riprovare che noi siamo e buone e ottime a chi ci usa e adopra bene e per bene, osservando le otto leggi esplicate di sopra; o, se pur si rompono giocando secondo il desiderio e non co'l modo de la ragione, mostrisi nel perdere e nel vincere la fronte ferma de la verace costanzia, imitando la suprema eccellenza del senno che stabilisce il magno de l'animo del signor Girolamo Martinengo, isplendore de la splendida isplendidezza.
Il bello animo è il tesoro di chi l'ha tale e il disprezzar le ricchezze dee tenersi per grande entrata; e chi, giocando, tolera la perdita, diventa savio, che altro è che parere, e in vero i posessori de i danari vengon detti saputi sì perché altri gli adula, sì perché la loro massa così fa parergli.
Guardisi a tutte le cose e, se in ognuna non si trova da fare, tengansi solo le nostre per ladre e per traditore. Ecco, nel mondo non ci è maggior piacere che il vivere e, benché i suoi guai lo travagliono di continovo, non si dee però dir male de la vita. Chi contasse le pioggie, le grandini, i venti, le nevi, i nuvoli e le nebbie intravenenti ne l'anno, avanzerien forse i sereni con che il sole e la luna illustrano i suoi dì e le sue notti; né per ciò resta che tutte quattro le stagioni insieme non lo faccino giocondo.
Frasi sui traditori