Frase di Gabriel Garcia Marquez

Stavano cominciando a far colazione quando videro entrare Santiago Nasar inzuppato di sangue che portava tra le mani il grappolo delle proprie viscere. Poncho Lanao mi disse: «Quello che non ho mai potuto dimenticare fu il terribile odore di merda». Ma Argénida Lanao, la figlia maggiore, raccontò che Santiago Nasar camminava con la prestanza di sempre, misurando bene i passi, e che il suo volto di saraceno con i ricci sconvolti era più bello che mai. Nel passare di fronte alla tavola sorrise a tutti, e proseguì, attraverso le camere da letto, fino all'uscita posteriore della casa. «Restammo paralizzati dallo spavento» mi disse Argénida Lanao. Mia zia Wenefrida Márquez stava squamando una alosa nel patio della sua casa, dall'altra parte del fiume, e lo vide scendere le scalinate del vecchio molo cercando con passo fermo la direzione di casa sua. "Santiago, figlio mio" gli gridò, "che ti succede!" Santiago Nasar la riconobbe. "È che mi hanno ammazzato, piccola Wene" disse. Inciampò sull'ultimo scalino, ma si rialzò subito. «Ebbe persino cura di scuotersi con la mano la terra che gli era rimasta sulle trippe» mi disse mia zia Wene. Poi entrò in casa per la porta posteriore, che stava aperta dalle sei, e crollò ventre a terra in cucina. [Explicit]

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