Quando io ho imparato a parlare, non esistevano altri «problemi» fuorché quelli di matematica o di scacchi; le «soluzioni» erano saline o legali, e «bisogno» era per lo più usato in forma verbale. Espressioni come «ho un problema» oppure «ho un bisogno» suonavano alquanto bislacche. Quand'ero adolescente, e mentre Hitler elaborava «soluzioni», si diffusero anche i «problemi sociali». Varietà sempre nuove di «bambini con problemi» venivano scoperte tra i poveri man mano che gli assistenti sociali imparavano a marchiare le loro prede e a standardizzarne i «bisogni». Il bisogno, inteso come sostantivo, fu la biada che fece esplodere le professioni fino a instaurarne il dominio. La povertà si venne modernizzando. Da esperienza, i managers la tradussero in misura. I poveri divennero i «bisognosi».
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Una delle mie prime scoperte di cos'è il cinema è legata al "Federale". In quel periodo io vivevo a Milano e venivo a Roma per trovare mio padre, e il mio primo ricordo legato a lui e alla scoperta dell' emozione cinematografica è dovuto alle visite sul set del "Federale". Ricordo che una volta assistetti alle riprese di un bombardamento: avevano montato delle torrette, che a me sembravano enormi, e poi passarono degli aerei e simularono un bombardamento: ricordo un pullman, delle biciclette, altre cose... e io ero piuttosto spaventato; e ricordo che mio padre si agitò per questo fatto e si arrabbiò, dicendo ai tecnici che avevano esagerato. Ma soprattutto ricordo un'altra emozione molto forte, legata alla volta che andai al cinema assieme a mio padre a vedere il film finito e a un certo punto c'era la famosa scena in cui lui è vestito da federale e lo picchiano: io ero bambino e vedendo mio padre lì sullo schermo che viene picchiato fui preso da un'ansia terribile; ma poi lo vedevo lì, vicino a me che mi tranquillizzava, mi diceva che è solo un film; e poi io ero stato anche sul set e avevo visto come si girano le scene... Sicché ricordo questo misto di emozioni, questo concatenarsi di eventi che fa sì che il cinema mi si riveli in tutte le sue forme: nel suo manufatto, nella sua visione e nella sua finzione, nella sua forte emotività.
Sono persuaso che la matematica sia il più importante strumento di conoscenza fra quelli lasciatici in eredità dall'agire umano, essendo la fonte di tutte le cose.
Frasi sulla matematica
Spero che i posteri mi giudicheranno con benevolenza, non solo per le cose che ho spiegato, ma anche per quelle che ho intenzionalmente omesso, così da lasciare ad altri il piacere della scoperta.
Frasi sulle scoperte
Di
René Descartes
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