Quale che sia, e mortale, e fina la tua punta, il mio cestello tenero non ti velo, ape bionda, che dun sogno di trina. Pungi al seno la bella mela, cui posa Amore e vi langue o vi muore; alla mia carne tonda e ribelle che affiori di me vermiglia un poco. Dun alacre tormento bramo loffesa; meglio, cresciuto e vivo, un male che una sopita pena. Illumini il mio senso linfima sveglia doro, di cui se privo, Amore perisce o saddormenta.
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