In un abbozzo dell' Uomo senza qualità pubblicato anni dopo la sua morte Robert Musil scriveva: «Come si volgerà Agathe, come sorriderà verso la riva? Leggiadramente. Come ogni perfezione... Eppure ogni bellezza perfetta un animale, un quadro, una donna non è che l'ultimo pezzo di un cerchio; una curva è perfetta, lo si vede, ma si vorrebbe conoscere il cerchio... allo stesso modo si può ammirare un bel cavallo maremmano, perché in esso si riflette come in uno specchio tutta la pesante bellezza dei campi e della vita rurale. Ma se dietro non c'è niente? Niente di più che dietro i raggi del sole che danzano sulle pietre? Se questo infinito di acqua e di cielo è inesorabilmente aperto?» Forse nessuno come Musil ha affrontato a fondo il problema della civiltà moderna e della sua frantumazione, cercando al contempo di ricostruire su nuove basi una nuova totalità.
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Sento i corni profondi e le trombe militari | ritmare la volata dei remi; il chiaro canto | dei curvi vogatori incatena il tumulto, || e gli Dei, sulla rupa eroica esaltati | nell'antico sorriso che la schiuma insulta | tendono a me le braccia indulgenti e scolpite. (da Elena)
Di
Paul Valéry
Per Sabina fu come se Franz avesse forzato la porta della sua intimità. [ ] Contro la sua volontà sarebbe diventata la rivale di una donna che non la interessava affatto. [ ] Tutti avrebbero osservato, da vicino o da lontano, e lei sarebbe stata obbligata a recitare davanti a tutti, invece di essere Sabina avrebbe dovuto recitare la parte di Sabina e pensare a come recitare quella parte. L'amore reso pubblico sarebbe aumentato di peso e sarebbe diventato un fardello. Solo a pensarci, Sabina si curvava sotto quel fardello.
Mia moglie Vera mi dice: «Sulle strade francesi ogni cinquanta minuti muore un uomo. Guardali, tutti questi pazzi che corrono accanto a noi. Sono gli stessi che sanno essere così straordinariamente prudenti quando sotto i loro occhi viene scippata una vecchietta. Com'è possibile che quando guidano non abbiano paura?». Che cosa rispondere ? Questo, forse: che l'uomo curvo sulla motocicletta è tutto concentrato sull'attimo presente del suo volo; egli si aggrappa a un frammento di tempo scisso dal passato come dal futuro; si è sottratto alla continuità del tempo; è fuori del tempo in altre parole, è in uno stato di estasi: in tale stato non sa niente né della sua età, né di sua moglie, né dei suoi figli, né dei suoi guai, e di conseguenza non ha paura, poiché l'origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere.
Di
Milan Kundera
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