Ed ecco, ora, dopo essermi aggirato per due anni, come un'ombra, in quella illusione di vita oltre la morte, mi vedevo costretto, forzato, trascinato peri capelli a eseguire su me la loro condanna. Mi avevano ucciso davvero! Ed esse, esse sole si erano liberate di me... [...] Ma sì! ma sì! Io non dovevo uccider me, un morto, io dovevo uccidere quella folle, assurda finzione che m'aveva torturato, straziato due anni, quell'Adriano Meis, condannato a essere un vile, un bugiardo, un miserabile; quell'Adriano Meis dovevo uccidere, che essendo, com'era, un nome falso, avrebbe dovuto aver pure di stoppa il cervello, di cartapesta il cuore, di gomma le vene, nelle quali un po' d'acqua tinta avrebbe dovuto scorrere, invece di sangue: allora sì! Via, dunque, giù, giù, tristo fantoccio odioso! Annegato, lí, come Mattia Pascal! Una volta per uno!
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Addormentatosi lasino sopra il diaccio dun profondo lago, il suo calore dissolvé esso diaccio, e lasino sottacqua, a mal suo danno, si destò, e subito annegò.
Di
Leonardo da Vinci
Ho urlato così tanto che mi scoppia la testa | e quindi te ne sei andata subito | mi esce un po' di sangue dalla mano destra | c'è un segno lì sul muro | pensa te che stupido | O ti amo o ti ammazzo | pioggia che annega ma rinfresca | sei una chicca che mi fotte la testa. [da Ti amo o ti ammazzo]
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J-Ax
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