Frase di Jack London

Ecco l'improvvisa liberazione del suono! Mentre la cronometrava usando l'orologio, Bassett la paragonò alla tromba di un arcangelo. Sarebbero potute crollare le mura di intere città di fronte a un così irresistibile richiamo, rifletté. Invano, per la millesima volta, cercò di analizzare la qualità del timbro di quell'enorme fragore che dominava la terra sino alle roccaforti delle tribù circostanti. La sorgente era la gola della montagna in cui risuonava crescendo come alta marea fino a tracimare e a inondare terra, cielo e aria. La sua sfrenata fantasia di malato lo spinse a paragonarla al potente urlo di un Titano del Mondo Antico, vessato dal supplizio o dal furore. Crebbe, levandosi sempre più alto, come una sfida esigente la cui intensità di volume pareva destinata a orecchie poste oltre gli angusti confini del sistema solare. C'era, in esso, anche il lamento della protesta provocata dall'assenza di orecchie capaci di ascoltare e di comprendere quell'espressione.

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